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Perdersi e ritrovarsi fra le increspature del Montefeltro

di    -    Pubblicato il 22/05/2013                 

Perdersi e ritrovarsi fra le increspature del Montefeltro
di Leonardo Marconi

Incontrarsi quasi per caso in cucina, rivedersi in un androne qualsiasi, seduti sulle
scale. Abbracciarsi quasi per caso, tra il profilo “buono” del Duca e le increspature del
Montefeltro.

Poi tutto scompare, i contorni della sua immagine sfumano lontano… Muta il
cielo e e la neve sulle cime dei monti azzurri…

“Una bolla di sapone che scompare e riappare quando ci si aggrappa all’indietro
nel tempo andato: resta l’incanto anche quando non c’è più. Come quando si sfugge a
tutto il resto e ci si perde sulle pendici, dove il silenzio si fa greve e le nuvole più veloci,
gli occhi trasognati e le mani di nuovo leggere”.

Per ritrovarsi con se stessi quando le luci si spengono, a due passi dal mare, anche
se d’estate e a metà del caldo d’agosto. O nel freddo di novembre, quando l’unico calore
che ci scalda il cuore sale fumante tra castagne e vin brulè.

“Tornarsene così, dopo un giro, un lungo giro a piedi. Al solito bar, al solito posto
prima d’andare a dormire”.

“Un Ammazzacaffè per adulti, grazie. Magari all’anice speciale, così bianco che tanto non
ho più niente da nascondere”. E pensavo… “Perdersi nel proprio tempo e berci sopra
un’alba blu: ma che sappia di caffè macchiato, come le nuvole dell’infanzia. Rubare al
volo le chiavi della conoscenza: giusto quella che passa attraverso il salvacondotto del sopracciglio
alzato del barista, sbarbino ed eclettico: quello dai modi piacenti alle ragazzine
in tiro nella notte della riviera. Questo è l’unico bar ancora aperto, incurante degli sbuffi
di schiuma che salgono dal mare agitato. Oramai vicino ai giacigli di Morfeo ma ancora
non pago, appoggiare il viso sul palmo delle mani: sogni.

Sentire aprire la porta, girarsi con lentezza. Sbirciare gli occhi attenti del vecchio
cassiere in tinta bianca e papillon. Carne ovattata e rumore di tacchi sul vecchio parquet:
vederla entrare più bella che mai, ai confini della terra dove lo chalet e le onde si riflettono
sul disco della luna. Nei boschi di nessuno che tutti avremmo sempre voluto per essere felici…
Sentire appoggiare le sue labbra sulla tua guancia, dolcemente. Guardarsi d’intesa:
col sapore del caffè in bocca, baciarsi poco prima della tempesta. Incuranti del resto, solo
per un mondo che se ne va, pieno di figurine sbiadite e sguardi morti d’attesa, andarsene
in due”.

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