Sono quelle della meccanica e del mobile le aziende pesaresi che pagheranno più caro il prezzo della crisi libica. Questi settori infatti producono il maggior volume di interscambio commerciale, esportando in Libia macchinari per 12,7 milioni di euro e mobili per 9,4 milioni di euro. A lanciare l’allarme è la Cna delle Marche, che ha elaborato i dati Istat sull’export delle imprese marchigiane nel paese nordafricano. Tra gennaio e ottobre del 2010 (ultimi dati disponibili), si sono esportate merci per 45,1 milioni di euro, il 65,9% in più rispetto ai 27,1 dell’anno precedente.
Oltre la metà delle merci marchigiane esportate in Libia è partita dalle aziende pesaresi (24,7 milioni di euro su un totale di 45,1). Segue Ancona con 10,1 milioni di euro, dei quali 5,1 milioni nel solo settore degli apparecchi elettrici.
Un aspetto particolare, sottolinea la Cna, riguarda le importazioni che vedono le Marche fare acquisti in Libia per 71,7 milioni di euro. Si tratta di prodotti d’estrazione di minerali da cave e miniere, estrazione fatta da parte di imprese anconetane, per le quali si porrà, ora con la crisi libica in corso, un problema di reperimento delle materie prime.
(s.c.)