Come Octopush divenne uno sport
Nulla a che fare con
l’hockey: all'inizio era solo un diversivo per tenere in
allenamento i sub inglesi
Non
è stato il capriccio di un folle. Nè la bizzara trovata
di un fanatico dello sport estremo.
La prima partita di hockey subacqueo fu giocata per un’esigenza
decisamente pratica. Quella di impedire lo scioglimento del club
subacqueo di Southsea, cittadina nel sud della Gran Bretagna.
Il 1954 fu un inverno piuttosto rigido nel Paese. Il clima gelido
aveva reso impraticabile l’acqua del mare. E per non perdere
l’allenamento i membri del British sub Aqua Club cominciarono
a praticare l’apnea in piscina. Ma la monotonia degli esercizi
stava mettendo seriamente in discussione la sopravvivenza del club.
"Perché per un appassionato di immersione – spiega
sul
suo sito il fondatore Alan Blake – diventa insostenibile
girellare dentro una vasca chiusa senza neppure un alghetta da guardare".
Così, Blake pensò di escogitare un diversivo. Una
specie di gioco, che fosse in grado di rivitalizzare il morale e
tenesse in allenamento il fiato, la concentrazione e la resistenza
all’apnea. Pensò agli attrezzi a disposizione di ogni
sub: maschera, pinne, tubo per la respirazione e pesetti. Li unì
ai movimenti orizzontali tipici della posizione di immersione e
le regole nacquero da sole.
I giocatori, muniti di una piccola mazza di legno, dovevano colpire
un pesetto e infilarlo in una porta delimitata sul fondo della piscina.
Tutto, naturalmente, avveniva in apnea. Per evitare il contatto
fisico e non danneggiare le strutture della piscina, i sub scivolavano
l’uno sull’altro come i tentacoli di una piovra. Il
diversivo prese quindi il nome di "Octupush": da octopus
(polpo) e pusher (mazza).
Un gioco che in realtà nulla aveva a che fare con l’hockey.
Erano infatti esclusi i movimenti verticali tipici di questo sport
e l’ambiente acquatico attutiva la componente fisica. "Solo
la fantasia dei successivi seguaci – precisa Blake –
ha spinto a considerare Octopush un’evoluzione dell’hockey
su terra". In ogni caso, il diversivo di Blake varca in breve
tempo i confini inglesi. Arriva in Autralia, negli Stati uniti e
in Canada. Nel 1960 l’americano Bill Neil prova a reiventarlo
allungando la mazza da gioco e provando a tenerla con due mani.
Ma il regolamento inglese si impone quasi dovunque. Nel 1965, si
svolge il primo campionato nazionale autraliano. Il gioco fa proseliti
anche in Nuova Zelanda, Sudafrica, Zimbabwe e Namibia. Nel 1980
a Vancouver si tiene la prima competizione mondiale. In Europa si
diffonde nel 1967, quando nel sud della Francia si comincia a giocare
con le regole americane. Ma anche qui, alla fine, si afferma la
formula di Blake. Nel 1982, si svolge il primo campionato nazionale
francese. Due anni dopo, il Cmas
consacra definitivamente l’invenzione di Alan Blake. E
l’hockey subacqueo diventa uno sport ufficiale.
Lavoro realizzato da Michela
Gentili
Ifg
Urbino
Aprile 2004
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