Elezioni 2018, la mappa del voto a Urbino, nella provincia e nelle Marche

Il voto del 4 marzo ha ridisegnato l’intero scenario politico dello stivale. Il Movimento 5 stelle ha stravinto al sud e la Lega di Matteo Salvini si conferma primo partito del centrodestra. Anche se nessun partito o coalizione ha i numeri per governare in solitudine. L’ondata grillina travolge anche le Marche e la provincia di Pesaro e Urbino. Crolla Forza Italia, mentre il Carroccio conquista 20 volte i voti che aveva cinque anni fa. Sprofonda il Partito democratico. Un cambiamento, già iniziato nel 2013 ma che oggi segna una svolta anche per una delle roccaforti “rosse” d’Italia.

In questo speciale elezioni del Ducato l’analisi, anche con grafici e mappe interattive, di come hanno votato gli elettori marchigiani, quelli della provincia di Pesaro e Urbino, e gli urbinati. Contando i voti sezione per sezione.

Dalle Marche a Roma, ecco i nuovi parlamentari

di GIOVANNI BRUSCIA

Alle elezioni per la XVIII legislatura le Marche hanno eletto 24 parlamentari: 16 andranno alla Camera, otto al Senato. Ben 14 sono del Movimento 5 stelle, il primo partito dopo le elezioni del 4 marzo, seguito dal centrodestra con sette. Al centrosinistra, lo sconfitto nelle urne, appena tre rappresentanti.

Gli eletti alla Camera nei collegi uninominali

Il deputato pesarese Andrea Cecconi

Nel collegio uninominale di Pesaro e Urbino il vincitore è Andrea Cecconi del Movimento 5 stelle coinvolto nella vicenda della mancata restituzione di parte degli stipendi nel fondo per il microcredito. Cecconi raccoglie 48.423 voti pari al 34,98% del totale e nei giorni scorsi ha detto che è pronto a dimettersi per non aver rispettato la regola interna al M5s, ma un’eventuale rinuncia al seggio di Montecitorio dovrà essere approvata dall’Aula della Camera. In caso di dimissioni di Cecconi, gli elettori del collegio dovranno tornare alle urne per scegliere un nuovo rappresentante.

Il Movimento manda a Montecitorio anche Maurizio Cattoi, generale ed ex comandante del corpo provinciale forestale ed eletto nel collegio uninominale di Fano e Senigallia. Cattoi conquista 55.540 voti pari al 36,28%.

Nel collegio uninominale di Ancona vince la fabrianese Patrizia Terzoni, deputata uscente del M5s. 52.447 voti (35,24%) le consentono di tornare a Montecitorio.

L’unico collegio in cui il Movimento 5 stelle non vince è quello di Macerata. Il deputato del territorio sarà infatti il leghista Tullio Patassini che raccoglie il 37,64% dei voti per un totale di 56.778.

Nel collegio di Civitanova Marche la spunta la pentastellata Mirella Emiliozzi con 57.644 voti per il 37,18%. Ad Ascoli vittoria grillina con Roberto Cataldi che conquista il 37,55% con 54.008 voti.

Gli eletti alla Camera nei collegi plurinominali

Luca Rodolfo Paolini della Lega durante un comizio a Urbino – Foto da profilo Facebook

Il Movimento 5 stelle fa il pieno di eletti anche nei collegi plurinominali. In quello Marche Nord, di cui fanno parte Pesaro, Urbino, Fano, Senigallia e Ancona a vincere è ancora Cecconi, capolista anche nel listino proporzionale ma vincitore all’uninominale. Come previsto dalla legge elettorale, a succedergli è il secondo candidato in lista, Patrizia Terzoni, ma anche lei ha vinto un collegio uninominale, quello di Ancona. Per questo, saliranno a Montecitorio gli jesini Roberto Rossini e Martina Parisse. Per il centrodestra saranno deputati l’ex segretario regionale della Lega Luca Rodolfo Paolini. Al centrosinistra l’unico seggio va alla deputata uscente del Partito democratico Alessia Morani.

