Vita
più breve, ma comunque da eroi
Intervista
a Tiro Faraci
Ha scritto storie
per Tex, Zagor, Dylan
Dog, Topolino, Lupo Alberto
e persino per l’Uomo Ragno: Tito
Faraci, classe ’65, è
già un nome storico del fumetto italiano.
Per le sue mani sono passati molti tra i personaggi
più noti. Brad Barron,
invece, è frutto della sua fantasia.
Arrivato nelle edicole nel maggio 2005, è
lui il protagonista della prima miniserie Bonelli.
I fumetti a termine non erano di certo una novità,
ma è da quel momento che sono diventate
una vera e propria tendenza.
Oggi
molte delle nuove proposte da edicola vengono
progettate sul modello Brad Barron.
Sente di essere stato una sorta di apripista?
"E’
stato allo stesso tempo un momento di rottura
e di continuità. Rottura in quanto prima
miniserie, appunto, terminata al diciottesimo
numero malgrado continuasse a vendere bene.
Continuità perché, allo stesso
tempo, dal punto di vista narrativo ho potuto
raccogliere l'eredità della grande tradizione
bonelliana".
Brad
Barron sta vivendo una seconda vita con dei
numeri speciali che hanno iniziato a uscire
dopo più di due anni dalla conclusione
della miniserie. Crede che nel lungo periodo
il suo personaggio riuscirà a ritagliarsi
la stessa popolarità conquistata da una
star come Tex?
"No, non
credo. Se si fosse voluto questo, non sarebbe
stata una serie a termine. Andremo avanti con
gli speciali finché ci sarà qualcosa
di interessante da raccontare".
Crede
che in un mercato come quello di oggi ci sia
ancora spazio per nuovi miti?
"Sia il
successo perdurante di Tex sia, seppure
in misura minore, quello di Brad Barron
dimostrano come l'archetipo dell'eroe classico
funzioni ancora. Lo spazio c'è, c'è
sempre stato. Il difficile è occuparlo
con la forza e la vitalità di Tex.
Che ha qualcosa di miracoloso".
Quali
sono le caratteristiche che permettono a un
personaggio di diventare un mito dell'immaginario?
"Deve
rappresentare le aspirazioni dei lettori, incarnare
un ideale. Ma deve anche rappresentare un amico,
qualcuno che si senta come vicino".
Durante
la sua esperienza professionale ha scritto sia
episodi autoconclusivi che cicli di storie,
proprio come Brad Barron. Cosa cambia
nel modo di scrivere?
"Lavorando
su cicli lunghi si ha più spazio per
sviluppare il racconto, c’è più
respiro narrativo. Ma per quanto mi riguarda
lo stile di sceneggiatura resta sempre lo stesso.
È come chiedere a un romanziere se il
numero di pagine influenzi la sua scrittura".
|