E’ iniziato il conto alla rovescia per le iscrizioni al primo anno delle scuole elementari, medie e superiori. Un nuovo anno scolastico, quello del 2012-2013, che si porterà dietro i vecchi problemi: tagli, riordino ed esuberi. A dover fare i conti ci sono soprattutto le scuole secondarie di primo grado. E a Urbino ce ne sono due.
Nel fondo cassa dell’Istituto Paolo Volponi sono rimasti 57,51 euro. Chi pensa che sia un problema di mala gestione si sbaglia. L’attuale situazione è una conseguenza della riforma Gelmini prima e del decreto Sviluppo dell’ex ministro Tremonti poi. “Si fa quel che si può”, spiega il preside Antonio Serafini. “Negli ultimi anni le risorse sono diminuite tanto e per di più hanno colpito tutti: dal personale alla gestione finanziaria. Ci hanno tolto quattro collaboratori scolastici, fondamentali per far funzionare i servizi. Se nel passato c’era uno spreco nella scuola pubblica, adesso siamo ridotti all’osso”
Se la storia del declino finanziario dell’Istituto risale a meno di tre anni fa, la vicenda nel complesso ha origini più lontane. Per capirci qualcosa però bisogna fare qualche passo indietro. Tutto ha inizio con il passaggio nel 1999 della gestione del personale Ata dagli Enti comunali allo Stato. A quel punto le scuole potevano scegliere se appaltare il servizio delle pulizie alle ditte presentate dall’Ufficio scolastico regionale oppure affidarlo alle cooperative di tipo B, quelle sociali. E quest’ultimo è il caso dell’Istituto Volponi. Il budget messo a disposizione della scuola è rimasto invariato nel corso degli anni.
Negli ultimi tre anni da parte dello Stato c’è stata un’inversione di rotta: dei 108.464 euro di finanziamento per il servizio, l’Istituto ha subito un taglio del 35,52 per cento, potendo contare solo su 69.942,51 euro. Una quota che viene stabilita anno per anno dal Ministero che però paga le scuole con rimborsi divisi in due tranche: gennaio-giugno e settembre-dicembre. Per il momento l’Istituto Volponi si è visto rimborsare solo il primo periodo (41.965,51 euro): “Non ci hanno ancora pagato i restanti 27.977 euro“, racconta la segretaria Liana Caregi .
Il colpo più duro è arrivato con l’ultima circolare del Ministero riguardo ai finanziamenti relativi al 2012/2013: secondo i dati riportati in tabella, l’Istituto riceverà per i servizi di pulizia zero euro. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, il “non-contributo” riguarda tutte le scuole che hanno scelto di appaltare il servizio alle cooperative sociali. La speranza per l’Istituto è che ci sia stato qualche errore di calcolo nella distribuzione delle risorse: “Abbiamo segnalato al Ministero che se non riceveremo neppure un euro per questi servizi, ovviamente non potremo garantirli. Non riusciamo più – conclude la Caregi – ad anticipare le spese“. Un piccolo sostegno finanziario arriva grazie all’affitto di alcune aule, come la palestra, che permette di far fronte all’attuale crisi.
I problemi passano anche attravero il numero di iscritti. In città saranno le due scuole medie, Volponi e Pascoli, ad accogliere nelle proprie aule gli studenti delle quinte elementari. E quest’anno il futuro delle dei due istituti si giocherà al foto-finish: rispetto ai 150 ragazzi dell’anno scorso, al momento dalle scuole primarie di Urbino usciranno poco più di 100. Un numero che rischia di compromettere le sorti dei due Istituti, in particolare del personale docente.
Tema caldo quello della docenza per l‘Istituto Pascoli, diretto da Daniela Tittarelli: “Qui spendiamo oltre 100mila euro per le supplenze, ma la sofferenza sono le sostituzioni giornaliere“. Per legge, solo a partire dal quindicesimo giorno di malattie si possono richiedere le supplenze. Vista la difficoltà di trovare docenti con ore disponibili da spendere, questa situazione crea disagi: “Quando non troviamo nessuno per una sostituzione – continua Tittarelli- siamo costretti a spostare gli studenti in altre classi in modo da non far perdere loro ore fondamentali. Dobbiamo ringraziare l’Ufficio scolastico provinciale che ha messo a disposizione docenti di particolari materie – come musica e informatica – che a seguito della Riforma si erano visti ridurre le ore di lezione settimanali”. Una soluzione che è stata utile sia ai docenti (che hanno potuto recuperare le ore perse) sia ai ragazzi (che hanno usufruito di materie che altrimenti sarebbero scomparse).
Negli istituti secondari superiori si respira un’aria migliore. La prima differenza fondamentale è la tassa di iscrizione alla quale si può attingere per far fronte ad alcune spese amministrative o gestionali: per esempio il liceo classico Raffaello, con i suoi 560 studenti ha entrate per 39.200 euro. Come spiega il dirigente scolastico Bruno Papi “nonostante in questi ultimi tre anni le risorse dallo Stato siano arrivate con il contagocce, questi fondi ci garantiscono di far fronte ad eventuali spese extra”.
Gli istituti secondari possono poi contare sul Fondo di istituto (Fis) da utilizzare per progetti o iniziative promosse dai docenti di ruolo, non colpito dagli ultimi tagli nella scuola pubblica. Anche l‘Istituto Tecnico Mattei riesce a resistere alla crisi. Non ci sono problemi strutturali di rilievo e la scuola riceve una quantità adeguata di finanziamenti, come spiega la preside Silvia Gelardi: “La nostra forza sono le imprese private, da cui riceviamo molti contributi. Sono tutte aziende del nostro territorio“. Non mancano neppure le collaborazioni con l’Università di Urbino, frequenti e proficue per i ragazzi. Infine, una buona parte dei finanziamenti arriva dal Fondo sociale europeo.
Stessa situazione per il liceo scientifico Laurana: la struttura di per sé è nuova e in realtà non ci sono problemi. Unico limite, come ha sottolineato la preside Bianca Maria Pia Marré, “è l’assenza nella sede di via Pacioli di una palestra per gli studenti costretti a utilizzare quella comunale”. Piccoli criticità ci sono ovviamente in tutte le scuole, ma come hanno sottolineato i tre presidi la Provincia dà loro un notevole sostegno.