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Da Giulio
Cesare ai figli Maria Letizia, Laura e Tommaso; da Tommaso al suo
erede Giulio. Nel corso di oltre un secolo di attività,
tre generazioni della famiglia Giuliani si sono
tramandate la passione per l’arte del vetro.
Tutto ha inizio in una Roma d’inizio Novecento
che riscopre l’antica tecnica della vetrata artistica
tessuta a piombo. Fino ad allora, essa era progressivamente
scaduta, nella capitale come altrove, a una produzione di scarso
valore. Le lastre venivano semplicemente dipinte “a gran fuoco”,
il che portava spesso alla realizzazione di vetrate che, togliendo
al vetro la sua principale caratteristica, risultavano opache.
Il rilancio di questo metodo coincide con la diffusione della vetrata
non più soltanto come decorazione nelle chiese, secondo la
tradizione secolare, ma anche come parte integrante dell’architettura
e dell’arredamento. Siamo ai tempi del Liberty,
in epoca di lotta dichiarata alla banalizzazione della produzione
in serie, in favore della qualità anche negli oggetti della
vita quotidiana. E così le vetrate artistiche entrano nelle
case.
La tecnica
delle vetrate rilegate a piombo risale all’epoca medievale
e consiste in una sorta di mosaico di vetri colorati
legati tra di loro con fili di piombo e poi saldati e stuccati affinché
diventino più resistenti. Pioniere della rinascita è
il vetratista Cesare Picchiarini, detto Mastro
Picchio, presso cui Giulio Cesare Giuliani apprende
i rudimenti del mestiere, rimanendo a lungo suo fedele collaboratore.
Fino a ereditare – quando il maestro non riuscirà più
a gestirlo a causa di disturbi nervosi – il laboratorio in
piazza S. Salvatore in Lauro, nei pressi di via dei Coronari. Da
allora Giulio Cesare, amante dei dipinti e del Liberty, studia con
intendimento d’artista ed esperienza di chimico la tecnica
delle vetrate antiche, proseguendo sulla via di una fruttuosa collaborazione
con importanti artisti dell’epoca – quali i
decoratori e illustratori romani Umberto Bottazzi e Duilio Cambellotti
– che apportano i loro cartoni e le loro ideazioni.
Alla scomparsa del fondatore, nel 1954, il figlio architetto
Tommaso assume la direzione dello studio, che nel 1965
trasferisce nell’attuale sede di via Garibaldi a Trastevere,
in un palazzetto da lui appositamente progettato e ricostruito per
creare spazi luminosi e idonei alla lavorazione delle vetrate. Insieme
alle sorelle pittrici Maria Letizia e Laura, continuano
l’attività del padre, conferendo alla vetrata l’impronta
dei nuovi tempi e rinnovandone la tecnica pittorica. Ad essi si
aggiungono, dando vita ad una famiglia d’arte allargata,
la moglie di Tommaso, pittrice Lidia Nostini, il marito di Maria
Letizia, pittore miniaturista Pino Melis, e l’ingegnere Mario
Redini marito di Laura. Ciascuno di loro applicando le rispettive
competenze all’esecuzione artistica delle vetrate.
Nel 1983, il testimone passa a Giulio, figlio di Tommaso,
che assume con generoso entusiasmo la direzione dell’appassionante
lavoro, proseguendolo nel rispetto e nella tradizione della famiglia
Giuliani.
Oggi della prestigiosa famiglia non resta più nessuno e il
laboratorio è diretto da Elsa Nocentini,
moglie del defunto Giulio Giuliani.
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