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La macedonia più economica che esista
Ortofrutta,il fiore all'occhiello dell'associazione bolognese

 

Anna: "Una sola arancia guasta e andrebbe tutto buttato"
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Frutta e verdura sono il punto di forza della Last Minute Market, la caratteristica che la distingue da altre raccolte di cibo, come quella del Banco Alimentare (vai a vedere come funziona). Comincia da questi prodotti la seconda fase dello smistamento.

L’addetto della Last Minute Market si sposta all’esterno del magazzino, vicino al piazzale adibito allo scarico delle merci. Casse colme di mele, arance, uva, insalata, carote, fogliame, e di tutto quanto si trova nel reparto ortofrutta di un ipermercato: questo ciò che i dipendenti del centro commerciale sarebbero tenuti a scartare. «Se in una rete di arance – spiega Anna, che insieme a Luca è la seconda dipendente della cooperativa – ce n’è solo una marcia, tutta la rete da mezzo chilo o da un chilo veniva buttata via». Ma non è più così. L’arancia guasta viene tolta, gettata e tutto il resto si salva. Come quella cassa di mele non più vendibili perché leggermente ammaccate o quei chili di uva nera che l’iper scarterebbe, perché ne è arrivata una nuova partita in mattinata.

La pura legge del mercato, niente di più, niente di meno. Il consumatore vuole un prodotto di qualità, esteticamente perfetto, che valga il suo prezzo e l’ipermercato glielo offre, salvaguardando così il rapporto di fiducia con il cliente. Tutto ciò che non risponde a questi requisiti va scartato. A volte troppo velocemente. «Una mattina mi hanno lasciato 200 chili di mandarini – racconta Luca – arrivati il pomeriggio prima, sostituiti da una nuova partita di mandarini con le foglie». Perché scartarli? «Chi fa la spesa e vede i mandarini con le foglie – spiega Luca con un velo di ironia – ne compra in quantità maggiori pensando siano più freschi, anche se sono arrivati all’iper con mezza giornata di differenza».

Come avveniva per lo scatolame, anche frutta e verdura vengono selezionate, pesate, catalogate minuziosamente e poi divise in modo attento fra le varie associazioni. L’importante è che le cassette, dove gli addetti dell’iper hanno accumulato gli alimenti di scarto, non vengano appoggiate per terra ma su assi di legno: si violerebbero le regole d’igiene e andrebbe tutto gettato. Quello che non può essere destinato all’alimentazione umana - come fogliame, resti dell’ortofrutta, scarti di insalata, finocchi sfusi o confezioni già pronte troppo vicine alla scadenza - diventa una delle fonti primarie per le due associazioni che assistono gli animali (scopri quali sono). Una ci deve essere tutti i giorni. In questo modo dell’ortofrutta si recupera quasi tutto quello che viene lasciato dall’Ipercoop. E si parla di quintali ogni giorno.

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Inchiesta multimediale realizzata da Daniela Corneo. Ultimo aggiornamento aprile 2004