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La Provincia conta i danni assieme a sindaci e aziende: “Pronti per il Marche Day”

di Gabriele Miceli e Alberto Sofia

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PESARO – Il governo Monti è avvisato: se non arriveranno aiuti concreti per affrontare le spese dell’emergenza neve, gli amministratori locali sono pronti anche a scendere in piazza a Roma per il Marche-Day. Una lettera è già stata inviata al presidente del Consiglio, al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e al viceministro dell’economia Vittorio Grilli per chiedere un incontro urgente. Ma le risposte latitano: così a rilanciare le richieste, durante un incontro tra i sindaci, i parlamentari marchigiani e le associazioni di categoria, è stato il presidente della provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci: “Serve una grande mobilitazione per ricordare i problemi del territorio regionale, martoriato in un solo anno prima dall’alluvione, poi dalle grandi nevicate dei giorni scorsi”. Presente all’incontro anche l’assessore alla Sanità Almerino Mezzolani, in rappresentanza della regione Marche, e il prefetto Attilio Visconti, che hanno discusso sui danni causati dal “nevone” e sulle misure da intraprendere per rilanciare l’economia del territorio.

Per Urbino il conto è salato, dato che la città ducale resta la più colpita della Regione. Non solo ruspe e trattori per la pulizia delle strade, pesano anche i costi per l’ospitalità dei diversi reparti di soccorso, come gli alpini. Le spese che il Comune dovrà sostenere per l’emergenza neve supereranno così mezzo milione di euro. Queste le stime (ferme al 18 febbraio) presentate dallo stesso sindaco Franco Corbucci.

TUTTI UNITI PER L’EMERGENZA – Quattro sono gli obiettivi da perseguire secondo Matteo Ricci: “Innanzitutto devono essere riconosciute le spese già sostenute dai comuni per l’emergenza, così come promesso dal governo Monti dopo la conferenza Stato-Regioni”, ha affermato Ricci, che chiede anche una deroga ai vincoli del patto di stabilità. Ma non solo. Le priorità sono il riconoscimento dello stato di calamità naturale e quello d’emergenza. Per il primo, relativo alle condizioni dell’agricoltura e della zootecnia, la strada è già stata definita dal governo, ma occorre vedere l’entità delle risorse erogate. In attesa, la Regione destinerà una parte dei fondi del Psr (programma di sviluppo rurale) per la ricostruzione di stalle e aziende agricole, con il meccanismo dell’80 per cento a fondo perduto.
Fondamentale sarà però il riconoscimento dello stato d’emergenza. Inizialmente la Regione aveva preferito non chiederlo per non cadere nei vincoli del decreto Milleproroghe, che avrebbe comportato un parallelo aumento della pressione fiscale a carico dei cittadini. Ma tutto è cambiato grazie all’intervento della Consulta, che con una sentenza ha dichiarato incostituzionale la cosiddetta ‘tassa sulla disgrazia‘. L’auspicio del presidente è anche quello che in Parlamento si crei un gruppo bipartisan di deputati marchigiani, in modo da far pressione a livello nazionale. “C’è bisogno di maggiore confronto con il governo. Per ora l’unico con cui abbiamo avuto un contatto diretto è stato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli“.

LA PRESSIONE DEI PARLAMENTARI SUL GOVERNO – Grazie al lavoro dei deputati marchigiani l’emergenza neve è approdata nelle aule del Parlamento. Secondo l’onorevole Massimo Vannucci del Pd occorre aprire tavoli “con il ministero dell’Interno per i danni agli immobili pubblici, ma anche con quelli dello Sviluppo economico, Agricoltura e Beni culturali in modo da far fronte alle diverse criticità”. Anche per Vannucci sarà essenziale rivedere i vincoli del Patto di stabilità, che – insieme ai tagli – hanno strozzato in questi anni gli investimenti degli enti locali. Un procedimento non semplice, “perché – spiega – servono leggi ad hoc”. Intanto, un primo passo sarebbe però quello di escludere “gli indennizzi per i danni dagli obblighi del patto”, in modo tale che i comuni possano spendere le risorse a disposizione. In linea con la posizione della provincia anche il consigliere regionale del Pdl Mirco Carloni che però frena sulle mobilitazioni: “Meglio un tavolo di concertazione”, ha dichiarato. Ma c’è anche chi come Oriano Giovanelli, deputato del Pd, pensa che ci si possa spingere oltre: “Ci sono i presupposti er chiedere una legge speciale, soprattutto per tutelare il patrimonio artistico del territorio”.

L’APPELLO DELLE AZIENDE – Oltre alle amministrazioni locali, a fare i conti con la crisi ci sono anche le aziende. E i dati presentati dalla Cna di Pesaro sono tutt’altro che confortanti: “Stiamo ancora raccogliendo le rivelazioni degli imprenditori – ha dichiarato il segretario provinciale Camilla Fabbri – e ci sono già 157 aziende che hanno subito danni strutturali”. Le perdite che i singoli privati stanno affrontando in questa fase sono ingenti, anche perché le due ondate di neve sono state precedute da una settimana di sciopero degli autotrasportatori: “Solo nei primi giorni il mancato guadagno è stato di 56 milioni di euro”. In attesa dei dati definitivi, i costi “raddoppieranno se si considerano i tre giorni di blizzard”. L’appello rivolto alle istituzioni è stato chiaro: “Aiutateci ad aiutare le aziende in crisi”. Per questo, ha concluso la Fabbri: “Noi sosteniamo l’idea di una grande manifestazione a Roma”. Per favorire la ripresa economica del territorio, il vice presidente della Camera di commercio Amerigo Varotti ha chiesto al Ministero anche la sospensione degli adempimenti fiscali senza però ricevere alcuna risposta. Per ora gli aiuti per le aziende sono stati stanziati dalla stessa Camera di Commercio – che ha messo a disposizione un fondo di 100mila euro – e dalla giunta regionale, che ha esteso il fondo straordinario per l’accesso del credito delle Pmi anche ai danni dell’emergenza neve.

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