URBINO – Due pannoloni al giorno devono bastare, anche se non sono sufficienti, chi ha un parente anziano con problemi di incontinenza lo sa. La tabella regionale che misura e cronometra la cura degli ospiti delle case di riposo taglia una fetta di tempo per ognuno: 100 minuti, un’ora e 40 minuti di assistenza giornaliera per mangiare, lavarsi, camminare, andare al bagno. Secondo la Regione Marche bastano per vivere dignitosamente. Negli altri 1340 minuti della giornata, gli anziani non autosufficienti che alloggiano nelle case riposo sopravvivono dentro a un letto. Come Giovanna (nome di fantasia) che ha 89 anni e lo sguardo triste. Ogni mattina si sveglia alle 7. L’infermiera, piano piano, la alza e le passa sul viso, sulle braccia, sulle gambe stanche che non ce la fanno a reggere il piccolo peso del suo corpo delle salviette detergenti: questa è la sua doccia quotidiana. Il bagno, quello vero, quello con l’acqua, lo fa una volta ogni 7 giorni, a volte ogni 10 giorni. L’infermiera poi le cambia il pannolone, la sistema sulla sedia a rotelle e la porta nel refettorio per la colazione. Dopo mangiato, di nuovo a letto o in poltrona fino all’ora di pranzo. Nel pomeriggio, se non c’è l’animazione, si ritorna in stanza ad aspettare la cena. Cambio del pannolone prima della notte e poi a dormire in attesa di una nuova giornata. “Avevo tre figli, uno è morto. E’ da sei anni che vivo così, tutto quello che vorrei è morire”, dice Giovanna che non parla volentieri e subito si chiude nel suo silenzio. Da agosto abita nella nuova casa riposo Montefeltro di Urbino. Gli anziani che hanno bisogno di maggiori cure alloggiano nella residenza assistita, gli altri nella residenza protetta. In tutto sono una sessantina.
Secondo la delibera regionale del 2010, gli anziani hanno diritto a 100 minuti di assistenza al giorno: 20 con gli infermieri e 80 con gli operatori socio sanitari. Un tempo sufficiente per chi non necessita di una assistenza continua. Briciole per chi è costretto a passare tutta la giornata in un letto e non può muoversi, andare in bagno, vivere senza l’aiuto di qualcuno. Così, spesso, il personale delle case riposo non riesce a dedicare agli anziani quelle piccole attenzioni che renderebbero la vita più sopportabile. Non c’è tempo per farli passeggiare, portarli in giardino, dialogare con loro. C’è troppo lavoro da fare.
Nella residenza assistita di Urbino ci sono 2 infermiere e 3 operatori socio sanitari per 24 anziani non autosufficienti, mentre nella residenza protetta ci sono un infermiere e 4 oss per 50 anziani. “I cento minuti imposti dalla legge in certi momenti bastano, in altri no. Questo inverno c’è stata una epidemia influenzale e il personale ha fatto fatica a seguire tutti. Spesso le leggi vengono fatte da chi non lavora nella case riposo e non conosce quali sono le reali necessità delle persone. D’altronde per offrire di più bisognerebbe aumentare la retta ma siamo in una situazione economica in cui una cosa del genere non è pensabile”, dice il direttore della residenza Montefeltro, Massimo Manenti.
Gli scarsi minuti d’assistenza imposti dalla Regione non sono l’unico disagio per chi vive nelle case riposo. Da gennaio l’Asur ha tagliato il numero di pannoloni forniti gratuitamente: da 120 a 60 pannoloni al mese per persona, solo due al giorno. “Un anziano incontinente necessita di 6 pannoloni durante la giornata”, continua il direttore. Secondo i parenti degli anziani, i pannoloni forniti dall’Asur sono scadenti e vanno cambiati in continuazione. Così, sono le famiglie a comprare i pannoloni in più: in farmacia il pacco più economico da 30 pezzi costa 24 euro. A fine mese la spesa complessiva è di 50 euro. Un costo che si va ad aggiungere a quello per i medicinali e per la retta mensile della casa riposo.
Nella residenza Montefeltro una singola costa 45 euro, la doppia 43. La retta è tra le più economiche della Provincia di Pesaro Urbino: le altre case riposo della zona oscillano da un minimo di 40 euro a un massimo di 71 euro. “Mantenendo dei costi così bassi, noi riusciamo a garantire solo i servizi base. L’animazione, la fisioterapia, il parrucchiere e la messa sono prestazioni in più che offriamo ma non siamo tenuti a fornire”, dice il direttore. “Alzare una persona dal letto non è una prestazione obbligatoria. Naturalmente lo facciamo ma questa non è la caritas. Dobbiamo rientrare nei costi”. Nella struttura non c’è una sala hobby e gli anziani passeggiano in un piccolo prato vicino al parcheggio.
