Luca Dello Iacovo, 33 anni, giornalista ed ex studente dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, se n’è andato.
Era arrivato ad Urbino ed entrato nelle nostre vite 9 anni fa. Biennio 2004-2006. Poi il lavoro, come freelance, il Sole 24 Ore, la collaborazione con la fondazione Ahref. Ma non è importante qui, oggi, ricordare il suo curriculum. Anzi, è irrilevante.
I suoi compagni di corso, i docenti e la direzione dell’Ifg sono scossi, ed è un eufemismo. Giornalisti professionisti che non riescono a pensare lucidamente e che non riescono nemmeno a decidere cosa scrivere per ricordarlo.
Per questo vogliamo salutarlo con un abbraccio che sappiamo per certo essere condiviso dalle centinaia di persone che l’hanno conosciuto e hanno amato la sua intelligenza, la sua riservatezza, la sua passione.
Dopo, ci sono solo il silenzio e quelle lacrime private che ognuno di noi sta versando, a modo suo, pensando a Luca. A volte non basta un ‘Ciao’, ma è l’unica cosa che si riesce a dire.
I funerali avranno luogo sabato 21 dicembre a San Martino Valle Caudina alle ore 15. L’Istituto per la formazione al giornalismo dedicherà a Luca una borsa di studio.
Ciao Luca,
te ne sei andato per sempre. Nel modo in cui nessuno vorrebbe mai vedersene andare i propri amici. Quello che è successo ci interroga tutti, oggi. Noi 32 del biennio 2004-2006 che per due anni abbiamo condiviso quasi tutto e poi, troppo spesso ci siamo persi, ognuno con le sue vite, il lavoro, la famiglia. I fatti nostri.
Lo so, in questi giorni bisognerebbe avere solo un pensiero, un ricordo, un aneddoto da riportare perchè vorremmo fosse quello che ci porteremo per sempre appresso. Un sorriso, una chiacchierata sulla Cina o sui nuovi media. Invece, oggi per me c’è solo lo choc. La voglia di riavvolgere il nastro di qualche giorno e fermare tutto. Parlare e parlare ancora, capire, confrontarsi, trovare una soluzione. Come facevamo all’Ifg. Come se tutto potesse essere analizzato e sminuzzato come una pagina di giornale, una lezione di etica, un fatto di cronaca. Non è così, Luca. “In dismissione” dicevi nel tuo ultimo tweet. E in dismissione siamo in tanti, oggi.
Ciao Luca. Un abbraccio. Quello che non c’è stato il tempo di darsi. Quello che, vincendo la timidezza, avresti forse voluto dare tu a tutti noi che siamo qui, smarriti, davanti a quello che è successo.
Luca era timido e introverso. Parlava piano, senza mai imporsi, pur avendo sempre idee chiare e coerenti. L’intelligenza, l’umiltà, il garbo, la cultura, la gentilezza, la sensibilità verso il mondo. Questo era Luca per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo da vicino nei due anni all’Ifg
non aveva mai perso la tenerezza, ma era anche un ragazzone pieno di energie per fare lunghi viaggi in giro per il mondo, con la curiosità di vedere, incontrare, conoscere. Era malinconico ma attratto dalla vita. Aveva un’idea filosofica del giornalismo, lontano dalle polemiche quotidiane e ispirato più alla conoscenza, alla ricerca del futuro. E ha cercato di coltivarlo con una passione e una convinzione che ho sempre ammirato
a me piace ricordarlo felice come quando raccontava della Cina e dell’Oriente, degli anni felici vissuti durante l’università a Napoli, delle prime piccole grandi soddisfazioni giornalistiche. O appassionato come quando (già dieci anni fa) parlava del futuro della rete e di come sarebbe stata un grande strumento per diffondere e migliorare la democrazia nel mondo
c’era tanta bellezza e umanità nelle sue parole, ce le porteremo via con affetto e leggerezza