URBINO – E’ entrato in vigore il provvedimento che destina un milione di euro di fondi regionali ai volontari che aiuteranno a spalare nei comuni delle Marche. Il testo, firmato questa mattina dal presidente Gian Mario Spacca, è stato distribuito ai municipi, che potranno disporre di voucher Inps da 50 euro lordi (37 netti)a seconda del numero degli abitanti.
Si va da un massimo di 250 voucher per comuni con popolazione superiore ai 25 mila abitanti a un minimo di 50 per i centri con meno di 3 mila abitanti. I criteri per poterne usufruire? Essere cassaintegrato o in mobilità. Niente inoccupati, né studenti, né altre categorie che si sono date da fare per giorni tra la neve che ha sommerso le Marche.
MODALITÀ. I volontari dovranno presentarsi in Comune con un’autocertificazione del proprio stato di occupazione e verranno registrati. A fine emergenza, ogni comune presenterà un rendiconto alla Regione. Per quei municipi che avranno un surplus di voucher rispetto ai volontari, si procederà alla ridistribuzione in base all’emergenza nel territorio, oppure verranno utilizzate le liste dei centri di impiego per chiamare altri lavoratori.
DESTINATARI. “E’ un provvedimento – spiega Fabio Montanini, dirigente del settore Lavoro in regione – preso a sostegno dei lavoratori delle aziende marchigiane in crisi. Si tratta di fondi per l’occupazione che vanno destinati ai cassaintegrati o ai lavoratori in mobilità”. Cinquanta euro lordi, ovvero 37 netti, per sei ore di lavoro: questa l’integrazione giornaliera a un reddito di circa 800 euro mensili. “Hanno pensato di utilizzarlo su una platea che ha già un altro reddito – ipotizza il segretario regionale della Cgil Roberto Ghiselli – perché si avvicina all’indennità di disoccupazione giornaliera. Così, visto che i fondi sono limitati, si recuperano più volontari”.
RETROATTIVITÀ.Per i volontari che hanno lavorato nei giorni scorsi non ci saranno però rimborsi. E i Comuni sono perplessi: “Non sappiamo – spiega Maria Clara Muci, assessore alle politiche sociali del comune di Urbino – come utilizzare al meglio questo strumento messo a disposizione dalla Regione. Abbiamo chiamato Ancona per cercare di dare un riconoscimento, anche se formale, a tutti quelli che si sono dati da fare nei giorni scorsi per liberare la città. Ma non abbiamo ancora ricevuto risposta”.
ESCLUSIONE. Al centro di impiego di Urbino si sono già presentati alcuni volontari, ma rimane tagliata fuori dal provvedimento una larga fetta di popolazione che non è in cassa integrazione: “La decisione – chiarisce Ghiselli – non è frutto di un’intesa né di un incontro fra le parti. Probabilmente lo hanno fatto anche per avere meno problemi sul piano del lavoro: essendo il cassintegrato uno in mobilità in questo modo gli posso integrare quello che prende. Con l’inoccupato, invece, dovrei stabilire un rapporto di lavoro effettivo e il corrispettivo dovrebbe essere quello previsto dalla legge, non un forfettario a 50 euro. Dalle sei alle otto ore per 50 euro lordi non è il massimo. Secondo me bisognava partire da quelli che hanno una difficoltà maggiore: cioè nessun tipo di sostentamento”.
E’ della stessa opinione Maria Clara Muci: “Questo provvedimento ci limita ed esclude disoccupati, inoccupati e studenti. Gente che in questi giorni ha lavorato con le squadre di tecnici e professionisti per liberare la città. Mi sembra un po’ discriminante”.