“Il
16 giugno del 1944, 1200 lavoratori genovesi sono stati
portati a Mauthausen. In questo campo, chi piangeva, chi
si disperava. Era una cosa proprio… terrorizzante.
Cosa facciamo? Lunghi in terra, non avevamo letti, non
avevamo niente, eravamo tutti lì ammucchiati, che
ci facciamo caldo l’un con l’altro. Io, non
potevo stare a sentire chi piangeva. Cos’ho fatto?
Piglio una calzetta che aveva due buchi, ci metto un po’
di carta… e ti improvviso Baciccia! Ho fatto due
sketch… si son messi a ridere. Da lì poi
è uscito fuori un napoletano che ha incominciato
a fare la sua maschera e quattro cinque, ci facciamo questo
teatrino così… E purtroppo si rideva, ma
la storia, altro che ridere. Lì da un momento all’altro
si poteva finire dentro il forno crematorio. Perché
li abbiamo visti che partivano dalla baracca e dalla baracca
non ci entravano più. Poi la guerra è continuata,
insomma è andata a finire… io meno male che
facevo il meccanico. Mi hanno portato a Falkensee in una
fabbrica, ho cominciato a lavorare. Abbiamo fatto la fame,
abbiamo preso delle bastonate, ne abbiamo passate di tutti
i colori e meno male, dico la verità, che il Signore
ci ha aiutato. E son ritornato… E tutto contento
quando son venuto, avevo il mio Baciccia! E dicevo: oh
Baciccia, i tedeschi a noialtri non ci hanno fregati.
Li abbiamo fregati noi perché siamo venuti giù
e siamo belli vivi!” |
Il filmato
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