Pane,
amore e sintonia
La moglie Nunzia racconta la ricetta di un matrimonio “non-semplice”
“Vivere
con Valfredo vuol dire non poter fare programmi.
Ma soprattutto vuol dire essere perfettamente consapevole
dei suoi ruoli e di quelli che, a seconda dei casi, devo assumere
io stessa”.
Nunzia Valente nel
luglio del ’71 disse sì ad un uomo e ad una vita
molto impegnativa. “A casa telefonano di tutti:
dai vescovi agli ingegneri, italiani e non. Devo necessariamente
avere un’idea di chi sta dall’altra parte della
cornetta e adattarmi conseguentemente nelle risposte. Se
non conoscessi o non vivessi anche in maniera riflessa i suoi
ambienti sarei un’estranea accanto a lui e
questo, con grande impegno di entrambi, per fortuna, non è
mai successo”.
Si sono conosciuti in parrocchia e la dimensione
dell’impegno in questo ambiente non è mai mancata.
“E’ sempre stato un uomo affaccendato in mille
cose e probabilmente a tirarlo negli affari extra-lavorativi
sono stata proprio io. Nel mondo parrocchiale posso essere
molto più partecipe, nell’altro inevitabilmente
meno".
"Ho capito che fra noi
stava cambiando qualcosa solo nel momento dell’ordinazione
diaconale. Ero in ginocchio vicino a lui e ho improvvisamente
realizzato che non saremmo più stati soli nel decidere
il nostro futuro. Ci vuole molta sintonia per vivere
così, e molto amore. Ma io, dopo tanti anni,
ne sono ancora innamorata”.
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