Nel collegio Marche Sud (Macerata, Fermo e Ascoli Piceno) il Movimento 5 stelle manda alla Camera l’ascolana Rachele Silvestri e l’osimano Paolo Giuliodori. Per il centrodestra salgono Giorgia Latini (Lega), assessore alla Cultura ad Ascoli Piceno, per Forza Italia il deputato uscente e vicepresidente della Camera Simone Baldelli e per Fratelli d’Italia il sindaco di Potenza Picena Francesco Acquaroli. Per il centrosinistra è stato eletto il capolista il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che però è vincitore nel collegio uninominale Roma 1. A succedergli nel listino sarebbe il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, anche lei eletta in un uninominale, quello di Roma 2. Alla Camera risulta quindi eletto il senatore uscente Pd Mario Morgoni.

Gli eletti al Senato nei collegi uninominali

Al Senato nel collegio uninominale di Pesaro, Urbino, Fano e Senigallia viene eletta la deputata uscente jesina del M5s Donatella Agostinelli raccoglie 93.803 voti per il 35,63% del totale.

Nel collegio di Ancona, Osimo e Macerata a vincere con 93.601 voti pari al 33,07% è il cinquestelle jesino Mauro Coltorti, indicato dal leader Luigi Di Maio come possibile ministro alle infrastrutture e ai trasporti.

Nel collegio uninominale a sud della regione, quello di Ascoli Piceno e Fermo ad andare a Palazzo Madama è il grillino di San Benedetto del Tronto Giorgio Fede che si aggiudica 101.970 voti (37,04%).

Gli eletti al Senato nei collegi plurinominali

Sono cinque i senatori eletti nel collegio plurinominale, che comprende l’intera regione. Per il Movimento 5 stelle la capolista e vincitrice all’uninominale Donatella Agostinelli lascia il posto al fabrianese Sergio Romagnoli e a Rossella Accoto. Il centrodestra a palazzo Madama sarà rappresentato dal sindaco leghista di Visso Giuliano Pazzaglini e in quota Forza Italia dall’ex direttore del Resto del Carlino Andrea Cangini. L’ultimo seggio va al centrosinistra con il senatore uscente fermano del Pd Francesco Verducci.

Il riparto dei seggi al momento è provvisorio – fa sapere il ministero dell’Interno – saranno le Corti di Appello a proclamare gli eletti della nuova legislatura.

Boom della Lega. Giù Pd e Forza Italia

di MARTINA MILONE E MATTEO MARIA MUNNO

Una nuova legge elettorale, minor tempo per votare ed equilibri diversi con quasi tutte le stesse facce in corsa. Il confronto con le ultime elezioni, quelle del 2013, offre alcuni spunti interessanti anche nella regione. Vincitore indiscusso è il Movimento 5 stelle, primo partito in regione. Ma tra tutte, spicca la crescita della Lega di Matteo Salvini: rispetto al 2013 il suo consenso alla Camera è 22 volte superiore e al Senato il trend è +2086%. Peggio di tutti fa, non il Pd, il grande sconfitto, ma Forza Italia, che perde quasi la metà dei voti.

Voto nelle Marche: il confronto 2013-2018
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L’exploit della Lega

A guidare la crescita del centrodestra è la Lega, che tra il 2013 e il 2018 ha ottenuto 146.202 voti in più alla Camera e 138.008 al Senato. Altro aumento sensibile è quello di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, nel 2013, era nella coalizione composta dal “Popolo della libertà” di Silvio Berlusconi, dalla Lega e una costellazione di liste di non eletti non ricostituite per le elezioni di quest’anno. Alla Camera FdI ottenne 19.992 voti: in queste elezioni il consenso è aumentato del 116%, arrivando a 43.127 voti. Al Senato l’andamento è simile, con una crescita del 103%. Il Movimento 5 Stelle, rispetto alle elezioni del 2013, ha consolidato la posizione di primo partito anche su scala regionale: alla Camera ha registrato un +4% con 12.770 voti in più del 2013 e al Senato il +12% grazie a 30.551 ‘nuovi’ elettori.

Affondano Forza Italia e Pd

Il ‘cucchiaio di legno’ spetta a Forza Italia, che da guida della coalizione di centrodestra è diventata l’anello debole. Il partito di Berlusconi, infatti, ha perso quasi la metà dell’elettorato marchigiano. Alla Camera e al Senato il partito forzista ha perso 74.884 voti (-46%) e 74.859 voti, segnando un -48%. Un’emorragia che colpisce anche il Partito Democratico, il grande sconfitto del 4 marzo: i dem perdono 70.355 voti (-27%) alla Camera e 76.050 voti (-30%) al Senato.

