URBINO – I terremoti continuano a colpire Marche e Umbria. Nelle ultime 48 ore, stando ai dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sono state registrate oltre 30 scosse sismiche, tre delle quali superiori ai 3 gradi della scala Richter. L’epicentro è stato localizzato nel distretto sismico del Metauro, tra Città di Castello, in provincia di Perugia, e Apecchio, in provincia di Pesaro e Urbino. Le forti vibrazioni non hanno causato danni al territorio e ai centri abitati.
Ma quello che si sta verificando in questi giorni è un fenomeno che si è già presentato in passato. “La sismicità di queste zone è ben nota – dice il geologo Filippo Piscaglia – soprattutto nelle aree al confine con l’Umbria”. Rispetto alle scosse di ieri, l’esperto spiega: “Terremoti di questa entità si ripresentano ciclicamente. Vengono monitorati costantemente e se ne studia l’evoluzione”.
Che la terra tremi in questa zona del centro Italia quindi non sorprende, ma continua a suscitare preoccupazione tra la popolazione. L’area compresa tra Umbria e Marche è infatti una zona ad alto rischio sismico. Molti i terremoti avvenuti nel corso della storia. Negli ultimi anni, l’episodio più grave risale al settembre del 1997. Un sisma, con picchi di magnitudo 6.1, colpì l’appennino umbro-marchigiano portandosi via le vite di uomini e donne sepolti sotto le macerie degli edifici crollati e alcune opere artistiche di inestimabile valore: gli affreschi di Giotto e Cimabue.