URBINO – Come e quanto è legato l’immaginario del mondo moderno, il sogno, o meglio l’utopia, allo sviluppo tecnologico? Sogno o pericolosa illusione? Se ne è parlato oggi al secondo incontro dei “Dialoghi dell’Utopia”, organizzati dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Urbino Carlo Bo. Il professore di Sociologia dei new media Giovanni Boccia Artieri ha moderato l’incontro con i giornalisti Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio3, e Mario Tedeschini Lalli, alla direzione del settore innovazione e sviluppo del Gruppo editoriale L’Espresso. Dal mondo della radiofonia a quello del giornalismo digitale, i due ospiti hanno analizzato il legame tra utopia, progresso e nuove tecnologie.
“La tecnologia è l’anima di ogni utopia – ha spiegato Sinibaldi – perché ogni progresso scientifico nasce da un forte desiderio. Le tecnologie che non si sviluppano nascondono invece una distopia, come ha dimostrato la resistenza all’invenzione del video-telefono, che avrebbe distrutto gran parte dell’intimità”. Dal confronto dell’utopia con il presente e con la possibilità di un futuro migliore nasce il suo legame indissolubile con le tecnologie. “Le utopie tecnologiche – ha proseguito Sinibaldi – sono le più misurabili, ma le utopie in generale sono per loro stessa natura ambigue perché mirano alla perfezione, un obiettivo sbagliato e irraggiungibile”.
A sottolineare la “pericolosa illusione” intrinseca delle utopie è stato Mario Tedeschini Lalli: “Certamente le tecnologie della rete abilitano a un grado maggiore di libertà, ma non certo alla libertà in sè. Non dobbiamo sottovalutare le criticità, i nodi, della rete, anche perché – si chiede in conclusione il giornalista – che succede a tutte quelle persone che sono presenti nel mondo digitale, ma scelgono di rimanere passive? Che cos’è o non è l’informazione giornalistica in questo nuovo mondo?”.
Il prossimo incontro con i “Dialoghi dell’Utopia” sarà martedì 5 aprile in compagnia di Piero del Soldà.