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Emergenza neve, il Comune alla ricerca dei fondi perduti

Le squadre di soccorso ripuliscono Piazza della Repubblica dalla neve

URBINO – “Digli che la neve di Roma noi l’avremmo spalata in canotta e ciabatte“: questo messaggio inviato da un cittadino al presidente della provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci durante la diretta su “Matrix” è il simbolo di una comunità che, nonostante i tre metri di neve che hanno colpito tutto il Montefeltro, si è rimboccata le maniche per fronteggiare la vera emergenza.

Rispetto agli scorsi anni la buona volontà non è però bastata. Così tra ruspe, trattori e l’ospitalità per i diversi reparti di soccorso le spese si sono moltipilicate. Per il comune di Urbino, il più colpito della provincia, i primi conti sono già salati: “Abbiamo già preventivato spese per circa mezzo milione di euro, ma le cifre non sono ancora definitive”, ha spiegato il sindaco Franco Corbucci. E i soldi sono stati ripartiti nei settori più svariati, come fanno sapere dall’Ufficio tecnico del Comune, che chiarisce: “Le stime sono al ribasso e mancano ancora diversi capitoli di spesa”. E quelli già presenti sono in costante aggiornamento.

Spese in euro
Mezzi 364.000
Personale 33.000
Carburanti 16.000
Sale 9.000
Attrezzature 3.500
Pasti e alloggi 19.000
Totale 452.000

DALLA BENZINA AI BUONI PASTO – Al 19 febbraio la cassa del Comune batte 452 mila euro. E sullo scontrino la voce “Mezzi” è quella più onerosa, pesando per poco più di 364 mila euro. Poi ci sono le spese per il personale, ovvero gli straordinari pagati per i dipendenti comunali. Costretti a un lavoro extra, alcuni di loro hanno dormito anche fuori casa: il servizio supera i 33 mila euro.

Nei conti per fronteggiare l’emergenza neve ci sono ovviamente i costi per il sale (9 mila euro circa), per i carburanti (oltre 16 mila euro) e per gli attrezzi, come pale, badili, caschi e carriole (tra i 3.500 e i 4 mila euro). Infine ci sono le spese per pasti e alloggio dei vari reparti di soccorso: qui per il momento sullo scontrino siamo già a 19 mila euro.

L’unico dato certo sono i pasti erogati dall’Ersu: 448 consumazioni a prezzo ridotto, “circa sei euro e 50 centesimi per pasto”, spiega l’assessore al Bilancio Maria Clara Muci. Ma se il totale mette già i brividi, in realtà di totale non si tratta. Mancano altri dati (come quelli dell’hotel Tortorina che ha ospitato militari, soccorso alpino e protezione civile), oltre alle spese per il crollo del magazzino comunale e della segnaletica stradale. Senza dimenticare il necessario intervento di manutenzione sulle strade.

UNA LEGGE SPECIALE – A pagare in anticipo saranno i Comuni (quando arriveranno tutte le fatture), già strozzati dai vincoli del patto di stabilità e da anni di tagli. Soldi che nelle casse degli enti locali però non ci sono. E così la speranza è affidata al governo Monti che, dopo la conferenza Stato-Regioni, ha promesso: “Tutte le spese per l’emergenza saranno a nostro carico”. L’appello dei sessanta amministratori locali della provincia è quindi unanime: non resta che vigilare, vigilare e ancora vigilare. Perché se c’è una cosa che tutti auspicano è che il governo passi in fretta dalle parole ai fatti. Anche perché a queste spese si aggiungerà il conto dei danni subiti.

Summit degli enti locali del Montefeltro sui costi dell'emergenza neve

Per queste cifre però bisogna ancora attendere. Così come per il riconoscimento dello stato di emergenza, chiesto dalla regione Marche dopo che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la cosiddetta “tassa della disgrazia.

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La regione Marche aveva inizialmente evitato di chiedere lo stato d’emergenza per non far ricadere il costo degli interventi sui cittadini, come previsto dal decreto Milleproroghe. Ma il deputato del Pd Massimo Vannucci avverte: “Bisogna presentare degli emendamenti ad hoc in Parlamento, altrimenti con le attuali norme sarebbe ancora inevitabile un nuovo aumento delle accise”.

Proprio attraverso una proposta di legge potrebbero arrivare risorse inattese. C’è infatti chi come Oriano Giovanelli, deputato del Pd, pensa a nuove strade: “Ci sono i presupposti per chiedere una legge speciale, soprattutto per tutelare il patrimonio artistico, traino del territorio”.

Una soluzione condivisa anche dal sindaco Corbucci. Aspettando però i fondi statali, per il comune di Urbino è già arrivato il tempo di inevitabili scelte. Anche se il governo Monti dovesse mantenere le promesse, il Comune – date le spese che si aggiungeranno per i danni – dovrà rimettere mano al bilancio.

DOVE INTERVENIRE? – “Sarà inevitabile ritoccare il bilancio. Siamo già al lavoro anche se è ancora presto per definire i dettagli”. Per l’assessore Muci l’emergenza neve costringerà il Comune a rivedere alcune decisioni. Tra le ipotesi possibili un ritocco (dal 4 per mille al 4,5) dell’aliquota Imu per gli affitti a canone concordato. “Per fortuna lo scorso anno avevamo aggiunto 100 mila euro per la manutenzione”, conclude. Ma non basta. Così il Comune sta verificando dove poter tagliare spese superflue, oltre a trovare nuove risorse dai residui attivi del bilancio.

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