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La magia del Montefeltro vive ne “Il Duca” di Pietro Gattari

di    -    Pubblicato il 3/06/2013                 
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Pietro Gattari
Autore de “Il Duca”

URBINO – Una passione fulminante per il Montefeltro, quasi dieci anni per raccogliere tutto il materiale, portarlo alla luce e raccontarlo in un libro. È la genesi de Il Duca, il primo romanzo di Pietro Gattari, medico immunologo appassionato di storia – romano di nascita, feltresco d’adozione – che del Rinascimento e del duca Federico si è innamorato per caso.

Il libro ripercorre le vicende pubbliche e private del duca di Montefeltro, personaggio centrale ed emblematico del Rinascimento. Mecenate e protettore di artisti e scienziati che affollavano la corte di Urbino, studioso a sua volta, il duca contribuì al risveglio culturale, letterario e artistico dell’Italia nel Quindicesimo secolo. Ed è la sua storia e quella di questi luoghi a dipanarsi pagina per pagina nel romanzo.

Ma com’è nato quest’amore? “La prima volta che sono venuto a Urbino – spiega Gattari – ormai 35 anni fa, ero accompagnato da mia moglie, lei è di Pesaro. Andavamo a conoscere i suoi parenti. È lì che ho conosciuto Mariolina Franti, ex professoressa al liceo scientifico di Pesaro, una donna di straordinaria cultura. A bordo della sua 500, che guidava in maniera terrificante, siamo saliti fino a Urbino. Mi ha comunicato la passione per il Rinascimento urbinate e la storia millenaria del Montefeltro. Un posto dove finisci se ci devi finire”.

Scritto in forma di diario, la voce narrante è del medico personale del duca. Non una scelta casuale. “So come ragionano i medici – commenta Gattari – ed è stato più semplice. Un pretesto, tutto qua, per giocare in casa. E poi i medici, al tempo, avevano una funzione sociale di ambasciatori: un luminare inviato per una visita di cortesia era un modo per scambiarsi una gentilezza importante”.

Da medico, Pietro Gattari lavora a Roma, il suo studio è a poche centinaia di metri da piazza San Pietro. “Alle cose belle ci sono abituato. Ma Pesaro è diventato il mio trampolino per conoscere la bellezza del Montefeltro, per perdermi in quei luoghi. Quando ho visto i torricini mi è scattato un corto circuito fiabesco. Un ritorno alla fanciullezza. Era indiscutibile, quella magia non l’avevo ancora mai vista”.

Le vicende raccontate da Gattari si evolvono per concludersi nel 1492, dieci anni dopo la morte di Federico. Un anno di eventi cruciali in tutto il mondo: dal viaggio di Colombo alla cacciata definitiva degli arabi dall’Europa, alla morte di Lorenzo de’ Medici e di Piero della Francesca.

“Un tesoro che andava portato alla luce – conclude Gattari – mi auguro di aver dato un piccolo servizio. Il patrimonio artistico che possediamo non siamo capaci di gestirlo. Per me, questo libro è un po’ come un tributo a chi mi ha fatto conoscere questi luoghi”.

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5 commenti to “La magia del Montefeltro vive ne “Il Duca” di Pietro Gattari”

  1. patrizia cervellati scrive:

    Grazie dottore per aver scritto questo libro che comprerò sicuramente e che di certo mi entusiasmerà ! Anch’io amo tantissimo il Montefeltro di cui il Duca Federico fu ottimo “sponsor”! Un cordiale saluto

  2. patrizia scrive:

    bravo dottore ! spero che sia interessante come “rinascimento privato”.
    comunque Le invidio la soddisfacente motivazione di aver fatto qualcosa di utile per il nostro bellissimo patrimonio artistico e culturale.

  3. Valentina scrive:

    Un libro letto tutto d’un fiato, con la voglia di voltare una pagina via l’altra.
    Negli occhi i luoghi che conosco e la riscoperta per una terra che ho decisamente nel sangue.
    Un vero tributo, ricco di anima e passione per il Montefeltro.

  4. Gianlorenzo scrive:

    Ho amato questa lettura oltremodo, sia per la capacità di Gattari di pennellare le intricate vicende politiche del ‘400, il secolo più entusiasmante della storia italiana, e sia per la sua attenzione e maestria nel dipingere i caratteri e le inclinazioni dei protagonisti dell’epoca, in particolare il Duca e la sua splendida consorte, Battista. Lo ringrazio anche per averci fatto godere dell’uso di parole e termini che ormai quasi nessuno utilizza più, inseriti in una prosa comunque piana e moderna, che consente una lettura facile e appassionata. Non basta leggere il libro una sola volta !!! non so come Gattari fa il medico, ma avrà lunga vita come scrittore storico, se lo vorrà. Gianlorenzo Fiorenzi, Osimo.

  5. mara moretti scrive:

    Amo Piero della Francesca e il suo tempo.
    Innamorata da anni del ducato, di quel “profilo” che gia’ da ragazzina mi “faceva simpatia”, dei ricordi che mi riportano a mio padre, seduttivo nel coinvolgere ragazzini come me e mia sorella , raccontandoci la storia dell’arte e il rinascimento italiano. Avere un maestro che ti comunica passione e’ un regalo della vita. E un regalo e’ stato leggere il suo libro.
    Frequento Pesaro e le marche da 35 e piu’ anni. trovo struggente il suo entroterra, affascinante e fibesca Urbino.
    E’ riuscito a a cucire addosso ai personaggi un vestito perfetto. Si legge tra le righe la passione.
    Grazie degli aneddoti , delle rivelazioni… (la pala di Piero spostata per l’onorificenza funebre… Battista Sforza cresciuta a pesaro… ) per la ricostruzione degli intrighi delle corti. Grazie per questo squarcio di storia cosi’ ben
    raccontato.