di Andrea Perini e Jacopo Salvadori
URBINO – Due grandi opere, due grandi utopie. I progetti per collegare Fano a Urbino (ferrovia) e a Grosseto (superstrada E78) sono fermi ormai da decenni. In questo modo l’intera vallata del Metauro è isolata dalle maggiori vie di comunicazione. Oggi si ritorna a parlare di entrambe: la superstrada, di certo, per i prossimi tre anni non vedrà la luce perché giudicata non prioritaria dal governo; per la ferrovia c’è un progetto preliminare per la sua riattivazione, ma non è detto che i lavori partano davvero.
Fano – Urbino. Binari sotterrati, rotaie inghiottite dalla vegetazione o dai centri abitati. È questa la situazione attuale della Fano-Urbino, tratta ferroviaria che ha collegato entroterra e costa fino al 1987. Dal 2011 la linea è stata ufficialmente dismessa ma l’associazione Ferrovia valle Metauro (Fvm) non ha mai smesso di combattere per la sua riapertura ottenendo i primi risultati. A febbraio è stata approvata dal consiglio regionale la mozione presentata dai Verdi per la revoca della dismissione della tratta, mentre sabato 11 aprile è stato consegnato al sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, il progetto preliminare per la riattivazione della ferrovia.
Da Urbino a Fano, il percorso interattivo segue i binari che scompaiono tra vegetazione e centri abitati
Il lavoro, redatto dalle società Pegaso ingegneria di Milano, Sistema ingegneria di Firenze e dall’associazione Fvm, prevede come spesa complessiva per la ricostruzione della ferrovia – perché di questo si tratta – una cifra di poco inferiore agli 87 milioni di euro al netto dell’iva (se al 22% circa 19 milioni). Nei capitoli di spesa si va dai 19 milioni e mezzo per binari, traversine e pietrisco (ballast) ai 18 per realizzare la sopraelevata a Fano fino al ripristino dei portali delle gallerie (opere civili per quattro milioni) e poco più di due milioni per le barriere antirumore.
La ferrovia è inutilizzata dal 1987 e versa in stato di degrado per tutto il percorso. Per questo il progetto prevede la sostituzione di binari e traversine, la riduzione da 55 a 21 dei passaggi a livello, la costruzione di sovrappassi e sottovie. Al posto delle stazioni considerate inadeguate si pensa di realizzare nuovi stabili, “moderni e semplici” mentre per i passaggi a livello al posto degli scambi manuali sono previsti sistemi automatici.
Ma ancora rimangono in sospeso diverse questioni. I controlli sulle infrastrutture (ponti e viadotti) sono stati condotti unicamente a livello visivo (come specificato dalla sintesi di presentazione del progetto). I costi previsti quindi potrebbero alzarsi se uno dei 14 viadotti o una delle otto gallerie (realizzate ormai un secolo fa) dovessero risultare non più a norma.
L’uscita da Fano resta ancora un’incognita. Il progetto prevede che il treno passi sopra la strada su un viadotto sopraelevato sotto al quale, però, dovrebbero poter passare i trasporti eccezionali di navi dirette al porto o i carri goliardici durante il periodo di carnevale.
Dubbi anche come affrontare il tratto di Canavaccio (poco prima dell’ingresso in superstrada). Il problema in questo caso è la futura conformazione della zona se dovesse essere continuata la Fano – Grosseto.
Anche la posizione della stazione di Urbino, fuori città, e la concorrenza del trasporto pubblico su gomma rappresentano scogli ancora da superare. Il progetto prevede la presentazione di proposte in futuro.
Infine è la situazione all’interno di Fermignano a preoccupare con la tratta che taglia in due la rotatoria stradale poco prima di entrare in stazione.
Fano-Grosseto. Nei prossimi tre anni la Fano – Grosseto non sarà completata. O meglio, sarà completato soltanto il tratto toscano che collega Grosseto e Siena. Lo ha deciso il 10 aprile il Consiglio dei ministri con l’approvazione del Documento di economia e finanza (Def), nel quale la superstrada che unisce l’Adriatico e il Tirreno non rientra nelle “opere prioritarie”.
Il completamento della E78 era stato affidato il 4 novembre 2014 a Centralia – Corridoio Italia Centrale s.p.a., società formata da Anas, Regione Toscana, Regione Umbria e Regione Marche. L’ex ministro dei trasporti Maurizio Lupi e il viceministro Riccardo Nencini avevano voluto che si costituisse questa organizzazione per completare rapidamente i lavori.
Secondo il sito dell’Anas, la Fano-Grosseto al momento è completa a metà: su 270 chilometri, soltanto 127 sono stati ultimati. I prossimi interventi saranno sui lotti 5, 6, 7, 8, ovvero nei cantieri aperti sulla superstrada Grosseto – Siena e il costo sarà di 223,7 milioni di euro. Gli altri 15 lotti in progettazione necessitano di un finanziamento complessivo di 4.365 milioni di euro ma il governo, attraverso il Def, ha deciso di accantonare il progetto per almeno tre anni.
Al posto della Fano-Grosseto, sarà finanziato il progetto ‘“Quadrilatero”, ovvero la realizzazione di due superstrade al posto delle strade statali che collegano da una parte Ancona e Perugia e dall’altra Foligno e Civitanova Marche.