L’andamento del voto al Senato
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Le percentuali di voto nei collegi

Nel collegio plurinominale  Marche Sud alla Camera i pentastellati vincono con il 35,52%. Maggioranza relativa raggiunta anche nel collegio Marche Nord, dove hanno ottenuto il 35,58%. Una percentuale che supera di poco quella della coalizione del centrodestra votata dal 35,38% degli elettori al sud e il 30,6% al nord. Si ferma a meno del 27%, invece, la coalizione del centrosinistra.

Anche cinque dei sei collegi uninominali per l’elezione dei deputati di Montecitorio, Pesaro, Fano, Ancona, Civitanova Marche e Ascoli Piceno, hanno votato il partito guidato da Luigi di Maio. La percentuale più alta è stata raggiunta nell’ascolano, dove il candidato Roberto Cataldi ha vinto con il 37,55%. Fuori dal ‘coro’ invece il collegio maceratese, dove a inizio febbraio Luca Traini, militante nel partito guidato da Matteo Salvini, aveva sparato contro otto nigeriani, ferendoli, per “vendicare” la morte di Pamela Mastropietro. Qui il candidato leghista Tullio Patassini si aggiudica la poltrona in parlamento con il 37,64%.

Anche nel collegio plurinominale del Senato, che comprende tutta la regione Marche, è un trionfo a 5 stelle. Qui ben 288.374 elettori aventi diritto su 844.732 (pari al 35,22%) hanno scelto il Movimento fondato da Beppe Grillo, vincendo sulla coalizione del centrodestra che si ferma al 32,98%. Poco più di 200.000, invece, i fedeli alla linea del centrosinistra.

Una regione tinta di ‘giallo’ anche nei tre collegi uninominali per l’elezione a Palazzo Madama: Pesaro, Ancona e Ascoli Piceno. Tutti e tre i candidati pentastellati si aggiudicano la vittoria, con percentuali tra il 33% (Ancona) e il 37% (Ascoli). Anche in questo caso secondo seguiti dai candidati nella coalizione del centrodestra. Non superano il 26% i nomi del centrosinistra.

Urbino: M5S primo, sorpasso al Pd. Vola il Carroccio

di MATTEO DE RINALDIS


Il Movimento 5 Stelle è il primo partito a Urbino e, con oltre il 30% sia alla Camera (30.63%) che al Senato (31.51%), mette a segno uno storico sorpasso sul Pd. La Lega invece è quello che guadagna più consensi rispetto al 2013. I dati definitivi delle elezioni parlamentari ridisegnano infatti la politica cittadina. “Il Partito democratico è morto – dice Emilia Forti, consigliere comunale del Movimento – il sindaco Maurizio Gambini ha fatto scouting per Forza Italia e non gli è riuscito”.

Centrosinistra primo, ma il Pd perde 10 punti

Anche se il centrosinistra ottiene la maggioranza dei voti nel comune,  il Partito democratico, dopo la sconfitta alle elezioni amministrative del 2014, si attesta poco meno del 30%. Può sembrare un buon risultato rispetto al tracollo a livello nazionale, ma resta molto lontano dai risultati delle scorse politiche: meno 10 punti percentuali alla Camera, meno 11 al Senato. A commentare il crollo del Partito democratico è il capogruppo in Consiglio comunale Piero Sestili: “Il nostro è un crollo annunciato. Renzi adesso deve fare un passo indietro, dobbiamo mettere in discussione la linea politica e la segreteria del partito”. Al Senato il Partito democratico raggiunge il 29.11%, cinque punti sopra il dato a livello provinciale. Nella sezione dell’Ospedale, una percentuale “renziana” (41.01%), anche se il dato è riferito, ovviamente, a una delle aree elettorali meno numerose del comune.

Il voto a Urbino nei collegi plurinominali
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La situazione nel centrodestra

Il partito che ha registrato il maggior aumento di consensi è la Lega: dallo zero virgola delle scorse politiche a quasi il 15%. Nelle 20 sezioni elettorali di Urbino, il partito di Matteo Salvini al Senato supera sempre il 10%, mentre sfonda la soglia 20% nel quartiere Torre e a Canavaccio (rispettivamente 24.95% e 21.41%). Stesso esito alla Camera, con solo due sezioni sotto il 10%.

