Urbino – In via Ca’ Petruccio, località Monteavorio, un piccolo gruppo di cani da pastore, maremmani e dei Pirenei, vive ormai da alcuni mesi allo stato brado. I cani dovrebbero essere di Sebastiano Sechi, fattore locale proprietario di una quindicina di esemplari che utilizzava per il pascolo delle pecore e la difesa dell’area.
Lo scorso autunno sei o sette dei cani di Sechi si sono allontanati dalla fattoria e, da allora, sono privi di controllo. L’uomo ha sempre negato che fossero suoi, sostenendo di essere il padrone solo di quelli che ancora badavano il gregge. Il fatto che sia l’unico nella zona ad allevare quelle razze rende però poco credibile questa ipotesi. Non che l’uomo si stia preoccupando troppo della cosa: poco interessato alle sorti della fattoria, l’anno scorso ha cominciato ad andarci sempre meno, per poi sparire completamente da dicembre in poi.
Fortunatamente, per ora, il branco non sta creando problemi al vicinato. I cani se ne stanno in uno spiazzo poco sopra alla fattoria, attorno a una vecchia auto abbandonata. Con le persone che passano si mostrano curiosi ma non aggressivi. Giocano tra loro, dormono e… procreano. “Sono tranquilli, non hanno mai dato fastidio né a me né ai miei ospiti – spiega un abitante della zona – ma da troppo tempo sono abbandonati a loro stessi, senza vaccini o terapie antiparassitarie. In più non essendo sterilizzati col tempo aumenteranno: una femmina nei giorni scorsi ha partorito. Bisogna intervenire prima che diventino un problema”.
Viste le segnalazioni dei vicini, lunedì scorso la polizia municipale è andata a fare un sopralluogo, accompagnata dalla veterinaria del canile di Ca’ di Lucio. “Nei prossimi giorni inizieremo a portare via i cani – ha detto il capitano della municipale Bruno Felici – li preleveremo in più momenti, per evitare di sovraffollare il canile e gestire meglio la cosa”.
La situazione della fattoria Sechi è però complicata a prescindere dalla vicenda dei randagi. Andandosene, il proprietario ha infatti abbandonato anche tutti gli altri animali: cavalli, asini, maiali, pecore e altri cani da pastore rimasti “fedeli” al proprio compito (badano il gregge e lo radunano se arriva un estraneo). I vicini raccontano che ogni tre o quattro giorni delle persone vanno alla fattoria, forse per pulire e dar loro da mangiare. La salute degli animali resta comunque a rischio.
Sechi si è trasferito in via Ca’ Petruccio una ventina di anni fa. I rapporti con il vicinato sono sempre stati difficili, dal momento che l’uomo lasciava circolare in piena libertà mucche, pecore e capre, che quindi andavano a pascolare sui terreni e nei giardini altrui. Nessuno però l’ha mai contrastato, né legalmente né a parole, per via del timore che – a detta loro – l’uomo incuteva. I vicini lo descrivono infatti come “un uomo burbero”. Nessuno sa dove sia l’ex fattore e dunque è risultato, ad ora, impossibile raccogliere la sua diretta testimonianza.