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Da Gutenberg al software, toccare con mano come nasce un libro

di    -    Pubblicato il 28/03/2011                 
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E sono 150, come gli anni dell’Italia unita. La Scuola del Libro di Urbino, nata nel 1861, ha festeggiato il suo primo secolo e mezzo aprendo le porte a curiosi e visitatori di tutta la provincia. L’occasione  è stata la giornata di Primavera del Fai, che sabato 26 e domenica 27 marzo ha deciso di celebrare una delle più prestigiose istituzioni culturali della città: l’Istituto Statale d’Arte.

Dalle stampe a caratteri mobili con i grandi torchi e i caratteri in legno che venivano inchiostrati su grandi fogli bianchi, sino alle moderne tecniche di impaginazione fatte a computer. Nelle sedi della scuola di Via Bramante e Villa Maria  i visitatori, guidati da professori e allievi, hanno visto e interagito da vicino con le produzioni del libro e delle sue forme. Ogni esposizione prevedeva un’interazione con il pubblico, era possibile toccare, sfogliare e cimentarsi nelle tecniche compositive del volume fino a sporcarsi le mani con l’inchiostro delle matrici. “Un successo oltre ogni aspettativa – spiega la professoressa Loretta Vandi – per un totale di quasi 300 visite”. Oltre ai tanti urbinati che hanno visitato e riscoperto questa prestigiosa istituzione hanno partecipato gruppi di visitatori provenienti da Pesaro, Fano e Senigallia.

Un percorso suddiviso in stazioni-laboratori, a cura del professor Roberto Budassi, dove venivano mostrate le tecniche di rilegazione, come la cucitura in brossura delle pagine o quelle più ricercate per i libri d’arte. Nella sede di via Bramante erano esposte invece le opere prodotte dai ragazzi che frequentano l’istituto, una cinquantina di allievi, che hanno spiegato al pubblico come si lavorano le xilografie (con matrici di legno), le calcografie (su gesso) e le litografie (realizzate grazie all’incisione su pietra).

Nella sede di Villa Maria erano consultabili esemplari di libri d’arte storici e una serie di stampe divise per sezioni, dalle tecniche incisorie alle illustrazioni, dal restauro al design. Messi a confronto le tecniche artigiane delle prime opere a stampa e i software con cui si lavora oggi nel mondo dell’editoria. Nella sede del Bramante erano esposte opere fotografiche degli anni ’30 e ’40 e prodotti grafico-pubblicitari.

Due giornate a sfogliare pagine di libri. I visitatori delle due mostre, organizzate dall’Istituto Nazionale d’Arte, hanno potuto mettersi all’opera per osservare e toccare con mano le tecniche con le quali si “producono” libri, dal mondo artigianale di ieri a quello digitale di oggi. “Il FAI ha deciso per l’edizione 2011 della giornata di primavera di valorizzare una realtà “mobile” – conclude la professoressa Vandi – un riconoscimento per le competenze tramandate dal nostro istituto e ancora vive. Si è trattato di una intuizione alternativa che ha permesso di far riscoprire il libro, visto da vicino in tutte le sue forme”

(f.m.)

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