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Cosa succede sul fondo


Il gioco di squadra è fondamentale, perché nessuno può tenere il respiro per sempre

Niente bombole. Il disco non galleggia. E l’arbitro non è un palombaro. Di fronte a questo sport i dubbi si accavallano. Ma per praticare l’hockey subacqueo, garantiscono i giocatori, basta avere fiato e una buona capacità di concentrazione. Le regole di una partita, infatti, sono piuttosto semplici. Il campo da gioco è una classica piscina. E i giocatori, divisi in squadre da sei, indossano pinne, guanto protettivo, maschera con tubo per la respirazione e calottina tipo pallanuoto.
Con una mazza di legno fanno scivolare un disco di circa un chilo e mezzo sul fondo della piscina nel tentativo di centrare la porta avversaria. Ogni squadra utilizza quattro riserve a bordo vasca che possono sostituire i compagni in acqua anche a gioco in movimento. Non ci sono portieri: tutti possono difendere la propria area in relazione a chi ha il possesso del disco. E’ vietato colpire l’avversario, trattenerlo o spingerlo. I tempi dell’hockey sono molto veloci e il successo di una partita dipende soprattutto dal lavoro di squadra, perché nessun giocatore può tenere il respiro per sempre. "I più grandi campioni – spiega l’allenatore dell’Uhrc Dino Iannaccone - riescono a rimanere sott’acqua anche sette minuti, ma con un’apnea troppo lunga si rischia di perdere lucidità e ragionamento sull’azione".
E proprio perché nessuno ha tempi infiniti di resistenza in acqua, è fondamentale l’apporto dei compagni. “Nell’hockey subacqueo – dice -non esiste un Maradona che da solo vince la partita. Ogni giocatore deve uscire dall’acqua per respirare e se non c’è un compagno pronto a completare l’azione non si mette a segno il punto". E’ importante muoversi bene in superficie per conquistare una posizione utile in campo. In questa fase del gioco è fondamentale l’uso del tubo per la respirazione che consente di tenere il volto sott’acqua e non perdere d’occhio il disco. Anche i ruoli, in squadra, sono più funzionali che reali perché in realtà ogni giocatore può trovarsi sia in difesa che in attacco. Ma vengono scelti in base alle competenze fisiche. "Chi si trova davanti – precisa Dinp - deve essere più veloce e portare avanti il disco. Mentre il difensore deve avere maggior forza fisica e capacità di apnea".
In ogni sport si è abituati a pensare che chi gioca in attacco abbia un ruolo più importante. Ma nell’hockey è essenziale costruire le difese. "Il difensore – spiega- è l’ultimo baluardo: più stai in acqua più c’è la garanzia di protezione della porta".
Ma chi controlla il gioco? "Nell’hockey subacqueo – conclude Dino - ci sono tre arbitri. Uno in superficie, che è il responsabile ufficiale della gara, e due in acqua attrezzati come i giocatori con maschera". Se c'è un fallo, gli arbitri che si trovano sul fondo della piscina fermano il gioco e avvertono l’arbitro esterno. Senza parole, naturalmente, ma attraverso la vibrazione che si ottiene battendo su un tubo di ferro

 

Lavoro realizzato da Michela Gentili
Ifg Urbino
Aprile 2004