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Aids, nasce a Urbino il centro prevenzione e assistenza

di    -    Pubblicato il 24/01/2012                 
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Il dottor Augusto Liverani, responsabile territoriale, e Stefania Perini, assistente sanitaria

Un ambulatorio di assistenza e informazione sull’Aids e sull’infezione da Hiv. Anche a Urbino, come nel resto delle Marche, dal 20 gennaio è attivo un dipartimento di prevenzione, dove assistere e informare chi è già malato o scopre di essere stato contagiato. Un servizio voluto dal Ministero della salute, che dal 2008 ha attivato questi ambulatori in tutta Italia. In queste struttura (in via Comandino 21, zona ospedale), diretta dal dottor Giovanni Cappuccini, il paziente può effettuare le analisi del sangue, in forma riservata. Ma viene seguito sia nella fase pre che post test.

“L’idea è quella di comprendere quali sono stati i fattori di rischio del paziente, per meglio individuare il suo nuovo stile di vita”, ha  detto  il medico Augusto Liverani che, come responsabile territoriale, si occupa di seguire le persone che vanno in ambulatorio. “Dobbiamo capire che la diffusione dell’epidemia è cambiata nel corso dei decenni. Oggi il contagio avviene a seguito di rapporti sessuali non protetti, mentre è bassa la percentuale di coloro che contraggono l’Hiv per via endovenosa. Il malato non è più solo il tossicodipendente”. I dati forniti dal dipartimento indicano infatti che sul territorio marchigiano i soggetti affetti per via sessuale sono l’83,6% mentre solo il 6% a causa di assunzione di droghe.

Un dato che rispecchia la tendenza nazionale. I dati epidemiologici del ministero indicano negli ultimi 12 anni, nelle aree per le quali il dato è disponibile, una lieve diminuzione dell’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, da attribuire principalmente alla diminuzione di incidenza tra consumatori di sostanze per via iniettiva. Mentre è rimasta costante per i contatti sessuali non protetti. Solo nel 2010, di tutte le segnalazioni, l’80,7% è da attribuire a una trasmissione per via sessuale. Le stime sul numero di persone affette è passato da 135.000 casi nel 2000 a 157.000 casi nel 2010, se da un lato questo denota una ancora carente informazione sui cause di contagio, dall’altro indica come la maggiore sopravvivenza è legata alle terapie antiretrovirali che comportano un aumento progressivo del numero delle persone viventi Hiv positive.

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