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“Il ladro di parole”, i bambini di Gadana diventano piccoli autori

di    -    Pubblicato il 25/11/2013                 
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8URBINO – Ci sono la scimmietta Priscilla e il cane Circe, il cattivo Dagon Sinistro e la banda dei briganti coraggiosi. Sono solo alcuni dei personaggi del libro Il ladro di parole, presentato domenica 24 novembre alla libreria Montefeltro Libri di Urbino. Quasi cento pagine nate dalla creatività e dal lavoro di 17 bambini, quelli della V elementare dell’istituto Pascoli di Gadana. Ogni sabato mattina, da ottobre a dicembre del 2012, hanno partecipato al laboratorio di scrittura organizzato dalla maestra d’italiano Maria Cecconi e da Giovanni Darconza, che oltre ad essere il papà di uno degli alunni è docente di letteratura spagnola all’università di Urbino. È stato lui a proporre l’idea da cui poi si è sviluppata la trama del libro e, anche se non si riconosce più di tanto in questo ruolo, è  l’autore ufficiale del testo.

Sabato dopo sabato sono nati così gli abitanti di Parolandia, una città immaginaria che sorge su un’isola, ma che i bambini hanno costruito con continui riferimenti ad Urbino: “Ci sono le mura storiche e l’università, perché il loro pensiero va sempre e comunque alla città in cui sono nati”, spiega Darconza. Ma Parolandia, a differenza di Urbino, custodisce il deposito di parole, spartite tra diverse stanze a seconda della loro importanza e del loro ruolo. Ci sono i neologismi, le parole usurate o danneggiate, quelle dimenticate e quelle principali come Dio, donna e uomo, custodite da 30 password. Se una di loro viene rubata scompare per sempre dal vocabolario e dalla coscienza delle persone e così, dopo il furto di una parola da parte di Dagon Sinistro, nessuno a Parolandia parla d’altro. Proprio attorno a quest’evento è costruito il giallo linguistico dei bambini di Gadana, che hanno dovuto descrivere la parola rubata senza mai utilizzarla. Una parola che non sarà svelata neanche nell’ultima pagina, perché il compito di individuarla è interamente affidato al lettore.

Il ladro di parole

“Questo lavoro è stato un esercizio molto utile – racconta la maestra – che ci ha permesso di usare il circle time (lavoro in cerchio di tutti gli alunni, ndr) come fase creativa e lessicale”. Per poi continuare a coppie, “perché in gruppi numerosi si rischia sempre di escludere qualcuno”. In questo caso non è successo e nei protagonisti del libro ci sta un pezzetto di ognuno di questi piccoli autori. Dalla gelosia per il fratellino in arrivo al rapporto con la mamma, dai cartoni che più gli piacciono agli scioglilingua che hanno appreso con difficoltà. “Per me la fase più difficile è stata montare il tutto – racconta Darconza – ma alla fine sono riuscito a creare un’ambiguità che offre ricchezza attraverso i loro punti di vista”.

Il libro di parole è stato accompagnato da un laboratorio di pittura, con cui i bambini avevano imparato la tecnica dell’acquarello per realizzare le illustrazioni del loro testo. Illustrazioni che però non sono state impiegate, perché la politica della casa editrice che ha pubblicato il libro, la Giovane Holden Edizioni, prevede solo immagini in bianco e nero. Allora è arrivata Claudia Piras, che studia all’istituto d’arte di Urbino e che in un mese ha preparato tutti i disegni necessari. Nel frattempo, i 17 bambini hanno salutato i personaggi creati dalla loro fantasia scrivendogli delle lettere.

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