Le associazioni vanno a piedi e in bicicletta
per le vie della città e “fanno la spesa” nei piccoli
negozi di generi alimentari. Il comune di Ferrara ha
chiesto ai ragazzi della Last Minute Market di studiare un progetto
di recupero ad hoc per le sue
esigenze. Grandi ipermercati esclusi. Detto, fatto. Il modello studiato
dalla Last Minute Market per i centri commerciali di dimensione
medio-grandi è stato modificato per adattarlo alla struttura di
un piccolo centro storico.
A Ferrara è partito il progetto-pilota, ma anche altre città,
come Firenze e Verona, stanno prendendo
in esame questa possibilità. «Se si recupera anche un solo
chilo di cibo da ognuno dei circa quaranta negozi della città -
spiega Luca Falasconi - alla fine della “spesa” i chili recuperati
sono già minimo quaranta». Insomma, tre
mele da una parte, quattro banane dall’altra, le brioches in pasticceria,
un po’ di pane dal fornaio e in meno di due ore si possono cucinare
cibi senza dubbio freschi. Senza aver dovuto spostare nemmeno la macchina:
Ferrara è chiusa al traffico e le associazioni vanno a piedi, negozio
per negozio, contribuendo alla sostenibilità ambientale teorizzata
dal modello originario.
Una volta studiata la fattibilità delle singole operazioni, la
Last Minute Market ha quindi stabilito con i piccoli dettaglianti
lo standard qualitativo e le prerogative igienico-sanitarie che rendono
un prodotto recuperabile. Sarà poi la stessa associazione che si
riserverà il diritto di non accettare un prodotto, nel caso non
lo ritenga adatto all’alimentazione umana. Il modello di recupero
tuttavia si giustifica solo se le quantità di prodotti sono grandi
e in un piccolo centro una delle difficoltà maggiori è stata
quella di convincere i negozianti sulla validità del progetto.
Una piccola spinta è venuta loro da un’idea del professor
Segrè e di Alessandra Chiappini, l’assessore
delle politiche sociali di Ferrara che segue la Last Minute Market
fin dagli inizi. «Il professor Segrè un giorno mi ha chiesto
- spiega la Chiappini - perché non legavamo la quantità
donata alla tassa dei rifiuti». E così è stato. Se
in base al decreto
Ronchi la tassa dei rifiuti è tanto più alta quanta
più immondizia si produce , sottraendo i prodotti donati alle associazioni,
i negozianti pagheranno al Comune meno tasse per lo smaltimento. Meno
spese e in più un premio a chi aderirà al progetto della
Last Minute Market. Il Comune ha voluto incentivare in tutti
i modi il recupero di cibo per le associazioni locali.
Una mossa politica in vista delle prossime elezioni o una spinta esclusivamente
solidale? «Abbiamo voluto dare un segnale forte – dice Alessandra
Chiappini – per combattere lo spreco, uno degli scandali più
grossi del nostro secolo. Tutto qui. E siccome ritengo che per partire
sia necessario incidere sulle piccole realtà e sulle piccole abitudini,
allora Ferrara mi sembrava adatta».
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