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Università Carlo Bo, biblioteche umanistiche in difficoltà per carenza di personale

di    -    Pubblicato il 21/04/2015                 
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L’ex carcere – ed ex convento – di San Girolamo

URBINO – Carenza di personale e 350mila volumi da gestire. È la situazione delle biblioteche di area umanistica dell’Università Carlo Bo di Urbino. Un patrimonio inestimabile, fiore all’occhiello dell’Ateneo, che attira studiosi da tutto il mondo. Il blocco del turn-over da parte dei governi statali ha impedito che ai dipendenti in pensione subentrassero nuovi assunti, con il conseguente vuoto di personale che negli ultimi anni sta affliggendo le biblioteche di Palazzo Veterani, dell’Istituto di filologia classica e di Palazzo Albani.

“La situazione adesso è un po’ migliorata – ha detto al Ducato il professor Roberto Danese, docente di Filologia classica dell’Università di Urbino – ma fino a poco tempo fa gli studenti non avevano a disposizione nessuno che potesse consegnare loro i libri o che si occupasse della loro ricollocazione esatta. Senza contare che molti volumi, una volta presi in prestito, sparivano senza fare più ritorno negli scaffali della biblioteca. “Spesso i libri che inserivo nei programmi d’esame venivano sottratti a causa del mancato controllo da parte di un personale esperto” dice infatti Danese.

Il problema ha iniziato a manifestarsi quando nelle biblioteche è mancato il personale fisso. Da anni infatti, a causa dei tagli, i dipendenti si spostano da un istituto all’altro senza mai stabilirsi definitivamente nello stesso.  È difficile così che il bibliotecario impari a conoscere accuratamente il materiale che gestisce.

Per circa un anno inoltre a Palazzo Veterani non hanno lavorato professionisti ma solo duecentoristi, studenti che prestano collaborazione all’Ateneo per un periodo limitato. Durante queste fasi di “vuoto” erano i docenti dell’Università a prendersi cura del patrimonio librario. Grazie alla loro passione e al loro attaccamento a questo enorme capitale, le biblioteche erano tenute in ordine.

I libri sono una risorsa fondamentale per l’Università di Urbino. Specialmente per chi studia e lavora in campo umanistico. “Se gli studenti delle facoltà scientifiche hanno bisogno di laboratori – dice Danese – noi abbiamo la necessità di biblioteche efficienti. Il nostro lavoro si basa sui libri”. Non sono mancate quindi le lamentele degli studenti, soprattutto per l’impossibilità di muoversi autonomamente in mezzo a un patrimonio così vasto.

Una situazione che non fa onore all’Ateneo urbinate. Le biblioteche umanistiche cittadine sono conosciute infatti non soltanto in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo. Non sono rari gli studiosi stranieri che scelgono di trascorrere un periodo di ricerche a Urbino, spesso arrivando in città per consultare anche un solo libro.

La soluzione c’è e dovrebbe essere pronta a breve. I volumi custoditi nei vari istituti universitari di area umanistica saranno infatti trasferiti all’ex carcere di San Girolamo. I lavori di ristrutturazione dell’edificio dovrebbero essere conclusi entro la fine di giugno. Inizialmente il trasferimento riguarderà il materiale custodito nei locali di Palazzo Veterani, dell’Istituto di Filologia classica e parte del fondo antico della Biblioteca centrale umanistica di Via Saffi. Nei prossimi anni il progetto coinvolgerà i volumi di tutte le biblioteche di area umanistica.

“Creare una struttura centralizzata, concentrando il personale delle singole biblioteche rappresenterà un vantaggio per tutti – ha detto al Ducato Marcella Peruzzi coordinatrice delle biblioteche di area scientifica dell’Università di Urbino, che si sta occupando del progetto – si avrà la possibilità di estendere l’orario di apertura al pubblico e fornire un servizio migliore”. Ancora non c’è una data precisa. “Ma – dice la dottoressa Peruzzi – ci stiamo lavorando da un anno e mezzo e siamo pronti. Non appena la sede sarà ultimata procederemo al trasferimento”.

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