“C’è grande soddisfazione, a Urbino abbiamo quasi doppiato Forza Italia e ci poniamo come prima forza politica di centrodestra”, racconta Francesco Desideri, segretario provinciale della Lega. Il partito di Matteo Salvini è al momento l’unico, nell’area del centrodestra, ad aver portato a Roma un candidato del territorio eletto in provincia: “L’elezione di Luca Paolini alla Camera ci conforta. Ha studiato a Urbino e ha un legame particolare con la città, sarà il nostro punto di riferimento a Roma”. Una battuta rivolta anche al sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, che in campagna elettorale si era schierato con Forza Italia: “È stata un’uscita infelice quanto inutile. Si è sempre definito un sindaco di centrodestra e poteva riferirsi a tutta la coalizione, non soltanto a una parte di essa”. In vista delle prossime elezioni amministrative, Desideri non crede a una vittoria dei 5 Stelle: “È difficile che consolidino il voto ottenuto a livello nazionale. Anche alle precedenti elezioni avevano ottenuto un ottimo risultato senza però confermarlo a livello cittadino. Per quanto ci riguarda – conclude – per noi sarà difficile mantenerci su questi livelli anche alle amministrative. Sono certo che il centrodestra guiderà il Paese, ed essere collegati al governo centrale sarà per noi un grande vantaggio”.

Il voto a Urbino nei collegi uninominali
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A certificare il nuovo ruolo di guida della Lega è anche Elisabetta Foschi, presidente del Consiglio comunale di Urbino e candidata con Forza Italia alla Camera nel collegio uninominale di Fano e Senigallia: “Vince la grande protesta contro il governo uscente, il centrosinistra ha perso il contatto con la gente”. Se però il Partito democratico ha registrato un’emorragia di voti, Forza Italia a Urbino ha fatto anche peggio: racimolando poco più dell’8% dei voti, un segnale allarmante anche per il sindaco Gambini che tra un anno si ricandiderà come primo cittadino di Urbino.

Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, raddoppia i consensi rispetto alla precedente tornata elettorale: 3.22% alla Camera rispetto all’1.17% del 2013, 3% al Senato rispetto all’1.13%. Feudo del partito di centrodestra a palazzo Madama sono state le sezioni 1 e 2 (4.37%) e 7 (4.13%). La “quarta gamba” di Noi con l’Italia supera di poco l’1%.

Il voto a Urbino – Camera
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Gambini: “L’obiettivo degli italiani era far perdere il Pd”

“Non penso che questo voto possa incidere sul voto delle prossime elezioni comunali – dice Gambini – dovremo però fare alcune riflessioni, specie riguardo alla vittoria del Movimento 5 Stelle”. A favorire la Lega, secondo il Sindaco, è stata l’indicazione del premier: “I movimenti politici che hanno espresso con grande anticipo i loro candidati alla presidenza del Consiglio hanno ottenuto maggiori consensi, un elettore vuole vedere chi sta alla guida di un eventuale governo”. Per il sindaco, due i fattori positivi di questa tornata elettorale: “Ci sono nuovi rappresentanti di governo, penso ai candidati dei 5 Stelle che vengono dal nostro territorio. Potranno sicuramente fare di più per la nostra provincia, chi si è succeduto nei precedenti governi ha fatto poco o niente per la nostra area”. Ma soprattutto, la caduta del Partito democratico: “Sono soddisfatto del risultato della sinistra. Chi ha manifestato sempre l’arroganza sul territorio è stato sconfitto. Se fosse stato per loro, che ora non governano la città, la provincia o la regione sarebbero potute morire. La gente invece ha fatto considerazioni diverse. L’obiettivo degli italiani era di far perdere il Pd, e con questo risultato gli italiani hanno vinto”.

Il Pd frena la caduta, LeU poco sopra il 3%

Restando al centrosinistra, Liberi e Uguali raccoglie poco più del 3% sia alla Camera che al Senato. Senza la scissione dal Partito democratico, i dem sarebbero il primo partito cittadino sopra i Cinque stelle. Liberi e Uguali, il partito di Piero Grasso, supera il 6% in quattro sezioni alla Camera (4, 5, 6 e 20). Il Partito democratico che ha perso tutte le sfide all’uninominale: “A livello locale – afferma Sestili – purtroppo non siamo riusciti a far eleggere i nostri candidati: Minniti e Bonelli, ma avremo come nostra rappresentante in Parlamento la deputata uscente Alessia Morani”.

