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Nevone, Imu, Consorzio: una città che cambia. Intervista al sindaco

di    -    Pubblicato il 30/04/2012                 
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Il sindaco di Urbino, Franco CorbucciURBINO – “Santa Lucia sarà il nuovo nodo di scambio per gli autobus da fine 2013″; lo annuncia il sindaco di Urbino, Franco Corbucci, nel corso di un’intervista rilasciata al Ducato a conclusione del biennio 2010-2012, segnato indelebilmente dall’emergenza-neve. Il primo cittadino si è anche soffermato su Imu, apertura del centro commerciale ‘Consorzio’ e turismo.

Partiamo dal tema economico con l’introduzione dell’Imu, l’imposta unica municipale, sulla prima casa.
“Questo Paese che fino a fine 2011 rischiava quello che è successo in Grecia: è il frutto di anni in cui si è cercato di negare la crisi, sperando che passasse così e invece non poteva passare. Invece di affrontare il problema crisi, infatti, è stato nascosto. E’chiaro lo Stato è in difficoltà e deve trovare risorse, ma poteva anche trovarle in modo diverso, ad esempio con una patrimoniale. Adesso, con questa imposta, ci ritroviamo ad essere esattori per conto dello Stato: infatti, la metà del gettito sulla seconda case e le attività commerciali-artigiane va a Roma. Urbino deve far fronte nel 2012 a circa 800.000 euro di tagli previsti già in precedenza con la manovra 2012-2014. Se sovrapponiamo ciò ai gravi danni causati dalla nevicata di febbraio, quando per affrontare l’emergenza abbiamo speso circa 800.000 euro, è chiaro che diventa più difficile affrontare i tagli.

Per quanto riguarda la possibilità di tassazione delle case, abbiamo deciso di mantenere l’aliquota più bassa possibile per la prima casa, rispetto al 5 per mille in vigore in precedenza”.

E quale gettito è previsto?
“Più o meno quello che avevamo quando c’era l’Ici”.

Quanti soldi?
“Non mi ricordo… Ma con lo 0,4% rischiamo di prendere qualcosa in meno di prima. Per la seconda casa, come fanno già altri Comuni, non intendiamo applicare l’aliquota massima, ma una forbice tra 9,1 e 9,6 per mille: pensiamo, infatti, che in questo momento non vogliamo pesare molto sulle attività commerciali e artigianali. Per coloro che sottoscrivono un contratto di affitto a canone concordato, a studenti o famiglie, ci sarà l’agevolazione sulla seconda casa nel senso che si pagherà l’aliquota base, l’0,76%. Inoltre, non toccheremo le tariffe per i servizi individuali: mense, asili, trasporti, residenze per anziani”.

E la rateizzazione dell’Imu come potrebbe influire sul bilancio comunale?
“Per quanto ne sappiamo oggi, ma mi sembra che si discuta ancora, è chiaro che più tardi entrano e più soldi ci mancano nel bilancio. E’un problema, che diventa grosso se si rateizza anche l’Imu sulla seconda casa, ma mi sembra che si parli solo dell’aliquota sulla prima casa”.

Apertura del centro commerciale ‘Consorzio’: per la prima volta dopo anni, una nuova realtà commerciale a Urbino, seppur in un momento di forte crisi dei consumi: quali sono le aspettative per il futuro?
“Non c’è nessun futuro, noi abbiamo finito il nostro lavoro. L’apertura del centro commerciale è una delle previsioni già inserite nei programmi amministrativi dalla scorsa legislatura. Oggi portiamo a termine questo percorso e posso dire che sono soddisfatto per due motivi: lì c’era il Consorzio agrario: due capannoni, un manufatto e una casa. Togliendo il tetto sul manufatto, avevamo messo 170 automobili. Penso che l’intervento odierno sia stato addirittura una riqualificazione: abbiamo utilizzato il minimo dei metri cubi da realizzare, come prevedeva il piano volumetrico predisposto dall’architetto Giancarlo De Carlo. Penso che il ‘Consorzio’ sia una grossa opportunità del territorio, dove Urbino era l’unica città a non avere un centro commerciale. Peraltro, parliamo di piccole e medie strutture di vendita, fino a un massimo di 250 metri quadrati. E’importante anche perché Urbino torni ad essere un punto di riferimento per le attività commerciali”.

