URBINO – Crisi, crisi, crisi. Quante volte è stata usata, anche a sproposito, questa parola? Purtroppo la parola abusata ora è corposa e reale. La manovra che il governo Monti approverà questa sera alla Camera rischia di mettere in ginocchio una città come Urbino con un’economia basata sulla proprietà immobiliare.
TABELLA Ecco quanto si pagherà
Dopo l’abolizione dell’Ici nel 2008, l’ Imu (la nuova tassa sugli immobili) tornerà a colpire i proprietari di prime case (che sono 4241), ma la stangata maggiore sarà per chi ha investito sull’affitto di seconde case (ben 4746), approfittando della presenza di moltissimi studenti universitari(pari ai residenti). Per molti pensionati di Urbino questa è una fonte di reddito importante, visto che il 50% di loro riceve la pensione minima.
Ed è immaginabile che l’aumento della tassa sulla casa avrà come conseguenza l’innalzamento del prezzo degli affitti, e quindi un maggiore costo per chi sceglie di studiare nella città ducale. Con possibili ripercussioni negative su tutta l’economia cittadina. La manovra prevede la reintroduzione dal 2012 della tassa sulla prima casa con un’aliquota del 4 per mille (e detrazione variabile tra i 200 e i 400 euro), e l’aumento di quella sulla seconda casa del 7,6 per mille, con la possibilità per i Comuni di alzare o abbassare le aliquote rispettivamente del 2 e del 3 per mille.Inoltre crescerà per tutti gli immobili il valore catastale, che è quello di riferimento per calcolare l’Imu.
Nel concreto, il proprietario di una seconda casa a Urbino con rendita catastale di 350 euro (per esempio una casa economica di categoria A3 con 5 vani in zona semi-periferica), arriverà a pagare quasi 200 euro in più, mentre se fosse la sua prima casa pagherebbe 35 euro (235 meno una detrazione base di 200). Se invece la seconda casa ha una rendita catastale di 650 euro (per esempio una A2, di tipo civile, in centro con 5 vani), pagherà quasi 400 euro in più di Imu, mentre se è una prima casa 237 (sempre con detrazione base di 200 euro).
Questi valori potranno aumentare o diminuire se il Comune deciderà di variare l’aliquota: ed è più probabile che i Comuni sceglieranno di alzarla perché non solo subiranno ulteriori tagli dal fondo destinato agli enti locali (1,4 miliardi di euro a livello nazionale), ma incasseranno solo il 50 % dell’Imu sulla seconda casa (l’altro 50 andrà allo Stato per ripianare il debito pubblico). Inoltre l’introito dei Comuni per la nuova tassa sulla prima casa sarà annullato dai tagli ai trasferimenti statali introdotti nel 2008 (quando fu abolita l’Ici). Non aumentare l’aliquota significherebbe per i Comuni dover tagliare i servizi o alzare altre tasse per i cittadini.
Per quanto riguarda Urbino, i tagli della manovra corrispondono a circa 480 mila euro per il 2012 (ai quali vanno aggiunti quelli della precedente manovra del governo Berlusconi pari a 750mila euro per il 2011 e di 500mila per il 2012). Il totale è di circa 1 milione 700mila euro. Altri soldi che in parte il Comune di Urbino non vedrà più sono i 2 milioni di euro circa che derivavano dal gettito Ici sugli immobili diversi dalla prima casa: un guadagno che d’ora in poi sarà spartito a metà con lo Stato (anche se l’aliquota sarà maggiore perché passerà dal 7 al 7,6 per mille).
“Mi aspettavo una manovra più equa – ha detto l’assessore al Bilancio Maria Clara Muci – la crisi è tremenda ma ai Comuni viene chiesto ancora uno sforzo notevole, che potrebbe essere in parte compensato allentando il vincolo del patto di stabilità”. Insomma, se le detrazioni statali ridurranno in parte il peso dell’Imu sui proprietari di prime case, per quelli di seconde case e per chi vive in affitto c’è poco da sorridere. Secondo Confedilizia, l’Imu e la rivalutazione delle rendite porteranno a un aumento tra l’87% e il 161% dei costi per i proprietari di immobili in regime di affitto libero, mentre per quelli a canone concordato l’aggravio sarà tra il 204 e il 324%. Si può immaginare che percentuali di entità simili ricadranno poi sugli inquilini.