Anche Iolanda, 89 anni, abita nella residenza Montefletro. Sua nuora passa con lei tre ore al giorno: la aiuta a mangiare, a passeggiare, le fa fare la cyclitte che ha comprato e sistemato in camera. “Iolanda è ancora lucida, soffre a fare la pipì nel pannolone quando avrebbe bisogno solo di qualcuno che l’accompagnasse in bagno. Così, vengo a trovarla più volte durante la giornata, la porto in bagno e la lavo”, dice sua nuora, mentre Iolanda resta in silenzio a guardarla con i suoi occhi celesti. “Il personale della struttura lavora tantissimo. La colpa è degli standard regionali. Gli anziani hanno solo il minimo indispensabile. Semplicemente sopravvivono, non vivono”.
Vergogna UMBRIA!RIBELLATEVI , TENETELI A CASA QUESTI NOSTRI ANZIANI, FATE FALLIRE IL BUSINESS…………………, FATE RICORSO AL TAR CONTRO LE DELIBERE DISUMANE! E COMUNQUE I PANNOLONI ai sensi del nomenclatore tariffario, che ricordo è ancora in vigore , sono previsti fino a 4 al di . Nessuna delibera regionale può peggiorare una legge dello Stato .
leggete qui che schifo …. appena pochi minuti di assistenza al giorno nelle RSA e …dice il direttore. “Alzare una persona dal letto non è una prestazione obbligatoria. Naturalmente lo facciamo ma questa non è la caritas. Dobbiamo rientrare nei costi”.
quindi le persone per consentire a loro di rientrare nei costi devono marcire sulle piaghe da decubito ?
A casa, devono stare a casa loro, TUTTI!!!!!!!! Ma vi rendete conto che la Messa è considerata una “prestazione”??? A CASAAAAAAAAA. I bravi operatori possono anche lavorare a casa nostra!!!
E i parenti di questa signora? Nessuno parla di loro? L’hanno internata invece di occuparsi di lei.
Date i 45 euro al giorno a chi vuole restare a casa propria… starà molto meglio fisicamente e psichicamente!!!
si dovrebbe potenziare l’assistenza domiciliare che costerebbe meno e l’anziano ,anche se non completamente autosufficiente, vivrebbe la vecchiaia con piu serenita, Ma il bussiness delle case di riposo porta a queste storture e cosi De Benedetti fa business con le sue case di riposo un po in tutta italia . In abruzzo tutti ricordiamo la vicenda della sanitopoli della scorsa giunta PD . Angelini ( il proprietario della casa di cura abruzzese di Villa Pini ) aveva fiutato che il PD abruzzese aveva intenzione di affidare alcuni appalti di servizi sanitari al gruppo de benedetti (tessera n. 1 del PD) e vedendosi chiuso si rivolse alla magistratura sputtanando l’ex presidente del turco e poi è successo quello che tutti sappiamo … ma de bendetti , il bancarottiere del banco ambrosiano veneto il responsabile della fine della olivetti, ancora una volta è stato salvato dalla magistratura !!!!!!!!
Basta con queste pseudo tutele a senso unico, gli anziani come i non autosufficienti, devono avere la possibilità di vivere nelle proprie case con la giusta assistenza che non è qualcosa da quantificare in ore o minuti. Stiamo parlando di persone che il più delle volte necessitano di essere ascoltati, curati sotto ogni aspetto della vita.
un vero schifo! l’assistenza indiretta ai pazienti gravissimi da solo il 10% di quanto dovrebbe dare! e mia sorella disabile gravissima non ricoverata,deve pure subire i tagli sui pannoloni,inoltre risulta che gli artefici di questi tagli,abbiano avuto 22.000 euro a testa per aver fatto risparmiare la regione! una VERGOGNA!
C’è un libro molto bello che è appena uscito: “La forza degli anni. Lezioni di vecchiaia per giovani e famiglie”. Il libro è frutto dlla quarantennale esperienza della Comunità di Sant’Egidio accanto agli anziani. E’ un testo molto ragionato, pratico su come stare vicino ai propri cari anziani, affrontando le difficoltà della vita quotidiana. Ce n’é pure un altro “Come restare a casa propria da anziani”, un vero e proprio vademecum su come affrontare disabilità e non autosufficienza tra le mura domestiche, che offre risultati sempre migliori a parità di costi e con una qualità della vita molto più elevata. A chi tiene in casa il proprio anziano la Regione fornisce un sussidio che altrimenti finirebbe all’istituto di cura dove viene “accolto” e parcheggiato.
Ecco una guida “Come restare a casa propria da anziani” a cura della Comunità di Sant’Egidio.
Un persorso di tantissimi anni che ha portato il frutto di un vademecum utilissimo per chi è anziano a casa propria, ma anche per chi convive con una persona anziana. Tanti consigli utili e pratici e suggerimenti per la soluzione di tante difficoltà quotidiane.
http://www.santegidio.org/it/anziani/guida/come_2007.pdf
Io non permetterò mai che mia madre faccia questa fine!