URBINO – L’Alzheimer è una malattia sempre più diffusa, di cui però si conosce ancora troppo poco: i farmaci non sono abbastanza efficaci e occorre dedicare un’attenzione adeguata ai pazienti, ma anche ai loro familiari. Un tema delicato, che nelle Marche in particolare riscuote grande risonanza, data l’età media molto alta della popolazione.
Domani al Collegio “La Vela” di Urbino si terrà un corso dedicato a medici, specialisti, infermieri, ma rivolto anche alla popolazione. L’obiettivo è quello di garantire assistenza ai malati creando sinergia e collaborazione fra ospedale e territorio.
I lavori si apriranno alle 8.30 e termineranno alle 14.30 con una discussione aperta. “In passato erano già stati tenuti seminari su questa patologia – dichiara il dottor Leonardo Badioli, responsabile del reparto di Psichiatria di Urbino e tra i relatori di domani – ma la novità di quest’anno è che non sono coinvolti solo medici di base, ma anche altre figure professionali come geriatri, psicologi, infermieri”. In più, durante il corso, ci sarà spazio anche per interventi di medici provenienti dalle realtà limitrofe. Non solo Urbino dunque, ma anche Fano e Pesaro.
Tra gli obiettivi principali quello di coordinare le diverse figure che si occupano dei pazienti e quello di indirizzare al meglio le risorse disponibili con l’ulteriore tentativo di abbattere il tasso di ospedalizzazione. Altro elemento cruciale è la sensibilizzazione a una malattia che molto spesso viene sottovalutata. “Stiamo parlando di un male graduale e insidioso, che avanza lentamente e in forme diverse nel tempo – continua il dottor Badioli – oggi l’attenzione è salita, ma purtroppo c’è sempre chi ritiene che la perdita di memoria e lucidità negli anziani sia normale”.
Il numero di anziani nelle Marche è molto elevato: per questo la patologia dell’Alzheimer, che colpisce per la maggior parte donne e uomini in età avanzata, è particolarmente diffusa nel territorio. “Il progressivo innalzamento dell’età fa capire come le persone coinvolte in questa problematica siano sempre di più”.
“I casi in cui ad essere colpiti dalla malattia siano persone giovani sono ancora sporadici – conclude il dottor Badioli – mi è capitato di avere in cura un paziente di 42 anni, ma resta un episodio isolato. Va però detto che i pazienti dai 55 anni in su affetti da Alzheimer sono in aumento”.