FERMIGNANO – Elfi, hobbit e cavalieri oscuri a passeggio nella Gola del Furlo. Non è un sogno, ma l’idea di due ragazzi di Fermignano, Claudio Ripalti e Daniela Cancellieri, che hanno portato nel Montefeltro la realtà fantastica del genio di J. R. R. Tolkien. A pochi mesi dall’uscita, il mediometraggio “Diari dalla Terza Era” continua a riscuotere successo. Dai siti specializzati alla stampa nazionale, molti sono rimasti colpiti dall’iniziativa che, ispirandosi liberamente alla trilogia del Signore degli Anelli ha portato la magia della Terra di Mezzo nel Montefeltro. Uno dei registi, Claudio Ripalti, parla della sua pellicola. E ora gli autori sono stati persino invitati all’Università di Modena per tenere una lezione sui fan film.
Come è nata l’idea del film?
Volevamo approfondire la figura del Re stregone che nella trilogia del Signore degli Anelli di P. Jackson non viene affrontata molto e che invece secondo noi meritava maggior attenzione. Quindi abbiamo interpretato liberamente il personaggio e la sua storia dandogli risalto e spessore. Inizialmente il progetto era molto più piccolo, poi la sceneggiatura si è arricchita sempre più e alla si è trasformato in un lungometraggio.
Nel film si possono riconoscere location come la Gola del Furlo, le Cesane, Monte Acuto e il castello di Piandimeleto. Perché avete scelto la provincia di Urbino?
Abbiamo scelto gli scenari basandoci sulle descrizioni di Tolkien. Alla fine la scelta è caduta sulla nostra Provincia per due ragioni. Una logistica: essendo di Fermignano i luoghi scelti erano a portata di mano, quindi facilmente raggiungibili. E poi anche facendo mille chilometri, non saremmo mai riusciti a trovare luoghi così suggestivi e paragonabili al Furlo o al castello di Piandimeleto.
Come avete reclutato gli attori?
Tutti gli attori sono esordienti. Non c’è stato un casting, ma abbiamo scelto le persone che incontravano in strada casualmente e che ci colpivano, uno stile un po’ indie insomma. Il protagonista, Alessandro Gabbianelli, l’abbiamo notato al Palio della Rana di Fermignano dove lui partecipava come maestro d’armi. Quando gli abbiamo spiegato il film, lui ha subito accettato il ruolo, nonostante non avesse mai recitato!
Avete avuto il sostegno delle istituzioni?
No. Non abbiamo chiesto il patrocinio in fase di produzione, ma dal comune e dagli enti culturali non abbiamo avuto alcun supporto. Nonostante questo però abbiamo avuto un buon feedback. La stampa ha parlato molto del film.
Il 12 febbraio, insieme al collettivo Wu Ming, parteciperete a un seminario dell’Istituto filosofico di studi tomistici a Modena sui Fanfilm. Secondo te perché il mondo di Tolkien è riuscito ad affascinare così tante persone?
Quella di Tolkien è la storia fantasy più bella che sia mai stata scritta. Il fantasy è Tolkien, molti hanno cercato di imitarlo, ma hanno dovuto piegarsi alla sua maestria. Inoltre il fantasy aiuta a evadere dalla realtà, la rende magica e credo che tutti abbiamo bisogno di cedere alla fantasia ogni tanto.