Istituto per la Formazione
al Giornalismo di Urbino

i corsi - la sede - contatti
gli allievi - i docenti - l'istituto

La Robur Tiboni riparte con un mix di gioventù ed esperienza

di    -    Pubblicato il 10/12/2013                 
Tag: , ,
Giancarlo Sacchi, direttore Ersu

Giancarlo Sacchi, presidente Robur Tiboni volley

URBINO – Guai a nominare la parola “crisi”. Giancarlo Sacchi, 68 anni, presidente della Robur Tiboni volley Urbino, non ci sta. Poco importa se una squadra che tre anni fa era sul tetto d’Europa oggi si ritrova  a lottare per la salvezza: le carte in tavola sono cambiate.

“Tutto sta andando quasi secondo i piani – ha spiegato al Ducato Sacchi – abbiamo costruito una squadra giovane, rivoluzionandola completamente rispetto all’anno scorso, un anno pessimo, e ridimensionando le nostre ambizioni. Noi quest’anno puntiamo alla salvezza e siamo in piena corsa per ottenerla”.

La squadra è attualmente penultima in campionato ma agganciata al treno della lotta per non retrocedere. “Abbiamo fatto una squadra giovanissima e di grande prospettiva” spiega il presidente.  “Abbiamo preso Luna Carocci, un libero di grande valore che è anche stata in nazionale. Negrini, Santini e altri elementi rappresentano un qualcosa in più: esperienza, affidabilità e attaccamento ai colori sociali. Certo, è un tipo di politica diversa rispetto agli anni precedenti in cui magari abbiamo speso molto di più con risultati alterni”.

Ma allora a cosa è dovuta la spending review in casa Robour Tiboni? “La lega – fa notare Sacchi –  ha deciso di inasprire le norme di iscrizione in periodo di crisi  anticipando persino la scadenza per la dilazione del pagamento degli ingaggi. Io credo che non abbia senso, tant’è vero che altre squadre molto blasonate come Pesaro non sono nemmeno riuscite a iscriversi alla serie A.  E’ un periodo di grande difficoltà, sia per via della crisi economica che interna,  per mancanza di lungimiranza da parte degli amministratori della Lega. Noi comunque siamo in pari con i pagamenti delle giocatrici di quest’anno”.

È un Sacchi stanco, quello che parla al Ducato, esasperato da questa situazione che definisce “insostenibile”: “Per i prossimi anni spero di non stancarmi, perché se io decido di smettere allora finisce tutto. Sta diventando una croce troppo pesante da portare per me e i miei soci tra cui mia figlia. D’altra parte però non mancano le soddisfazioni: in primis, la pallavolo vista come eccellenza del territorio e come strumento educativo, e poi ci sono i “Fedelissimi”, i tifosi, che meritano questa squadra e questa realtà”.

“Questo sistema che abbiamo creato – ha concluso Sacchi – ci serve anche per alimentare il nostro ricchissimo settore giovanile: mandiamo addirittura gratis i nostri istruttori nelle scuole pubbliche a fare corsi. E’ una cosa di straordinaria bellezza vedere i bimbi integrati che giocano insieme grazie anche alla nostra opera di sviluppo e tolleranza. I genitori sono ancora divisi, i bimbi sono uniti”.

Sullo stesso argomento:

I commenti sono chiusi