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Virgilio
Gragnani nel suo capanno sul lago
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"I
primi gamberi si trovavano nei primi anni '90. Per caso.
Poi, sarà stato il '94, cominciai a trovare le reti piene
di questi animali". Le parole di Virgilio Gragnani, pescatore, capelli
e barba lunghi, sembrano quelle di uno dei tanti racconti di pesca.
Incredibili e falsi. E invece è tutto vero. Seduto nel suo capanno
sul lago di Massaciuccoli, alla finestra da cui comanda la
rete a bilancia, racconta la sua storia (per vedere le altre foto
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"Sono
stato per trent'anni pescatore di frodo, con i' mì babbo:
carpe, tinche, anguille. Si veniva di notte. E si sapevano tutti
i modi per scappare quando le guardie c'inseguivano. Lo scriva,
lo scriva, tanto lo sanno tutti", esordisce con un accento che ricorda
il bagnino versiliese interpretato da Panariello. Fu proprio grazie
al gambero, che Gragnani ottenne, nel 1998, l'autorizzazione
a pescare dal Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. Era
la strategia dell'ente per combattere il gambero: allentare un po'
le maglie dei regolamenti e concedere ai pescatori maggiore libertà,
per far sì che potessero pescare, e così eliminare quei crostacei.
Adesso,
il pescatore è in qualche modo riconoscente a questi animali: "Ma
quale killer? Un pesce non ce la fa mica a chiapparlo. Son leggende.
Pensi che volevo denunciare un giornalista che m'intervistò e che
parlò di 'gamberi killer': è una diffamazione del gambero! Il fatto
è che con questa storia del 'gambero killer', qui non li vuole nessuno.
E comunque la gente non creda che siano sempre aragoste o
astici quello che servono al ristorante, qui in Versilia...".
"I
gamberi si pescano sempre, tutto l'anno. Anche se d'inverno sono
un po' meno", prosegue Gragnani che, naturalmente, per vivere pesca
anche gli altri pesci del lago. "I prezzi del mercato vanno
dai 3 ai 9 euro al chilo. Catturarli è semplice: si usano
come trappole delle reti cilindriche che chiamiamo 'bertivelli'.
Dentro ci va un'esca, una qualsiasi. Sono fatte in modo che i gamberi
non escano più una volta entrati". Dopo la cattura, Gragnani tiene
i gamberi in delle vasche di rete, 30 centimetri sotto l'acqua del
lago. "Serve per spurgarli", spiega.
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Giancarlo
Tonelli
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La
stessa funzione di spurgo e pulizia dei gamberi, prima
dell'immissione sul mercato, la svolge, in maniera quasi industriale,
un'altra persona che col gambero ha trovato una fonte di reddito.
Si chiama Giancarlo Tonelli e abita a una quindicina di chilometri
da Lucca, nell'entroterra.
Non
lontano dalla statale che porta in Garfagnana, costellata
da una cartiera dietro l'altra, Tonelli ha costruito un grosso capannone
di 80 metri per 12. Accanto, la sua abitazione. Un prefabbricato
dove vive da solo. Nel capannone ci sono 108 vasconi cilindrici
neri.
Ciascuno
contiene 750 litri d'acqua che viene sempre rinnovata
grazie a un impianto automatico. Ciascun vascone può contenere fino
a 20 chili di animali. "I gamberi - spiega Tonelli - stanno qui
per quindici giorni per quella che viene chiamata 'stabulazione'
ossia spurgano le loro impurità prima di essere venduti". Per due
settimane i gamberi vengono nutriti solo con poco granturco
(se non venisse dato loro niente, si mangerebbero fra di sé).
Diverse
volte al mese, Tonelli parte con un furgone. Dietro, una cisterna
per il trasporto dei gamberi. "D'estate, per tenerli freschi ci
metto delle bottiglie d'acqua ghiacciata. Li porto in tutto il centro-sud:
specie nelle Marche, in Umbria, in Abruzzo".
Fa il viaggio di notte, per essere sui mercati la mattina presto.
A differenza che in Toscana, altrove i gamberi sono molto apprezzati,
arrivando a costare fino a 15 euro a chilo al dettaglio.
Per Tonelli, il gambero è stata una piccola ancora di salvezza:
"allevo anche trote, pesci gatto. Ma il gambero è
la mia attività principale".
Già,
ma cosa succederà se, come è molto probabile, che il Parco vieti
l'esportazione di gamberi vivi? Tonelli sembra uno abituato
ad arrangiarsi: "Questo allevamento l'ho costruito per tirarmi fuori
da una brutta situazione in cui mi ero cacciato. Una società andata
male, in cui sono rimasto fregato. Che vuole, bisogna sapersi adattare...".
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