URBINO – Lo scorso aprile è stata sfregiata con l’acido nel suo appartamento di Pesaro e oggi, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Lucia Annibali è stata nominata cavaliere dell’Ordine al merito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Due eventi in capo e in coda agli otto mesi che hanno stravolto la vita dell’avvocatessa urbinate, che oggi ha voluto lasciare un messaggio alle vittime di violenza. Un messaggio che è un misto di speranza, indignazione e tanta forza di volontà: “Mi sono riappropriata della mia mente, del mio corpo e del mio tempo. Spero che la mia testimonianza possa essere d’aiuto a chi ancora sta soffrendo tanto. A queste persone dico di non smettere mai di lottare, anche quando si è stremati. Un abbraccio forte a tutti, la mia solidarietà e… a morte i vampiri!”
LEGGI LA LETTERA DI LUCIA ANNIBALI
Le parole della Annibali sono state lette al teatro Sanzio di Urbino da Margherita Mencoboni, membro della commissione Pari opportunità delle Marche, in occasione dell’incontro “Il rispetto è un diritto sempre”. Un incontro per parlare di donne, raccogliere numeri e storie dinanzi alla folla di studenti arrivati dall’istituto tecnico Enrico Mattei, dall’istituto d’arte e dal liceo classico Raffaello. Un incontro al quale l’avvocatessa non ha potuto partecipare, senza comunque rinunciare a condividere la sua testimonianza.
L’evento ha avuto come relatrici non solo la Mencoboni, ma anche l’assessore alla Cultura del comune di Urbino Lucia Pretelli e il presidente della commissione Pari opportunità Marche Adriana Celestini ed è stato anche l’occasione per proiettare il cortometraggio “Mi chiamo Giulia e non ho paura”, di Henry Secchiaroli con la regia di Luca Caprara. Giulia è un volto che in realtà ne descrive molti, nella storia di una ragazza picchiata da un compagno ossessionato dall’ansia di possederla. Giulia viene sbattuta al muro e lascia una chiazza di sangue, quella che la nuova proprietaria del suo appartamento non vuole cancellare dalla parete “sporcata”.
Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino ha commentato l’onorificenza assegnata dal presidente Napolitano all’avvocatessa urbinate. “Un grande gesto – afferma Ricci – giusto per lei e per tutte le donne che hanno subito violenza. Sempre forza Lucia”. La storia di Lucia ”ha scosso profondamente il nostro territorio non uso a questi gesti che sono vere e proprie barbarie. Ma con il suo coraggio, la sua determinazione, la sua dignità, Lucia è diventata un esempio per tutte le donne vittime di soprusi. Il dovere della politica e delle istituzioni è quello di dare mezzi e risorse adeguate a chi lavora e combatte ogni giorno sul campo per provare a ridare speranza e voglia di credere nel futuro alle tante vittime di maltrattamenti”.
Troppo spesso “ci si vergogna di dire che si è oggetto di violenza”, sottolinea l’assessore Pretelli, e per questo motivo “a ciascuno di voi chiedo di tenere alta l’attenzione su questo rischio”. E allora quella parete sporcata di rosso nel cortometraggio non va nascosta, anzi questo colore va sfoggiato. In un paio di stivali o in una collana, in una giacca o in una sciarpa. Tutte le relatrici dell’incontro al teatro Sanzio hanno indossato qualcosa di rosso, perché “noi siamo sulle barricate”, ha detto la Pretelli. Sulle barricate per le 138 vittime di femminicidio in Italia nel 2013, e non solo. “Ho conosciuto una ragazza del sud-est asiatico che aveva rifiutato il matrimonio con un uomo di 78 anni, programmato quando lei era ancora in fasce, e che è stata punita con l’acido solforico”. A ricordarlo è Adriana Celestini, sciarpa e montatura degli occhiali rigorosamente in rosso. “Nella nostra provincia sono state uccise 13 donne in 13 anni – sottolinea Margherita Mencoboni – mentre solo nei primi sei mesi di quest’anno 56 donne si sono rivolte al centro antiviolenza di Pesaro”.
“Il rispetto è un diritto sempre” non si ferma nella città ducale, perché questo pomeriggio si sposta a Pergola, città natale di Lucia Bellucci, la donna uccisa lo scorso agosto con quattro coltellate.