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Jenny la tennista: l'importante è vincere

Gli shojo sportivi, particolarmente popolari negli anni Ottanta in Giappone, sono stati da noi uno dei generi più criticati, a causa del carattere considerato troppo duro e agonistico delle loro protagoniste. Tuttavia, le eroine di questo tipo di manga sono riu-scite a ottenere un forte successo anche in occidente. Qui presenterò solo due serie di grande fama: "Jenny la tennista" e "Mila e Shiro".

Ace o nerae, di Sumiya Yamamoto, racconta la storia di Hiromi, una ragazzina che adora il tennis e cresce allenandosi e vincendo gare. Si innamora di un ragazzo, ma decide di rinunciarvi spinta dal suo allenatore, al quale è peraltro legata da un rapporto ambiguo, tra l'affezione e la passione amorosa. L'allenatore morirà, lasciando la ragazza ad affrontare un nuovo capitolo della sua vita, dove lo sport rappresenterà l'elemento più importante.

Il manga è inedito nel nostro Paese, mentre sono stati importati i vari anime prodotti negli anni, con il titolo prima di "Jenny la tennista" e poi di "Jenny Jenny". La prima serie, fedele al manga del 1973, è decisamente datata e improbabile, con il suo messaggio di coinvolgimento esasperato nella competizione sportiva. La serie di Oav del 1987, vista da noi come serie tv su Italia 1, e il film sono invece più validi come storie e come realizzazione grafica.

Mila e Shiro: missione olimpiadi!

Attacker you, del duo Jun Makimura e Shizuo Koizumi, è un grande successo degli anni Ottanta. Le atlete sono sempre fanati-che del successo sportivo, ma l'amore co-mincia a diventare importante. La protago-nista è You Hazuki, una giocatrice di pal-lavolo che arriverà a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi, senza però trascurare il suo amore per un giovane.

Anche questo manga diventa cartone ani-mato, visto in Italia con il titolo "Mila e Shiro due cuori nella pallavolo". In alcune scene la giovane protagonista esaspera la sua grinta sportiva, ma ciò che ha scandalizzato la censura nostrana è stato il rapporto affettivo che la lega a Shiro e alcune scene un po' piccanti inserite pù che altro per stemperare la tensione della serie.

La stagione di successo di Mila e Shiro è stata da noi notevole e si dice che abbia contribuito al diffondersi di uno sport come la pallavolo tra le ragazze nate nei primi anni Ottanta.

Holly e Benji, uno shonen sportivo

Può sembrare strano, ma nel panorama degli anime sportivi quelli rivolti a ragazzi sono meno di quelli per ragazze. Inoltre, tra questi uno dei prodotti di maggior successo è stato Captain Tsubasa (da noi "Holly e Benji"), che racconta le vicende di due assi del calcio, sport senza dubbio meno popolare in Giappone di molti altri, sebbene oggi in grande crescita.

Holly è il calciatore che tutti avrebbero voluto essere, capace di prendere palla nella propria difesa, farsi duecento metri tipo Mennea, dribblare qualunque avversario come Maradona ai mondiali contro l'Inghilterra e, superata la curvatura della Terra che il campo propone, trovarsi di fronte a un terrorizzato portierino avversario.

Lì, quando i tempi dell'anime si dilatano, e il pensiero filosofico fa il suo prepotente ingresso nella mente del Nostro Eroe che rimane solo con il suo obiettivo finale, parte immancabilmente la pubblicità. Ma non è tutto. Una partita di Holly e Benji è in grado di durare diverse puntate della serie, allacciandosi a emozioni, ricordi e scelte di vita dei singoli personaggi da fare invida a una puntata di Rai Educational.

Poi, quando finalmente il nostro assume la classica posizione dello shooter al rallentatore, vedi l'agognato impatto con il pallone che, onorato e impressionato da tanta geniale potenza, assume forme sconosiute (è una sfera? un geoide? no, definitivamente un'ovale) per indirizzarsi con traiettorie misteriose alla fisica odierna verso il mitico "7" ed entrare in gol, non prima di avere bruciato i guanti del malcapitato portiere e avere frantumato pali, traversa e forse anche il video della nostra tv.

Questo è "Holly e Benji": una dimensione onirica del gioco del calcio, condita al sushi e con doppisensi dal sapore nietzchiano. Non esistono tattiche, non esistono difensori, non esiste zona-uomo-fuorigioco ecc.: macchè, prendi la palla e vai, che l'importante è insaccare. E' chiaro come un fenomeno del genere non potesse che fare furore nella italica patria dei 56 milioni di commissari tecnici.

Captain Tsubasa: la genesi di un mito

La prima serie di Captain Tsubasa vide la luce come manga nel 1982, sulla rivista di fumetti sportivi Shonen Jump (della Jump Comics). Questa storia servì da preludio per la nuova serie di manga: Captain Tsubasa World Youth che iniziò a fine 1994 grazie al debutto in Giappone della J-League, il campionato professionistico. La serie narra le avventure di un nuovo personaggio, Aoi Shingo, che va a giocare nelle giovanili dell'Inter; le avventure di Holly nel San Paolo allenato da Sedinho, le eliminatorie asiatiche per il campionato mondiale juniores e il campionato stesso.

Come ogni buon manga di successo, Captain Tsubasa divenne poi un anime, nel 1983. Tv Tokyo lo manda in onda fino al 29 marzo 1984. Gli episodi sono 128 di circa 26 minuti l'uno, praticamente fino al manga n.25 (i primi tre anni del campionato giapponese). Una nuova serie animata fu prodotta nel 1989 con una nuova serie di 13 Oav, chiamati Shin Captain Tsubasa e realizzata dalla Shueisha insieme alla Cbs/Sony, fino al 1990. La trama riprende dai preparativi per i mondiali giovanili in Francia e ripropone il manga fino al volume 36.

Shin Captain Tsubasa fu preceduta da un OAV singolo di 30 minuti, Captain Tsubasa: Tsubasa yo habatake! Sekai eno chosen (Sfida al mondo). A queste serie sono da aggiungersi 4 pellicole con storie autoconclusive che furono prodotte in anni precedenti: Captain Tsubasa: Europe Daikessen (la grande sfida europea), Captain Tsubasa: Ayaushi! Zen Nippon JR (Più o meno Attenzione! I Giovani Giapponesi), dell'85, ambientate all'epoca della scuole medie e in cui il Giappone affronta una selezione Europea; e due del 1986, Captain Tsubasa: Asu ni mukatte hashire e Captain Tsubasa: Sekai Daikessen! Junior World Cup, ambientate alle superiori, in cui il Giappone incontra ancora una selezione america, sudamericana ed europea.

Lo spettatore italiano ha ancora una volta faticato a capirci qualcosa, dato che nel 2001 Italia 1 ha mostrato le avventure di "Holly e Benji" a metà della prima serie di Captain Tsubasa, a metà fra il primo e il terzo campionato nazionale giapponese. Nel 1996 fu adattato in Anime anche Captain Tsubasa: Saikyo no Teki! Holland Youth. Ora anche Captain Tsubasa World Youth è stato adattato in Anime, per adesso solo fino ai primi sette "capitoli" del manga (47 episodi). Si attende che gli altri vengano completati ora, magari sul'onda dell'entusiasmo causato dalla partecipazione della nazionale giapponese ai mondiali di Francia e dalla organizzazione dei prossimi mondiali di calcio in Giappone e Corea.