Due prospettive, una scientifica
e l’altra economico-produttiva. Il professor Andrea
Segrè, guida teorica del progetto Last Minute
Market, e il direttore delle politiche sociali e della comunicazione
di Coop adriatica, Walter Dondi, hanno interpretato
e valutato questa esperienza in modo diverso. E diverse sono state
le previsioni programmatiche per il futuro. |
ANDREA
SEGRE'
|
WALTER DONDI |
Perché un ipermercato dovrebbe aderire al progetto LMM? |
L’iper ha un ritorno
di immagine da non sottovalutare, perché vengono donati prodotti
che potrebbero ancora essere commercializzati. La Coop adriatica
li mette nel bilancio di sostenibilità sociale e “vende”
questo come un progetto di solidarietà, al pari di un pozzo
che viene costruito nel Burundi o di una scuola in Somalia |
Il progetto ha una forte valenza di natura sociale che ben
si adatta alla Coop, una cooperativa con spiccati valori di solidarietà
e di altruismo. Il ritorno di immagine non è certo l’elemento
predominante che ci ha spinti ad ospitare la Last Minute Market
a Villanova. Semmai ne è derivato naturalmente un consolidamento
della nostra immagine |
Veniamo ai guadagni.
Quanto costa all’ipermercato aderire al progetto? |
La Coop paga i ragazzi
sulla base del risparmio dello smaltimento dei rifiuti e di certe
operazioni interne, come la svalorizzazione dei prodotti che non
vengono venduti. Ma non so quel è l’effettivo guadagno
per loro. D’altra parte l’ipermercato, pur investendo
quella cifra iniziale, in un secondo momento, rendendosi conto di
ciò che butta via, riduce lo scarto, sprecando quindi minori
risorse. |
In un anno di questa sperimentazione sono stati più
i costi diretti che l’ipermercato ha dovuto sostenere che
i vantaggi. E non è nemmeno vero che abbiamo risparmiato
molto sullo smaltimento dei rifiuti che per noi ha un costo forfetario
ed è fatto da una società esterna. Nel complesso,
comunque, tutta l’operazione si sostiene. Non posso e non
voglio darle delle cifre |
Quali sono state
le difficoltà maggiori per rendere operativo il modello? |
Direi che tutto quello
che abbiamo fatto per arrivare fino a qui è stata una difficoltà
non indifferente. Prima lo studio, poi la sperimentazione, ma soprattutto
quello che spesso ci ha stremati sono state le difficoltà
e gli inghippi di natura burocratica. Per ottenere i permessi necessari
e superare gli ostacoli soprattutto di natura fiscale ci sono voluti
mesi di duro lavoro. |
Entrare
in una struttura complessa di più di 300 persone è
stata all’inizio una difficoltà enorme sia per la
Last Minute Market che per lo stesso iper. I problemi maggiori
sono nati in ambito igienico-sanitario. Servono normative semplificate,
che non vuol dire ridurre le norme igieniche. Vogliamo garantire
alle associazioni prodotti sani e integri, ma bisogna trovare
un modo per semplificare le operazioni. |
Cosa bisognerebbe
migliorare? |
Il modello va migliorato
e definito nei dettagli ogni volta che lo si applica a un ipermercato
nuovo. E poi è un campo tutto da esplorare e sperimentare,
caso per caso. A livello generale sarebbe più facile se ci
fossero meno impedimenti burocratici. Per quanto riguarda i prodotti
recuperati, il nostro modello sarebbe efficiente al cento per cento
se la legge ci permettesse di recuperare anche i prodotti non alimentari. |
Sarebbe senza dubbio necessaria una normativa studiata ad
hoc che agevoli questo tipo di attività, e, di conseguenza,
che venga incontro anche alle esigenze dell'ipermercato. Dal punto
di vista fiscale questa attività per noi è penalizzante.
Se i prodotti recuperati fossero scartati e mandati al macero,
l’ipermercato infatti potrebbe scaricarne l’Iva, mentre
in questo modo paghiamo le tasse su quello che doniamo.
|
Prospettive per
il futuro? |
Tanto lavoro. Io e i
ragazzi continuiamo a ricevere telefonate da persone interessate
al nostro progetto. Più ipermercati li contatteranno, più
questa, che era partita come una tesi di laurea, potrebbe diventare
la loro “professione” futura. Per adesso sono riusciti
solamente a coprire le spese del progetto, ma col tempo potrebbero
trarne dei profitti reali.
|
Quasi sicuramente estenderemo il modello di recupero dell’invenduto
messo a punto per noi dai ragazzi di Agraria ad altri ipermercati
della provincia bolognese. E non escludiamo che anche i nostri
soci possano entrare a far parte del progetto, prestando volontariamente
il proprio servizio al posto dei ragazzi della Last Minute Market. |