Il sogno, la fama e la caduta. I talent show: storie di programmi che hanno cambiato il concetto di ‘personaggio televisivo’

di LORENZO PASTUGLIA
Quando nel 1926 la prima immagine televisiva venne trasmessa in un laboratorio di Londra, nessuno poteva immaginarsi che mezzo secolo dopo la Tv avrebbe preso il sopravvento su tutti gli altri mezzi di comunicazione. Uno strumento cambiato nel tempo, sia nella struttura che nei contenuti interattivi. Nel 2000 infatti iniziarono a diffondersi sempre di più i talent show (il primo nato nel 1992). Spettacoli basati su esibizioni di persone che vogliono dimostrare il loro talento: in tanti però hanno raggiunto una fama grande ma solo effimera, perché poi sono state dimenticate con il tempo. Come giudicare i talent? Sono o non sono in grado di mettere in luce le abilità di artisti, cuochi o sportivi? Oppure ‘usano’ semplicemente le persone, a prescindere dalle loro qualità, per raggiungere ascolti e interesse? Semplici tessere in un puzzle, quello televisivo, a cui guardava con preoccupazione Karl Popper. Nel suo saggio Cattiva maestra televisione, il filosofo anglo-austriaco scriveva: “Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione – non contenente più programmi di qualità decente per più di 20 ore al giorno – o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto”. Uno strumento “oramai controllato da persone capaci solo di ideare prodotti scadenti, che condizionano la massa e in particolare giovani e bambini”.

Giulia Brandi (a sinistra), Ciccio Graziani (centro) e Luca Carboni (a destra)

In questo speciale di Radio Ducato abbiamo voluto studiare i talent artistici (X-Factor, Amici e Got’s Talent), quelli culinari (Masterchef e Hell’s Kitchen) e quelli sportivi (Campioni – Il Sogno),  interrogandoci su quanto il ruolo dell’artista sia cambiato rispetto agli anni precedenti, quando questi non esistevano. Abbiamo intervistato due persone che ne hanno preso parte e hanno conquistato con la loro simpatia il cuore di molti: Giulia Brandi, di Fermignano, concorrente della sesta edizione di MasterChef Italia e il campione del mondo 1982 Ciccio Graziani (allenatore del Cervia Calcio nel talent Campioni – Il sogno). Abbiamo poi dato voce anche a chi si è fatto conoscere negli anni precedenti ai talent e non è d’accordo con il loro meccanismo: il cantautore bolognese Luca Carboni. L’autore di Ci vuole un fisico bestiale e Mare Mare si è fatto conoscere con i 45 giri e le musicassette, in un epoca in cui Spotify e Youtube non esistevano e le selezioni per emergere erano organizzate in piccoli teatri dai produttori delle case discografiche. Su molto si può discutere ma appare difficilmente immaginabile un ritorno al passato: i talent piacciono, hanno successo e non scompariranno.

Si ringraziano per il loro straordinario e prezioso aiuto:

Giuseppe Perrelli (Giornalista radiofonico per Radio Capital e tutor del lavoro);

Maurizio Criola (Regista per Radio Deejay).

Questo servizio è un progetto di fine corso per il biennio 2016-2018 dell'Istituto per la Formazione al giornalismo di Urbino (IFG), pubblicato il 28 marzo 2018.