E l’altro centro in costruzione a Santa Lucia?
“Santa Lucia nasce come nodo di scambio alternativo a Borgo Mercatale, utilizzato come una stazione autobus a cielo aperto. Invece, il nodo di scambio dei pullmann da e per Urbino sarà spostato da Borgo Mercatale a Santa Lucia, permettendoci di togliere da sotto la vista dei Torricini quel mare di pullmann che tutti i giorni arrivano. Lo spostamento si concluderà fra un anno, un anno e mezzo, a fine 2013″.

E Borgo Mercatale?
“Sarà liberata dai bus, e arriveranno soltanto quelli turistici, mentre i pullman si parcheggeranno al Bocciodromo, a Varea. Nel piano strategico su cui ragioniamo, c’è l’idea di fare una riqualificazione totale del piazzale di Borgo Mercatale, per riportarla all’utilizzo per eventi”.

Restate convinti dell’altro progetto a Santa Lucia, nonostante la prossimità dei due insediamenti? Non si rischia che si facciano la guerra?
“Fanno una sana concorrenza di cui questa città ha tanto bisogno. A Santa Lucia, i negozi possono essere grandi anche 900 metri quadri; ma non ci solo attività commerciali, anche uffici”.

E quali pensa che saranno le conseguenze sulle attività nel centro storico?
“Urbino era l’unica città a non avere una struttura commerciale al suo esterno. Il centro storico dovrà specializzarsi come già sta facendo, come i negozi dentro il Collegio Raffaello. Anche gli altri negozi saranno più specializzati e qualificati”.

Dovranno seguire tutti quell’esempio lì?
“Tu, esercente, dovrai fare della qualità perché io che entro in centro storico trovi negozi di un certo tipo, come avviene in tutti i centri storici del mondo. Ad esempio, se faccio un negozio di alimentari, terrò qualcosa che non ha il supermercato. Avere i centri commerciali intorno obbliga il centro storico a qualificarsi ulteriormente e a dare risposte all’utenza che c’è dentro”.

E’ passata la tempesta di febbraio, e si è tornati alla normalità; ma un mese e mezzo dopo, quali sono le criticità più forti e a che punto siamo per lo sblocco dei fondi?
“Innanzitutto voglio ringraziare molto il Ducato, per le immagini vere del nevone  che avete passato in tutto il mondo. Queste hanno dato l’entità di quello che è successo, e del lavoro svolto in quei momenti difficili, che a detta di tutti, è stato positivo. Ringraziamo tutti, cittadini, studenti e operatori venuti da tutta Italia, che hanno contribuito ad aiutarci. I danni più grandi riguardano i tetti di strutture pubbliche, come le scuole, il Com; poi c’è da rifare la segnaletica stradale, il manto stradale. Sul tappeto ci sono un milione di euro di danni al patrimonio pubblico. Altrettanto grave la situazione delle zone industriali e artigianali e del patrimonio storico. La buona notizia è che il sottosegretario ai Beni culturali ci ha promesso uno stanziamento da un milione di euro per San Bernardino e il Mausoleo dei Duchi. Continuiamo la nostra battaglia a livello nazionale per avere risorse dal Governo per aiutare sia Comune che  privati”.

Con quali risposte?
“Finora siamo in difficoltà grosse perché non sta arrivando nulla, ma la speranza ce l’hanno lasciata”.

Urbino riuscirebbe a far fronte da sola ai danni con fondi propri e senza aiuti esterni?
“Nessun comune del territorio riesce a far fronte da solo. Il bilancio di Urbino, che ha una sua solidità, sicuramente riuscirà almeno a superare la fase dell’emergenza, che potrà dirsi conclusa entro l’estate”.

