URBINO – Sono passati 27 anni dalla legge n.41 del 1986, legge che obbliga tutte le pubbliche amministrazioni ad adottare il Peba, il piano di eliminazione delle barriere architettoniche per i disabili. Ma il comune di Urbino non ne ha mai sentito parlare. Così in tutti questi anni scalini e marciapiedi sconnessi sono rimasti lì, negli edifici e negli spazi pubblici della città ducale. Il piano è uno strumento che analizza il grado di accessibilità presente a livello edilizio e urbano e, soprattutto, ne individua le soluzioni.
“Che cos’è il Peba?”, domanda l’assessore all’urbanistica Massimo Spallacci. “Non sono io la persona competente in materia”, afferma sbrigativo. Stessa cosa risponde il dirigente ai lavori pubblici, Angelo Brincivalli: “Non lo dovete domandare a me”. Ma se si parla con un tecnico, la risposta non cambia: “Il Peba non lo abbiamo adottato, ma in sostituzione la giunta municipale ha approvato il ‘Piano nazionale per le città’ che ha tra i propri obiettivi anche la sperimentazione di nuovi sistemi per l’accessibilità in sicurezza dei disabili”, sostiene l’architetto del comune Mara Mandolini. Il piano, che prevede la realizzazione di un ascensore a Santa Lucia e una risalita meccanica dalla fornace Volponi al convento di Santa Chiara, non è ancora partito per mancanza di finanziamenti.
“Questo progetto non può essere paragonato al Peba” dice Renato Biondini, segretario ad Ancona dell’ associazione Luca Coscioni, che per prima ha denunciato questa situazione. “Lo Stato deve rispettare le leggi che emana, invece la Regione Marche non ha fatto nulla per controllare i comuni inadempienti”. Continua Biondini: “La verità è che mancano i soldi. Si preferisce risparmiare sulla pelle di chi passa la propria vita su una sedia a rotelle”, afferma con amarezza Biondini. “Il rispetto di queste norme per la difesa dei diritti dei disabili è un obbligo morale”.
Urbino non è la sola città a non essere in regola. Nessun capoluogo di provincia delle Marche ha rispettato la legge: Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro. “Il 23 settembre 2012 abbiamo inviato a queste sei città una lettera per sapere se era stato adottato il piano. Ci hanno risposto con mesi di ritardo e solo dopo diversi solleciti inviati tramite l’ufficio del difensore civico regionale. Alla fine hanno dovuto ammettere la loro totale inadempienza”, continua Biondini.
L’associazione Luca Coscioni offre assistenza legale a tutti i disabili: “Attraverso i nostri avvocati intenteremo cause legali contro i comuni per attività discriminatoria. Inoltre, le pubbliche amministrazioni che non hanno adottato il Peba possono essere denunciate alla magistratura per omissione in atto d’ufficio”, conclude Biondini.