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Lo staff

    Il segreto? Un lavoro di squadra e la scelta dei materiali

    Un gruppo pluridisciplinare, un prodotto molto complesso proprio perché frutto dell'interazione di diverse discipline: l'elettronica analogica e digitale, la chimica, la meccanica, la termodinamica, la teoria dei fluidi, la biologia e la medicina. Più un sistema di lettura intelligente dei dati, un PC dotato di software, in modo da emulare ciò che accade nel cervello umano e negli animali.

    Corrado Di NataleI ricercatori dell'università di Tor Vergata si occupano da dieci anni di naso artificiale e oggi sono arrivati a risultati invidiabili. Sono il professor Arnaldo D'Amico, ordinario di dispositivi elettronici, il professor Corrado Di Natale, entrambi del dipartimento di Ingegneria elettronica e presidenti del nono incontro mondiale sul naso elettronico che si terrà dal 29 settembre al 2 ottobre a Roma, al centro congressi Frentani. Roberto Paolesse, del dipartimento di scienze e tecnologie chimiche, la dottoressa Antonella Macagnano, ricercatrice Cnr e infine il dottor Eugenio Martinelli, dottorando. Lo strumento è stato realizzato e brevettato nell'ambito del PSM (Progetto Sensori e Microsistemi) del Consiglio nazionale di ricerca di Roma. Mentre materialmente il naso elettronico è prodotto dalla Tecnobiochip, una ditta dell'isola d'Elba ed è impiegato già a livello industriale e di laboratori scientifici. Arnaldo D'AmicoIl modello cilindrico, alto circa 15 cm e con un diametro di 10, è stato affiancato ora da un modello ancora più piccolo e di forma quadrata. Obiettivo finale infatti è quello di ottenere un congegno il più piccolo possibile in modo da portarlo con agilità ovunque. "Alla base della realizzazione del dispositivo c'è l'uso di un materiale ibrido tra organico e inorganico - spiega Roberto Paolesse - Il sensore che deve "catturare" gli odori è stato infatti creato applicando su un metallo come l'oro un sottile strato di porfirine, una sostanza che in natura trasporta l'emoglobina nel sangue e nelle piante è attiva nella fotosintesi clorofilliana". Il sensore è poi posto su un cristallo di quarzo che oscilla a 20 MHz e che cambia la sua frequenza in base al peso del materiale che gli si poggia sopra. Per questo il naso di Tor Vergata si chiama "Libra nose", proprio perché basato sulla variazione di massa.

    Roberto PaolesseMa il dipartimento di ingegneria elettronica ha condotto anche altri studi sui sensori. Oltre al naso esiste anche una lingua elettronica, composta da 8, 10 o 20 recettori con l'obiettivo futuro di riuscire ad analizzare le acque. Un impiego quindi legato al problema della salvaguardia e della prevenzione ambientale. Con la lingua artificiale infatti è possibile seguire la variazione chimica dei liquidi nel tempo. Infine con il CNR, istituto di ricerca di microelettronica e microsistemi, ricerche sugli spazi virtuali sensorializzati, la bluethooth, l'augmented capability, il telesensing, la realtà aumentata, i nano sensori, gli odori di insetti e fiori e il ruolo dei colori, nanobiosensing, la biocomunicazione intracellulare, gli standards.

     

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    (pubblicazione: maggio 2002)