Noemi Bicchiarelli
Da piccola volevo fare la farmacista, poi la scrittrice e infine la cantante. Fantasticare sul mio futuro, su cosa farò, su come e chi diventerò, è la cosa che nella vita mi piace fare di più.
Da novembre 2010 studio a Urbino, all’Istituto per la formazione al giornalismo. Oggi sogno di diventare una giornalista, una brava giornalista. Vorrei che il mio futuro lavoro corrispondesse a ciò che mi piace fare, sentirmi realizzata, vivere di scrittura e curiosità.
Ho il costante desiderio di conoscere quello che non so, non voglio smettere mai di farmi domande e di chiedermi perché quella cosa è là e non qua, perché è bianca e non nera. Sono curiosa, dinamica, indecisa, ottimista e un pò inquieta. Odio non avere mille cose da fare, amo la musica a tutto tondo e i viaggi.
Sono diventata un perito turistico diplomandomi al Liceo Classico “Raffaello” di Urbino, poi ho proseguito gli studi: mi sono laureata all’Università “Carlo Bo” di Urbino in Scienze della Comunicazione e nella specialistica di Editoria, media e giornalismo a pieni voti, due grandi soddisfazioni.
Ho fatto due mesi di stage (settembre-ottobre 2011) al Corriere di Bologna, ho scritto articoli per il cartaceo e per l’on line, avrei voluto che quest’esperienza non finisse più. Il mio amore per la musica, mi ha portato anche ad occuparmi come ufficio stampa, dell’associazione culturale Incerimonia. Divertimento puro.
Oggi sono qui e aspetto ciò che il domani mi riserverà.
“…E’ un aspetto, questo, dello strano mestiere di cronista che non cessa di affascinarmi e al tempo stesso di inquietarmi: i fatti non registrati non esistono. Quanti massacri, quanti terremoti avvengono nel mondo, quante navi affondano, quanti vulcani esplodono e quanta gente viene perseguitata, torturata e uccisa! Eppure se non c’è qualcuno che raccoglie una testimonianza, che ne scrive, qualcuno che fa una foto, che ne lascia traccia in un libro è come se questi fatti non fossero mai avvenuti! Sofferenze senza conseguenze, senza storia. Perché la storia esiste solo se qualcuno la racconta. E’ una triste constatazione; ma è così ed è forse proprio questa idea – l’idea che con ogni piccola descrizione di una cosa vista si può lasciare un seme nel terreno della memoria – a legarmi alla mia professione…”.
(Tiziano Terzani)
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Ultimo aggiornamento 29 novembre 2011