“Mi fidavo di Banca Marche, ora ho perso tutto”. I racconti dei risparmiatori, le storie simbolo del crac

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di MARTINA NASSO e JACOPO SALVADORI
Storie a cura di DANIA DIBITONTO, LIBERO DOLCE, NICCOLO’ GAETANI, GIANMARCO MURRONI, RITA RAPISARDI e SERENA SANTOLI

Il salvataggio di Banca Marche, deciso il 22 novembre con un decreto del governo Renzi, se da una parte ha salvato l’istituto da un fallimento assicurato, dall’altro ha colpito direttamente chi aveva deciso di investire i propri risparmi: 44.000 azionisti e alcune migliaia di obbligazionisti che hanno perso circa 1,2 miliardi di euro.

Tanti piccoli risparmiatori si sono sentiti traditi da una banca fortemente radicata nel territorio che aveva instaurato con loro un rapporto di fiducia che ora si è spezzato.

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TIMELINE: La cronologia del fallimento

Chi ha deciso di investire in obbligazioni ha perso 428 milioni di euro, di cui 31 in provincia di Pesaro e Urbino. Rispetto al valore totale si tratta del 7,24%, una cifra comunque significativa se si parla di pensionati, lavoratori dipendenti, artigiani e negozianti che in alcuni casi hanno perso i risparmi di una vita. Queste sono le loro storie.

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Il pensionato che ha perso 5.500 euro. Ora sulla sua porta di casa ha attaccato questo cartello

IL CARTELLO SULLA PORTA

“Ho perso 5.500 euro. ‘La legge è uguale per tutti’. L’ho scritto su un foglio e appeso sulla porta di casa: tutti devono sapere. Sapere che per convincermi a investire di più mi hanno offerto delle azioni in regalo. E in effetti ne uscii con 2.000 euro in più. Ho scelto Banca Marche per mia figlia: è down. Una banca che ha sempre sponsorizzato servizi di accompagnamento per i disabili. Quando ho perso tutti i miei risparmi l’ho scoperto dai giornali, dalla banca nulla. Ho comprato le prime azioni nel 1998. Il giorno del crac ho chiamato in banca: non volevo indietro i soldi, ma assicurarmi che almeno la pensione per me ci fosse. Lo Stato ha salvato il Monte dei Paschi di Siena con carriolante di euro. La nostra è stata una rapina a viso scoperto”.

Pensionato, 72 anni

MUZIO SCEVOLA

“Ho perso 15.000 euro. Lavoro in Banca Marche da 40 anni. Adesso mi sputano in faccia tutte quelle persone a cui ho consigliato qualcosa. Mi è capitato di essere insultato sull’autobus da uno a cui avevamo prestato un sacco di soldi. Mi chiedevano: ‘Sarà il caso di comprare queste azioni?’. Rispondevo ‘Certo, le ho comprate anch’io’. Tutti, compresi i dirigenti della banca, continuavano a rassicurarci. Non lo consideravo un investimento sicuro, di più! Avete presente Muzio Scevola? Beh, io nel fuoco non ci avrei messo una mano ma addirittura le braccia. Quei soldi dovevano servire per pagare gli studi di mia figlia. Una fregatura: non per me, per la banca, un pezzo importante della mia vita”.

Dipendente Banca Marche, 65 anni

MAIL RASSICURANTI

“Ho perso 20.000 euro. Conservo ancora le mail con cui il direttore della mia filiale un anno fa mi rassicurava che ‘la parte buona della banca è stata conservata’. Mi salutava con gli auguri di Natale. Ero cliente da 45 anni. Ho lavorato per Telecom e spesso ho avuto la possibilità di osservare cosa accadeva dietro le quinte. Ho parlato e fatto amicizia con dirigenti e dipendenti. Mi fidavo, per questo ho acquistato le azioni e partecipato – a fine 2012 – all’ultima ricapitalizzazione. Il bello è che sono pure stato definito uno speculatore. Ma se Banca Marche non è neanche quotata in borsa, come posso essere considerato tale? Mi sono accontentato per anni di un tasso di interesse basso, intorno al 2-3%. Non sono stato ingannato, ma manipolato da questo mondo finanziario e politico. In una notte è sparito tutto”.

Pensionato, 67 anni

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Uno degli investitori di Banca delle Marche mostra l'email che ha inviato all'allora direttore generale Luciano Goffi

QUANDO C’ERA LA LIRA

“Mia madre ha perso 2.000 euro. Le insistenze degli impiegati l’hanno convinta, a investire i suoi risparmi in prodotti scadenti. Ora a quegli stessi sportellisti vendo le sigarette ogni mattina. La filiale è proprio di fianco al mio negozio. Mia madre ha comprato le prime azioni quando ancora c’erano le lire. Ora ha 90 anni e non c’è più nulla. Si sente raggirata. Ogni giorno la trovo davanti alla tv a seguire i telegiornali, non se ne dà una ragione. È soprattutto dispiaciuta per noi figli, siamo in due. Saremo noi a portare avanti il ricorso, tocca fare qualcosa”.

