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Negozi: uno su cinque è chiuso. Via dal centro le botteghe storiche

di    -    Pubblicato il 9/03/2012                 
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URBINO – Il negozio di giocattoli gli urbinati lo ricordano con nostalgia, quando da bambini trascinavano le mamme sotto i portici di via Raffaello, o ancor prima in Via Veneto, per farsi comprare i balocchi dei loro sogni. Di giocattoli non c’è più traccia ma anche il calzolaio è andato via. E il ferramenta sta per chiudere: Sacchi, impacchetta tutto e se ne va a Piansevero.

LEGGI L’INTERVISTA AI TITOLARI DEL FERRAMENTA SACCHI E AL “VECCHIO LIBRAIO”

I negozianti del centro storico preferiscono chiudere l’attività e trasferirla altrove. I locali vuoti o non affittati nelle cinque principali vie di passeggio, via Mazzini, via Raffaello, via Bramante, via Battisti e via Veneto, sono molto numerosi, spesso in uno stato che fa pensare al loro abbandono definitivo.

Le vie meno valorizzate a livello commerciale sono via Raffaello e via Battisti, dove rispettivamente su 39 e su 35 negozi, quelli sfitti sono 11 e 10, ovvero il 28 per cento del totale. Non è molto diverso in via Vittorio Veneto, la via obbligata per chi passeggia per i vicoli o chi vive a Urbino: è da qui che si arriva al Duomo e al Palazzo Ducale, o che si passa per andare al Comune e all’anagrafe. Ebbene, su 28 esercizi commerciali, via Veneto ne vede funzionare solo 21: a rimanere inutilizzati sono il 25 per cento.

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Va un po’ meglio in via Bramante, dove su 39 negozi, otto sono quelli abbandonati, rappresentando il 20 per cento del totale. A vincere il primato di strada più attiva del centro è via Mazzini, che con 55 negozi, di cui solo sette sfitti o inutilizzati, ha la percentuale di serrande abbassate solo del 13 per cento. In tutto su 196 attività, 43 sono chiuse.
Da una parte i commercianti lamentano di dover lasciare il centro, dall’altra gli urbinati e gli studenti si lamentano che non ci sono più negozi, come è possibile?

“Certo che se i proprietari dei negozi si ostinano a pretendere affitti stellari, anche di 1600 euro, adatti più a una grande metropoli che a una cittadina collinare, a fronte di un commercio al dettaglio sempre più debole, il centro è destinato a svuotarsi. Come se non bastasse – racconta Elisa, di Urbino da due generazioni – anche i negozi aperti sono sempre più trasandati: guardi la farmacia sotto i portici di corso Garibaldi, da quanto tempo è che non ha rifatto le vetrine? Ora ha solo le sbarre!”.

In merito la farmacia Lucciarini ha voluto precisare che quelle vetrine non sono di sua proprietà, ma le affittava da un privato cittadino fino a un anno e mezzo fa. Scaduto il contratto, la farmacia non lo ha rinnovato.

Oltre ad affitti molto alti, diversi commercianti hanno sottolineato le difficoltà dovute alla chiusura del centro e alle restrizioni orarie per il carico e scarico merci. Se con l’introduzione della Ztl (una zona a traffico limitato controllata da telecamere, dove le auto non potranno circolare) ancora meno gente sarà invogliata a venire a Urbino per fare compere, così anche le zone dove i furgoni possono sostare per rifornire le varie attività sono poche e lo possono fare solo in determinati orari, che non sempre sono funzionali al commercio.

Oggi a Urbino sono registrati 332 esercizi commerciali e 152 pubblici esercizi (locali per la ristorazione). Le licenze concesse a negozi nel 2002 erano 12, mentre sono state zero nel 2012; per la ristorazione, invece, nel 2002 erano state date due licenze, mentre quest’anno sono già sei: sembra esserci mercato solo per panini, ristoranti e pub.

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