URBINO – Fermignano, Urbino e Urbania si sono contesi per secoli i suoi natali. Ma Donato Bramante nacque a Fermignano, e il Podere Cà Melle è il vero luogo natale del celebre architetto e pittore del Rinascimento. Sono le conclusioni di una ricerca archivistica lunga sei anni condotta dalla docente di Storia medievale all’Università degli Studi di Urbino Anna Falcioni, che ha percorso a ritroso l’albero genealogico della famiglia Bramante dal 1400 al 1700.
Sabato 11 aprile, all’interno del ciclo di celebrazioni con cui dall’anno scorso Fermignano ricorda il suo più celebre cittadino, nella Sala del Consiglio Comunale di Fermignano, verrà presentato il libro in cui la professoressa Falcioni e il ricercatore Vincenzo Mosconi hanno indagato le origini di Bramante e i suoi rapporti con la sua terra: La famiglia Bramante. Fonti archivistiche urbinati passa in rassegna tutta la genealogia degli avi materni e paterni di Donato Bramante, i primi nativi della villa di Monte Asrualdo, i secondi del castello di Farneta.
Dall’affermazione nel XV secolo del cognome Bramante nel territorio di Fermignano all’ascesa economica della famiglia del genio rinascimentale, che si cimentò anche in attività commerciali di un certo rilievo (pare gestì la cartiera di Fermignano), in 206 pagine il volume condensa la storia della famiglia Bramante così come ricostruita sulla base degli oltre 300 volumi notarili consultati presso il fondo notarile dell’Archivio di Stato di Urbino.
Lo studio è stato infatti possibile grazie all’analisi dei rogiti notarili che hanno documentato la storia della famiglia Bramante dalle origini fino all’estinzione: “L’atto di nascita di Bramante non ce l’abbiamo – spiega l’autrice – ma attraverso il mio studio dimostro che la famiglia è di Fermignano, seguendo due linee di ricerca: da una parte l’origine del cognome Bramante, presente solo nell’area fermignanese, dall’altra lo studio della toponomastica”. Nell’onomastica medievale e moderna, infatti, gli artisti venivano connotati non solo con il patronimico, cioè con il nome del padre o dei genitori, ma anche con il luogo di provenienza. “In effetti –continua Anna Falcioni – il celebre architetto si firmò spesso Bramante di Monte Asrualdo, villa del contado di Urbino fra XV e XVI secolo”.
La ricerca della professoressa Falcioni è utile anche a sfatare definitivamente il luogo comune che voleva Fermignano non esistere, ai tempi in cui Bramante operò. “Era invece un castrum, un castello di notevole importanza, in cui gli stessi duchi di Urbino investivano in termini di patrimonialità”, testimonia l’autrice.
Su Bramante si pensava di sapere tutto. Ma la pubblicazione di La famiglia Bramante. Fonti archivistiche urbinati dimostra il contrario: “Certo una ricerca non è mai conclusa. Anche si raggiungesse una certezza al 98%, è pur sempre dimostrabile qualcos’altro: può venir fuori un documento che perfezioni ciò che è stato affermato in precedenza. La ricerca è sempre in itinere. Per definizione”.