Pensionata, 88 anni

LA CASSETTA DEI RISPARMI

“Ho perso 17.000 euro. Io e i miei coetanei siamo cresciuti con la cultura del risparmio. Abito in un paese di 4.000 abitanti, ho comprato da coloro di cui mi fido: sempre in rapporto diretto con funzionari e direttori. Ho iniziato nel 2000, poi ne ho comprate altre, le consideravo azioni del territorio. In soffitta ho ancora la cassettina che ci davano alla cassa di Risparmio di Pesaro, rossa con l’etichetta blu. Dà fastidio sentire i politici parlare di aiuti umanitari. Questi sono, pardon erano, nostri soldi. Non li abbiamo rubati, ma dati alle persone sbagliate. Se non ti fidi della tua banca, di chi ti devi fidare? Arriverà la prossima tragedia e finiremo nel dimenticatoio”.

Dipendente comunale, 64 anni

“FREGATO DUE VOLTE”

“Ho perso quasi 10.000 euro. Banca Marche mi ha fregato due volte. La prima nel 2000 con 15 milioni di lire investiti in bond argentini. Dopo sono riuscito, con una causa, a recuperare l’80% dei soldi spesi. Questa volta però non rivedrò nulla, è sparito tutto con l’azione suicida del governo. Sono 45 anni che lavoro duro, mi sento truffato, e come me i dipendenti della banca. Sono certo che non sapessero nulla, di loro mi sono sempre fidato. Anche mio genero, che è direttore di una filiale di Fano, aveva acquistato un pacchetto ingente di azioni. Entrambi siamo cascati dalle nuvole”.

Pensionato, 72 anni

Le voci raccolte all'assemblea dei dipendenti, azionisti e obbligazionisti di Banca Marche organizzata a Pesaro il 14 dicembre da Dipendiamo

FESTA DEL RISPARMIO

“Ho perso 40.000 euro. Lavoravo in una degli istituti poi confluiti in Banca Marche e negli anni ho acquistato varie azioni e partecipato a due aumenti di capitale. Sapevo che le banche non fallivano, siamo tutti cresciuti con questa convinzione. Quando ero piccolo mi ricordo che si celebrava la festa del risparmio: ogni 31 ottobre i genitori spingevano i propri figli a versare le monetine nel salvadanaio. Quello sì che era un rifugio sicuro. Ora invece ho perso tutto quello che avevo messo da parte, soldi che servivano per far fronte a qualsiasi evenienza, anche perché in questo periodo in Italia sembra che i cittadini ce la debbano fare da soli. Nessuno ci tutela”.

Pensionato, 74 anni

SOTTO IL MATERASSO

“Ho perso 250.000 euro. Hanno salvato 60.000 posti di lavoro, ma pensavo che la situazione sarebbe stata risolta con la restituzione di soldi, anche poco alla volta. E invece ci hanno truffato. Nessuno ha controllato, in primis la Banca d’Italia. Sono incredulo: non resto cliente di questa banca, anzi, toccherà stare sempre più in guardia, valutando bene a chi affidarsi. Mi dicevano che era un bell’investimento, che non c’era alcun pericolo. Sono arrabbiato perché il premier Renzi, padre di questo decreto che ha portato via i risparmi di quattro regioni, ha detto che lo firmerebbe di nuovo domani. Forse converrà tornare a mettere i guadagni sotto al materasso”.

Pensionato, 68 anni

IL QUESTIONARIO MAI COMPILATO

“Ho perso 130.000 euro. I soldi che mio babbo ha sudato in 40 anni di lavoro, respirando i fumi della saldatrice e morendo di tumore. I risparmi di tutta la famiglia. Mia mamma non sa nulla, non reggerebbe. Le hanno attribuito un questionario in cui risultava massima esperta finanziaria. Su quei fogli non ha mai messo una croce. Fatico: sono l’unico a lavorare, con un figlio piccolo e un mutuo da pagare nella stessa banca che mi ha tolto tutto. 2000 euro al mese. Fino a due giorni prima del crollo il direttore mi ha rassicurato: ‘le obbligazioni saliranno di nuovo’. Dopo quel week end nero la sportellista non riusciva neanche a guadarmi negli occhi, le tremavano le mani. Cercavo un prodotto a rischio zero”.

Artigiano, 46 anni

SANGUE ROMAGNOLO

“Ho perso poco meno di 5.000 euro. Soldi che avrei lasciato a mia figlia, che non ha un lavoro. Tutti questi discorsi non lasciano il segno, sono per le maniere forti, vorrei azioni concrete. Da buon romagnolo, sono sanguigno, invece vedo solo cose blande. Sembra non gliene freghi nulla a nessuno. Se mi hanno consigliato l’investimento? Ero cliente da 40 anni, è stata una grossa sorpresa: avevo fiducia e invece mi sono ritrovato gambe all’aria. Quelle 5.000 azioni le avevo prese per un domani, ora è andato tutto in fumo. Vorrei solo conoscere il parere della gente che si trova nella mia stessa situazione. Se mi sento truffato? Ormai ci siamo fatti una corazza”.

Pensionato, 79 anni

LADRI IN CRAVATTA

“Mio padre ha perso quasi 30.000 euro. ‘Sono soldi garantiti dalla banca’ mi diceva, ora non ho il coraggio di dirgli che non c’è più nulla. Mio babbo ha 87 anni, cosa può saperne di ordinarie, subordinate, punti percentuale. Con 620 al mese di pensione non ha più i soldi per la badante. Gli hanno proposto per due volte delle azioni ordinarie, poi, non so il perché, non me ne intendo, alla fine gli hanno proposto delle subordinate, su cui ha investito buona parte del tesoretto messo da parte. È un vero raggiro. Questa è una frode: gli errori dei dirigenti sono stati coperti da persone che non c’entravano nulla. Mio padre li ha sempre chiamati ladri in cravatta”.

Pensionato, 87 anni