Restando al centrosinistra, pochi i voti raccolti alle liste che appoggiavano il Partito democratico: il partito +Europa di Emma Bonino supera di poco il 3% alla Camera, mentre si ferma al 2.79% al Senato. Percentuali basse anche per la lista Insieme (1.8% alla Camera e 1.3% al Senato), mentre la lista Lorenzin racimola soltanto 40 voti.

Urbino-Senato
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In provincia: i 5 Stelle conquistano i comuni “rossi”

di MARIA CONCETTA DE SIMONE E MARTINA MILONE

Basta uno sguardo alla mappa per non avere dubbi: anche la provincia di Pesaro e Urbino ha cambiato colore. Il Movimento 5 stelle ha avuto la meglio in una terra che negli ultimi decenni si era sempre confermata una roccaforte ‘rossa’, o comunque di centrosinistra. Alla Camera su 54 comuni, solo in sei il partito pentastellato non si è imposto. Un exploit che ha raggiunto il picco a Gradara e Pietrarubbia, con il  45,82% e il 46,45%. Oltre dieci punti percentuali in più rispetto alla media nazionale che supera di poco il 30%. Anche al Senato il Movimento 5 stelle tiene saldo il vantaggio sugli altri partiti, conquistando 49 comuni. Il Pd perde quasi dappertutto il ruolo di primo partito, tranne che in tre comuni alla Camera e quattro al Senato.

Alla Camera

Comuni ‘rossi’ restano dunque Monte Grimano Terme, Cantiano e Peglio, dove gli abitanti hanno rivotato il Partito Democratico come cinque anni fa. Significativo il risultato di Peglio, oltre 38%,  dove è sindaco Daniele Tagliolini, presidente della provincia.

Spiccano alcune eccezioni per così dire ‘fuori dal coro’: il Comune di Carpegna che dà fiducia a Matteo Salvini: 305 elettori su 1004 hanno votato la Lega, facendole raggiungere il 32,41%. Il partito Insieme della coalizione di centrosinistra invece fa l’exploit a Borgo Pace. Capolista nel listino bloccato è infatti Romina Pierantoni, già sindaco del comune dell’entroterra marchigiano. Anche a Pergola, poi, un candidato locale fa presa più del simbolo del suo partito: alla Camera il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, raggiunge il 31,28% mentre al Senato si ferma al 16%. Il capolista nel collegio plurinominale Marche 02 è infatti Antonio Baldelli, capogruppo in consiglio comunale e fratello del sindaco Francesco.

Al Senato

Lo scenario del voto al Senato non cambia in maniera sostanziale. Insieme e Fratelli d’Italia, a Borgo Pace e Pergola, senza il traino del candidato locale, non si riconfermano primo partito. A Borgo Pace la maggioranza passa alla Lega con 89 voti su 334, (28,25 %). Pergola invece passa al partito di Luigi di Maio. Nelle file del Pd si aggiunge poi il comune di Apecchio, dove il partito ha raggiunto il 28,57%, battendo il Movimento per 2 punti percentuali.

Il confronto con le politiche del 2013

Già cinque anni fa 40 di questi alla Camera avevano preferito il Movimento 5 stelle appena nato, principalmente nella fascia costiera. Nell’entroterra però il centrosinistra continuava la vocazione storica del territorio. Il Pd aveva conquistato 16 comuni, tra cui Urbino. Come oggi, pochi i comuni schierati verso il centrodestra. All’epoca Carpegna, Mercatello sul Metauro e Petriano avevano votato con percentuali oltre il 26% il Popolo delle Libertà. Alle elezioni del 2013 i comuni della provincia di Pesaro e Urbino erano 59, diventati 54 dopo l’accorpamento che ha visto nascere Terre Roveresche e Colli al Metauro.

Anche al Senato i pentastellati avevano avuto la meglio, con 30 comuni schierati dalla loro parte. Una mappa, però, principalmente tinta di rosso dato che i territori più ampi di Pesaro e Urbino avevano dato la loro fiducia, ancora una volta, al Partito Democratico. Così come a Montecitorio, poi, i tre comuni blu (Carpegna, Mercatello sul Metauro e Petriano) avevano scelto il centrodestra per Palazzo Madama.