URBINO – Si è riunito stamattina alle 10 il consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche per eleggere il nuovo presidente: sarà Dario Gattafoni che era già stato nominato nel 2011 dopo la rinuncia del vecchio presidente, Gianni Rossetti.
Tanti i problemi che riguardano la professione giornalistica: dall’organizzazione dei corsi per la formazione continua alla legge sull’equo compenso non ancora applicata concretamente passando per le scuole di giornalismo, l’unica strada percorribile per chi vuol fare questa professione.
Dottor Gattafoni, si aspettava di essere rieletto?
Si, me lo aspettavo e con me sono stati riconfermati 8 membri del vecchio consiglio. Questo perché abbiamo iniziato un percorso insieme e il lavoro fatto finora necessita di essere completato.
Quali sono gli obiettivi per il prossimo triennio?
L’impegno maggiore è organizzare i corsi per la formazione permanente prevista dalla legge 148 del 2011. Sarà un compito non facile perché l’ordine dei giornalisti è nuovo a questo tipo di attività mentre altri ordini professionali sono abituati a gestire cose del genere. Non sappiamo nei dettagli come ci muoveremo, stiamo aspettando la convocazione da Roma per avere direttive precise. Comunque, la formazione prevede il conseguimento di 60 crediti triennali e si è deciso, con l’Ordine nazionale, di far partire i corsi il primo gennaio 2014. Abbiamo sei mesi per organizzarci.
Chi finanzierà la formazione permanente obbligatoria?
In teoria gli ordini regionali ma è difficile trovare fondi. Noi avevamo anche pensato di istituire una fondazione per accedere ai finanziamenti comunitari (l’Ordine non può accedervi direttamente). Comunque sia, bisognerà organizzare capillarmente la formazione anche utilizzando l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino (Ifg) che è il fiore all’occhiello dell’Ordine delle Marche.
Lei crede che le scuole di giornalismo siano ancora una realtà valida?
Senza dubbio, è l’unica carta spendibile nel mondo del lavoro. Basta guardare le statistiche per capire che è l’unica strada perseguibile se si vuol fare questo mestiere perché fornisce un impianto solido a livello culturale.
C’è una legge ferma da anni in parlamento che prevede l’obbligo di passare attraverso le scuole per diventare professionisti: sarebbe una cosa molto utile ma forse il potere politico ha paura di una formazione troppo elevata della classe giornalistica.
Quali sono le altre priorità?
Un altro obiettivo importante è la digitalizzazione dell’archivio in collaborazione con la Soprintendenza. Abbiamo avuto il riconoscimento dal Ministero per costruire un’archivio della storia del giornalismo marchigiano e una biblioteca tematica. Abbiamo raccolto le tesi, gli articoli e tutto quello che riguarda il giornalismo fatto nella nostra regione.
Che cosa pensa della legge sull’equo compenso?
Credo sia una conquista dell’ordine nazionale, un fatto molto positivo perché rappresenta uno strumento in più per combattere lo sfruttamento dei giornalisti precari. Certo sarà molto difficile da applicare.
Questa mattina durante il consiglio sono state assegnate anche le altre cariche: il vice presidente è Nicola Di Francesco, il segretario Stefano Fabrizi e il tesoriere Luca Romagnoli. Gli altri componenti del Consiglio sono: Simonetta Marfoglia, Franco De Marco, Giuseppe Poli, Patrizio Patrizi, Gabriele Vincenzi. Il collegio del sindaci revisori è composto da Edoardo Danieli, Paola Maria Cimarelli ed Egidio Montemezzo.