URBINO – Fogli bianchi, vetrini neri, squadre e matite colorate. Ecco il materiale richiesto dal Galu (Gruppo astrofililegambiente di Urbino) a chi vorrà toccare “con mano” il prossimo equinozio di primavera. Quest’anno è atteso per il 20 marzo verso le 11 il momento in cui il sole si troverà perpendicolare all’equatore, in modo che la linea di separazione tra la zona in ombra e quella illuminata della terra passi per i poli.
Sono quattro gli eventi in programmazione nell’urbinate dal 20 al 22 marzo, gestiti da Galu e Cea (centro educativo ambientale) Casa delle Vigne. E, oltre alla comprensione del fenomeno astronomico, saranno anche occasione per riscoprire le meridiane della zona.
La manifestazione partirà alle 12 del 20 marzo nel Duomo di Fossombrone, dove i partecipanti saranno aiutati a capire i concetti di eclittica ed equatore celeste, a misurare il diametro del sole e a cogliere la discrepanza tra i segni zodiacali e l’effettiva astronomia delle costellazioni.
Il 21 marzo l’appuntamento si sposterà a Urbino: ore 11.45, Porta Santa Lucia. Il protagonista sarà un mappamondo portatile su cui rintracciare il meridiano che passa per la città ducale, confrontarlo con la longitudine rispetto a Greenwich e Catania e con la linea meridiana.
Il 22 marzo sono due gli eventi in programma. Dalle 11.45 alle 12.30 è prevista un’analisi dell’orologio solare presente nel cortile della facoltà di economia dell’Università Carlo Bo, che ha sede in via Saffi. Dalle 20 alle 22 l’iniziativa si concluderà osservando il cielo equinoziale dal parco cittadino muniti di telescopi.
Sfatare i falsi miti utilizzando metodi scientifici è uno dei fari che guidano l’iniziativa, in modo da “vivere il cielo come l’altra metà del paesaggio, ma puntando bene i piedi per terra”. Queste le parole di Antonina Speziale, astrofila del Galu dedita alla valorizzazione di strumenti quali orologi e meridiane. La serie di incontri nasce anche per applicare l’astronomia alla riscoperta di Urbino, dei suoi angoli (e meridiane) nascosti. Se “andare a scuola di tempo” è il desiderio espresso dalla Speziale, questo obiettivo sarà parzialmente raggiunto.
In occasione dell’equinozio, la Valle del Metauro aprirà le porte alle sue meridiane più nascoste, ma non a tutte. Resterà ancora invisibile quella della chiesa di Sant’Agostino, in via Saffi, che è una delle due uniche meridiane a camera oscura presenti nella regione Marche, assieme a quella del Duomo di Fossombrone. Gli astrofili del Galu l’hanno raggiunta su permesso della curia, ma aprirla al pubblico è al momento impossibile.
Se le meridiane da esterno sono orologi solari, quelle da interno sono dei fori realizzati in modo che alle 12 di ogni giorno la luce solare possa confluirvi e generare un fascio che attraversi il pavimento da nord a sud. La chiesa di Sant’Agostino fu scelta per questa operazione astronomica in quanto unica in tutta la città ad avere una parete libera esposta a sud dove poter praticare un foro. Non a caso fu restaurata nel ‘700 per volontà di Papa Clemente XI, nato a Urbino, che ordinò anche la realizzazione di una meridiana nella chiesa romana di Santa Maria degli Angeli.
“Trasformare queste chiese in aule di astronomia” è la missione della Speziale e degli altri astrofili del Galu, attraverso un percorso storico-artistico che confluirà in una pubblicazione. Nel frattempo siamo attesi numerosi dall’equinozio di primavera.