Ci sono modi e modi di scegliere l’università. C’è chi decide sulla base dell’offerta didattica, chi invece cerca la città più “in”. Ma c’è anche chi da importanza alle attività extracurriculari di un ateneo, come per esempio quelle sportive.
In ogni città universitaria italiana le attività sportive per gli studenti sono organizzate e gestite dal Cus, il Centro Universitario Sportivo. Anche Urbino ha il suo Cus, ma non ha lo stesso appeal rispetto a quello degli altri atenei italiani e nemmeno della sua regione.
Fatto che tra l’altro stride con la classifica che ogni anno pubblica il Censis, il Centro Studi Sociali, secondo cui la facoltà di Scienze Motorie di Urbino nel 2011 è seconda in tutta Italia.
“La mia gioia che uno studente indeciso su quale università frequentare al di là dell’offerta didattica, scelga Urbino perché ci sono delle opportunità che durante la settimana gli permettono di fare attività sportiva a basso prezzo” dice Eugenio Grassi, uno dei consiglieri del Cus Urbino. Ma per ora non è così. Ogni anno il Ministero dell’Istruzione redige una graduatoria tra tutti i Cus italiani che ne indica il livello dei servizi. Urbino nel 2011 è penultima, davanti solo a Teramo.
Gran parte del punteggio è dato dalle attrezzature che i Centri Universitari Sportivi mettono a disposizione. Quelle del Cus di Urbino sono ben pochi secondo il Ministero: un campo da tennis in terra rossa, un percorso vita che verte in condizioni precarie, un campo polivalente e un pallone pressostatico.
“Quest’anno è andato in porto un progetto, grazie alla facoltà di Scienze Motorie, che ci ha consentito di avere degli spazi in più” dice Grassi. “Dalle 19 a 21.30 abbiamo in gestione tre palestre nella sede didattica della facoltà, di cui una è una sala attrezzi. In più due palloni che vengono affittati dal Cus a tutti gli studenti che vogliono liberamente giocare a basket o pallavolo”.
Il tutto quasi a costo zero. Scienze Motorie, infatti, non chiede al Cus di pagare l’affitto delle strutture. Spiega Grassi: “Il nostro impegno è che se alla fine della stagione abbiamo un utile lo investiamo in nuovi attrezzi che saranno poi a disposizione sia degli studenti del Cus, sia di quelli della facoltà”.
Questo è un progetto pilota iniziale. Inoltre, grazie a una convenzione con il circolo ippico delle Cesane, gli studenti potranno anche frequentare corsi di equitazione. E per questa stagione invernale sono state organizzate settimane bianche a prezzi davvero vantaggiosi.
Ma è ancora poca cosa rispetto all’offerta degli altri atenei marchigiani. Camerino, per esempio, ha creato una vera e propria cittadella dello sport. Uno stadio universitario con un impianto di atletica leggera omologato, due palestre coperte una di più di 1.500 mq, due campi da tennis in terra rossa e sette campi multiuso tra cui un poligono per tiro con l’arco, un campo da beach volley, uno da basket e un percorso vita.
Anche il Cus dell’università di Macerata vanta più strutture di Urbino. Ha infatti a disposizione una piscina, cinque palestre coperte e tre campi multiuso. Per gli studenti del Cus di Ancona ci sono tre campi da tennis sintetici, una torre per arrampicata, una palestra coperta da body building, due palestre coperte geodetiche, un campo da calcio in erba. Urbino perde a ogni confronto.
C’è da dire che il sistema di assegnazione dei fondi da parte del Ministero non aiuta: premia chi ha più strutture, e non dà così la possibilità di migliorare a chi è più carente, come Urbino. “E’ un cane che si morde la coda” dice Partipilo, presidente del Cus Urbino.
“Da quando c’è questa legge, cioè dal 2007, vediamo sempre tagliati i nostri finanziamenti. In più con l’ultima finanziaria la situazione è ulteriormente peggiorata. Dovevamo avere intorno ai 15.000 euro, ma l’ultima rata che ho riscosso è stata decurtata di 1.7000 euro. Senza contare che il 10% della somma totale dobbiamo versarla al Cusi, il centro organizzativo di tutti i cus, che sta a Roma”.
“L’unica speranza – dice Partipilo – è che se davvero si costruirà una nuova sede di scienze motorie, come si dice da tempo, potremo creare una gestione integrata. Così nuove moderne strutture verrebbero usate di giorno dalla didattica della facoltà, e di sera dai nostri studenti”.