Ore 15.30
URBINO – L’università di Urbino ha presentato ieri mattina in rettorato il nuovo marchio dell’ateneo. Il ricalco stilizzato dell’Immacolata, posizionata al centro dello storico gonfalone della “Carlo Bo”, rappresenterà l’Istituzione culturale in tutte le iniziative di comunicazione. Il logo dell’ateneo non andrà in pensione, ma sarà affiancato al nuovo marchio.
Il progetto per la realizzazione è stato seguito dal dipartimento di scienze della comunicazione che si è affidata all’agenzia di grafica e comunicazione Eikon. Il nuovo marchio, che potrà essere utilizzato nelle varianti di colore delle 10 facoltà, è strettamente legato alla nuova veste grafica che caratterizza tutta la comunicazione. I template saranno facilmente disponibili per il personale della “Carlo Bo” : si potranno scaricare sul portale per la gestione integrata dell’immagine gestito da Donatello Trisolino.
“Un altro passo avanti trova il suo compimento: la nuova linea di comunicazione – ha spiegato il rettore Stefano Pivato – rispetta la tradizione dell’ateneo e rilancia la sua immagine. D’ora in poi tutto l’ateneo parlerà con una voce coerente e assumerà una visibilità immediata”.
“L’ateneo urbinate – ha commentato il direttore del dipartimento di Scienze della comunicazione Lella Mazzoli – affronta quotidianamente, con la qualità dei suoi contenuti formativi, una competizione internazionale sempre più serrata. Da oggi con uno strumento in più: la capacità di comunicare chiaramente e con coerenza il proprio valore”. (g.b.)
Il totem con il nuovo marchio di fronte al rettorato
Con rispetto parlando per lo studio grafico che conosco come di grande valore e professionalità indiscussa, ma a parer mio
era meglio quello tradizionale…. questo è sciapo e anonimo, sullo stile dei marchi orrendi delle Regioni italiane, delle Ausl… ma siamo impazziti ?
Vabbè che la laurea non conta più niente e dunque un diploma con questo logo da supermercato ci può anche stare… Se fossi uno studente ed immaginassi di avere tale roba sul mio diploma finale, prenderei in seria considerazione il trasferimento ad altro ateneo… mah !