URBINO – Dalle Alpi all’Etna, dall’Aspromonte al Gargano, senza distinzioni di bandiera e di età, gli italiani hanno paura. Di cosa? Del lavoro che non c’è, del prezzo della benzina sempre più alto, delle tasse che invece non si abbassano mai. Tre italiani su quattro passano le loro notti insonni pensando alla crisi economica. In Europa gli unici che stanno peggio sono gli spagnoli: nove su dieci si tormentano interrogandosi sullo spread e le agenzie di rating.
Sarà colpa dei telelgiornali serali, che ci fanno andare di traverso la cena a suon di Bot e Bund? Assolutamente no, il tema che, cascasse il mondo, continua a riempire il piccolo schermo è la criminalità. Che mondo sarebbe senza orribili crimini di sangue, meglio se irrrisolti? Nel 2011 i due telelgiornali italiani con i più alti dati d’ascolto, Tg1 eTg5, hanno dato in media più di una notizia al giorno: rispettivamente 1173 e 1194 contro le 327 e 315 dedicate alla crisi.
I dati sono il risultato della ricerca “L’insicurezza sociale ed economica in Italia ed Europa” realizzato da Fondazione Unipolis, Demos & Pi e l’Osservatorio di Pavia, diretta dal giornalista e professore universitario urbinate Ilvo Diamanti. Lo studio ha analizzato le edizione del prime time di sei reti, tre pubbliche (Rai 1, Rai 2 e Rai 3) e tre private (Canale 5, Italia 1 e Rete 4). Primo classificato tra gli manti del crimine Studio Aperto, con 1717 notizie in un anno su reati al patrimonio e allla persona, fanalino di coda il TG 3, con 272.
Ma se è vero che gli ultimi saranno i primi, il telegiornale della terza rete è al primo posto per numero di notizie dedicate alla crisi finanziaria. “Attenzione però, ci sono delle sfaccettature importanti che vanno analizzate. Bisogna distinguere, che cosa c’è dentro la crisi economica e la criminalità? Al Tg3 si parla molto di crisi del lavoro, segnalando il disagio, troppo spesso senza indagare sulle cause. Accostare telelgiornali con una storia molto diversa tra loro può essere un’operazione superficale. Il nostro tg ha un passato importante per quel che riguarda i servizi giornalistici sulla criminalità organizzata, mentre ora se neoccupa in modo sporadico” commenta Fabrizio Feo, giornalista del Tg3 dal ’99.
Se i telegiornali ne parlano tanto, vorrà forse dire che i crimini sono in aumento? Niente di più sbagliato: negli ultimi sei anni il tasso dei reati è rimasto pressochè invariato. Ad aumentare invece è la loro rilevanza mediatica: dopo il trend discendente registrato nel biennio 2008 – 2010, la percezione dell’insicurezza nel 2011 torna a salire. L’85 per cento delgi intervistati è convinto che la criminalità in Italia sia cresciuta negli ultimi anni.
E’ una valutazione espressa per lo più da chi trascorre oltre quattro ore al giorno davanti al piccolo schermo, dalle donne, in particolare se casalinghe. Il dato cresce ancora (si arriva al 93 per cento) se si considerano le risposte dellgi spettatori dei programmi pomeridaini, che spesso e volentieri si occupano dei casi di cornaca nera: La vita in diretta, Pomeriggio 5, e Pomeriggio sul due.
“Sono scelte editoriali, prese dalla direzione del telegiornale e che non coinvolgono chi la cronaca va a farla sul cmapo” commenta il giornalista del Tg2 Fabio Chiucconi. “A volte si seguono le storie di cronaca per non parlare d’altro. E poi c’è da dire che noi italiani siamo un po’ voyeristi, ci piace guardare dal buco della serratura, spulciare nella vita privata delle famiglie. Anche i programmi pomeridiani, che molto spesso parlano dei casi di cronaca nera, ci condizionano.
Così i direttori vedono che i fatti di cronaca fanno audience: è una cane che si morde al coda, la tv di Stato dovrebbe essere più libera. E’ così che a volte ci si trova a seguire fatti di nera senza un motivo reale, raccontando frammenti di storie che di per sè non hanno nessuna novità rilevante: la tv ci ha abituato a pensare che un caso si possa risolvere in una quarto d’ora, comein una puntata di una serie americana. Ma non è così e alla fine ci si ritrova a aprlare di aria fritta”.
Il confronto con i principali telegiornali europei di prima serata non ci fa onore. In Italia la media di notizie di crimianlità è di tre al giorno, in Spagna sono meno della metà, mentre i valori medi di Francia, Germania e Gran Bretagna sono nettamnte inferiori a una notizia al giorno.
egnalo la riflessione dello scrittore e blogger Matteo Pascoletti che mi sembra assai pertinente:
http://matteoplatone.wordpress.com/2012/03/24/sulla-cronaca-nera/#more-1994