URBINO – I cantieri cominciavano a cambiare il volto di Urbino, allo stesso modo come la sua musica, mai banale, evolveva per scoprire nuove sperimentazioni. “Le difficoltà? Se non hai fretta sono divertenti e indispensabili”, dichiarava Lucio Dalla, allora docente all’Università di Urbino. Pochi anni prima l’Ateneo aveva affidato al cantante l’insegnamento in “Tecniche e Linguaggi Pubblicitari”: un compito che aveva contribuito a consolidare il rapporto tra l’artista e la città ducale.
Nel giorno della morte dell’artista, stroncato a 69 anni da un infarto mentre si trovava in tour in Svizzera, Il Ducato ripropone l’intervista radiofonica di Filippo Brunamonti, ex allievo Ifg ora giornalista freelance collaboratore del gruppo Espresso. Una breve testimonianza della sua esperienza in città.
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A Urbino si discuteva già delle difficoltà occupazionali dei neolaureati dell’Università, che si preparava al percorso di statalizzazione, oggi ormai alle fasi finali. Il cantante considerava fondamentale il contributo degli studenti per valorizzare il patrimonio artistico cittadino. “Bisogna coinvolgere gli universitari in un progetto di recupero della memoria storica ducale”, spiegava. Questo perché, durante il Rinascimento, Urbino “era un centro di potere non indifferente: insieme ad artisti del calibro di Piero della Francesca, sono però arrivati altri volti meno noti, che sarebbe fondamentale riscoprire”.