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Eventi pasquali, cosa vedere e dove a Urbino

di    -    Pubblicato il 30/03/2013                 
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URBINO – Ecco i principali appuntamenti culturali della città durante la Pasqua.

Nei giorni 30 e 31 marzo e 1 aprile si svolgerà nel centro storico della città la manifestazione Pasqua con noi. Torna quindi la mostra mercato dell’artigianato artistico e dei prodotti alimentari, allestita in Piazza delle Erbe, nel primo tratto di via Raffaello, in Corso Garibaldi e nel primo tratto di via Veneto.

Spostandosi in Piazza della Repubblica i visitatori potranno esplorare i laboratori degli “antichi mestieri” aperti al pubblico per l’occasione. Si potranno seguire le tecniche di lavorazione del ferro battuto, la tessitura, l’intarsio del legno, l’intreccio dei cesti e la rilegatura dei libri.

Sabato 30 marzo alle 15 partirà da Piazza Duca Federico la passeggiata alla scoperta dei luoghi della Flagellazione di Piero della Francesca. La voce narrante di Andrea Aromatico guiderà i partecipanti alla scoperta dei luoghi che ispirarono il pittore e li coinvolgerà nella narrazione delle vicende che hanno condizionato le sorti del Montefeltro.
L’iniziativa è legata alle scoperte storiografiche di Andrea Aromatico pubblicate recentemente nel suo libro “La Flagellazione-Il romanzo, i codici, il mistero”.

Per gli amanti dell’arte la mostra “Il restauro per una didattica dell’arte” è aperta al pubblico nell’Oratorio della Grotta della Cattedrale.

Il Palazzo Ducale sarà aperto dal 29 marzo al 3 giugno con orario continuato dalle 8.30 alle 19.15. Qui sarà possibile ammirare anche il dipinto di Giovanni Santi “La Visitazione”, appena restaurato.

In vista della candidatura della città a Capitale della Cultura Europea 2019, dal 30 marzo al 10 aprile a Urbino verrà realizzata una mostra nelle sale del Castellare del Palazzo Ducale.  Nella prima stanza saranno allestite due proiezioni a grande scala: un percorso nella città e un percorso nel paesaggio delle Marche. Nella seconda e nella terza stanza saranno esposte opere di artisti che hanno interpretato il paesaggio marchigiano, in prestito dalla collezione di Salvi di Sassoferrato.

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