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Il Papa parla da YouTube ma non accetta commenti

di    -    Pubblicato il 30/01/2009                 
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Per duemila anni la Chiesa ha cercato di divulgare la sua parola con i mezzi più ampi e moderni possibile. Dall’invenzione della stampa di Gutenberg nel XV secolo, la Bibbia è il libro più diffuso. E nel ‘900 la Santa Sede ha saputo rinnovarsi nel cinema e nella televisione. Ora, nel nuovo millennio, la predicazione della Santa Sede è arrivata anche su internet. Pochi giorni fa, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Vaticano ha lanciato un proprio canale ufficiale su Youtube.

“L’uso saggio della tecnologia della comunicazione digitale permette alle comunità di formarsi in modo da promuovere la ricerca del bene, del vero e del bello – ha detto Benedetto XVI dalla finestra di piazza San Pietro nel suo discorso per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali – il Vaticano ha creato un canale per portare la buona novella oltre i confini geografici e le divisioni etniche, soprattutto alla cosiddetta generazione digitale”.

La Chiesa, per essere “sempre incarnata nelle culture del tempo – si legge su Chiesacattolica.it – pur consapevole dei rischi di una realtà virtuale di individualismo interconnesso come il web, vuole inserirsi con la logica del cristianesimo nella cybercultura”.

I video caricati su The Vatican – questo è il nome del canale sulla piattaforma di Youtube – sono prodotti dal Ctv (Centro Televisivo Vaticano) e i testi sono scritti da Radio Vaticana o dallo stesso Ctv. Il canale è tradotto in Italiano, Inglese, Spagnolo e Tedesco. Ha una home page bianca e semplice, con sullo sfondo il colonnato di San Pietro. Per ora trasmette soltanto venti video sui principali eventi a cui ha partecipato Benedetto XVI. Ma, pur mantenendo centrale la figura del Santo Padre, presto si differenzierà. Scorrendo la playlist dei video on-demand (scelgo io quello che voglio vedere), si potranno ascoltare in streaming interventi delle maggiori autorità ecclesiastiche.

“Attraverso un canale di questo tipo si può ottenere una comunicazione diretta, senza la mediazione del giornalista – spiega il vicedirettore di Kataweb.it Pier Vittorio Buffa – e soprattutto si possono raggiungere meglio i giovani, sempre più legati alla rete per la loro informazione e formazione”. Proprio con l’intento di “diffondere la Speranza” tra le nuove generazioni, l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe si era iscritto a Facebook qualche mese fa, raggiungendo in pochissimo tempo il massimo dei contatti da tutto il mondo: Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti, addirittura Singapore. E non si tratta dell’unica iniziativa della Chiesa su internet.

Già da agosto Radio Vaticana diffonde, sempre in tecnologia streaming, una web tv con gli stessi contenuti. La differenza sostanziale è che, attraverso Youtube, uno dei siti più frequentati dell’universo web, la comunicazione diventa più immediata e fruibile.

Con The Vatican la Chiesa si fa fonte primaria di contenuti per la rete. Ma, se è possibile caricare i video sul contatto nei social network, è impossibile sui propri siti internet. Questo le permette di mantenere il suo status di istituzione. Quasi di verità. Perché una delle caratteristiche principali del canale web del Vaticano è che gli utenti non possono caricare contenuti né commentare. Tradotto: la parola della Santa Sede può essere incorporata, ma non partecipata. Forse è solo questione di tempo. Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ammette: ”Col nostro staff non siamo ancora in grado di gestire quello che dovrebbe essere un fruttuoso dialogo, ma non escludiamo che in futuro questo possa cambiare”.

Il canale web è un’assoluzione per la rete internet. La Chiesa ha dovuto superare una diffidenza iniziale. Per dirla con le parole del docente di teologia e comunicazioni sociali all’Università di Pisa Adriano Fabris: “Internet non deve essere solo un’esibizione, ma un luogo di partecipazione etica”. Grazie a The Vatican, la Chiesa è in grado di ordinare i video secondo una gerarchia “etica” precisa: digitando la parola “Vaticano” o “Papa” per una ricerca all’interno di Youtube, la lista interminabile di video in cui si censura l’operato della Santa Sede verrà soltanto dopo i contenuti caricati su The Vatican.

Un punto controverso dell’accordo raggiunto con Google, proprietario di Youtube: si mette in discussione l’autonomia etica del più celebre motore di ricerca del web, che spera di ricavare dall’operazione qualche nuovo milione di utenti. C’è un solo precedente. Quando Google ha posto limitazioni al suo utilizzo per poter penetrare nel mercato cinese.

Guida alla rete:

YouTube: The Vatican
Radio Vaticana
Centro Televisivo Vaticano
Sito ufficiale del Vaticano
Conferenza Episcopale Italiana
Messaggio di Benedetto XVI in occasione della 43esima Giornata delle Comunicazioni Sociali

I PRINCIPALI SITI NON UFFICIALI (GESTITI DIRETTAMENTE DAI FEDELI):

Godtube, piattaforma di caricamento di video a contenuto cristiano
Cathoogle, motore di ricerca di siti “morali”
Fan Club di Benedetto XVI

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