Sicuramente il turismo può dare una grande mano all’economia di questa città: proprio in questi giorni è in corso la mostra sulle ‘Città ideali’ a Palazzo Ducale.
“Un’altra grande occasione che abbiamo saputo sfruttare insieme a Soprintendenza, Regione, Provincia, Università, Fondazione Cassa di Risparmio Pesaro e Banca Marche. E’ il secondo grande evento dopo la mostra su Raffaello nel 2009; sia da parte della Regione che dal Ministero si è presa coscienza, e quindi anche risorse, per far sì che Palazzo Ducale diventi sede per grandi esposizioni, e spero che se ne possa avere una ogni due anni. La mostra sarà sicuramente un successo; mentre altrove si registrano cali di flussi turistici anche del 30%, noi negli ultimi weekend -Pasqua inclusa- siamo riusciti ad aumentare i turisti”.

Quest’amministrazione ha scelto di non introdurre la tassa di soggiorno: tuttavia, gli albergatori si lamentano perchè i turisti non rimangono a dormire a Urbino: che cosa potreste fare per convincerli a restare più tempo in città?
“Questo è il problema da sempre, di tutti. E’ difficile, ma anche qui notiamo che i dati della Regione dicono che il tempo di permanenza in città si è allungato, anche grazie a rapporto migliore con il territorio del Montefeltro, dove stiamo lavorando al ‘distretto culturale’. Altri elementi importanti sono la ‘Tourist card’ con il biglietto unico. Infatti, questo dura per due settimane: in questo modo, il turista può avere l’occasione di fermarsi a Urbino e fare un giro alla scoperta del territorio circostante”.

Finora lei si è pronunciato contro l’Ersu unico regionale, difendendo la struttura attuale: l’assessore regionale Luchetti ha detto che la riforma prevista serve a  far fronte al calo dei finanziamenti: che cosa, invece, le fa privilegiare un’organizzazione decentrata?
“Non solo mi sono schierato contro, ma ho partecipato alla Conferenza autonomie locali, dove ho sempre detto che l’Ersu non può essere centralizzata a livello regionale; deve rimanere nel territorio come elemento di gestione del diritto allo studio, e non solo. Far restare l’ autonomia di gestione a livello locale, lasciando alla Regione i controlli di bilancio. Il diritto allo studio è una questione particolare, specie in questa città, attraverso l’accoglienza universitaria: la gente viene a studiare a Urbino perché siamo in grado di dare un’accoglienza diversa, grazie ai 1.500 posti alloggio dell’Ersu. Vogliamo fare di Urbino, come abbiamo sempre fatto, un punto di riferimento come luogo di formazione in generale, e sopratutto sfruttare i rapporti internazionali che abbiamo sempre avuto, con ragazzi che vengono da tutto il mondo”.

I collettivi universitari, dopo lo sgombero dell’aula C1 a Magistero, chiedono nuovi spazi di socialità gestiti in maniera diretta: cosa ne pensa?
Ho sempre ricevuto tutti. Quello dei luoghi dove ritrovarsi è un problema reale. All’interno del Comune c’è una commissione composta da Comune, Ersu, Università ed eletti dagli studenti, che purtroppo loro non riconoscono, e con la quale noi dialoghiamo. Sull’ex Scorpio, mi risulta che deciderà l’Ersu, attraverso un suo bando, per affidare il locale in gestione per svolgere una funzione ricreativa per gli studenti”.

A causa del caro-benzina, sempre più persone scelgono più o meno volontariamente il trasporto pubblico; nel frattempo, però, Adriabus ha ridotto le percorrenze nei giorni festivi. Non le sembra una contraddizione?
Nessuna contraddizione. Adriabus sconta gli effetti del caro petrolio e la diminuzione dei finanziamenti regionali. L’azienda è costretta, se vuole mantenere il bilancio in pareggio, a fare delle razionalizzazioni, ma il minimo. Abbiamo mantenuto in piedi tutto il sistema. Mentre crescono le corse da e per Roma, il trasporto interurbano ha subito un minimo di tagli”.

Che fine farà la Fano-Urbino?
“E’ già stato deciso dal Governo, dal momento che ha venduto le tratte. Il Comune ha mantenuto la sua tratta senza creare nessun impedimento a un’eventuale riattivazione, non costruendoci niente sul tracciato. Credo comunque, che se bisogna parlare di Fano-Urbino, bisogna discuterne facendo riferimento al progetto di collegamento con Roma”.

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